postato il 20 Novembre 2011
“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
La soluzione per risanare l’Italia passa da una lotta dura e seria all’evasione fiscale, e questa lotta deve essere combattuta da tutti i cittadini ogni giorno, chiedendo scontrini, fatture e accettando di pagare il giusto, perché l’evasione è un danno che ci colpisce tutti.
Se le tasse in Italia sono alte è anche colpa dell’evasione fiscale, perché se vi è del reddito sommerso, se vi sono persone che non pagano quanto devono, allora gli onesti si troveranno a pagare di più, e questo è inaccettabile sia per una questione etica, che per una questione di responsabilità. In uno studio del Centro Studi di Economia e Finanza è stato accertato da Francesco Flaviano Russo, tramite i dati del sito evasori.info, che dove l’atteggiamento è più indulgente, l’evasione è più diffusa.
Da quanto detto, discende che, anche solo ipotizzare un condono, o una sorta di “accettazione” dell’evasione, permette a questo comportamento illecito di prosperare e di diffondersi.
Ma quanto è grande questo fenomeno?
In pratica siamo il paese dove si evade di più, dopo la Grecia, ed è pari al 18% del PIL Italiano. E’ una cifra astronomica che ci permetterebbe, se ridotta della metà, non solo di procedere all’azzeramento del debito pubblico in pochi anni, ma anche di potere investire nello sviluppo economico e nella riduzione delle tasse.
Nello specifico, la tassa più evasa è l’IVA, che in base ai calcoli della Corte dei Conti ha un tasso di evasione che arriva al 36%. L’IVA raccoglie meno fondi di quanto faccia lo stesso tipo d’imposta in ambito medio europeo perché il rendimento dell’imposta italiana risulta intaccato dal livello e dall’estensione delle basi imponibili diverse da quella ordinaria, oltreché dai regimi speciali e di esenzione.
D’altronde che l’evasione fosse estremamente diffusa si sapeva da tempo, ma forse non si sa quanto, non chiedere lo scontrino o permettere l’evasione, costi al cittadino onesto. Secondo Giampaolini, presidente della Corte dei Conti, le effettive “implicazioni del fenomeno emergono ancora più nettamente quando si va a calcolare la pressione fiscale “effettiva”, rapportando il carico impositivo solo al Pil “dichiarato” al fisco: la pressione fiscale effettiva va corretta verso l’alto, di circa 10 punti rispetto a quella “apparente”, con l’effetto, così, anche di un ampliamento della distanza dai partners europei, a causa del nostro più alto tasso di evasione”.
Ovvero, se la pressione fiscale “teorica” è del 43%, quella reale per il cittadino onesto è pari al 53%, e per questo motivo siamo pienamente d’accordo con Monti quando, nel suo programma di governo, dichiara che uno dei primi punti è la lotta all’evasione fiscale.