Tutti i post della categoria: Economia

Fondi per il sud: 2,3 miliardi di euro per la crescita

postato il 12 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Il governo, per rilanciare l’economia, ha deciso di iniziare a scendere in campo in prima persona per spendere meglio i Fondi Strutturali Europei (FSE) e a tal proposito ha deciso l’utilizzo di 2,3 miliardi di euro di fondi europei per finanziare investimenti in infrastrutture e per le politiche sociali da destinare al Sud.
Come saranno distribuiti i soldi? Intanto possiamo individuare alcuni “macro-capitoli”: 400 milioni di euro destinati agli asili nido per creare 18.500 nuovi posti entro il 2015;
per l’assistenza agli anziani sono destinati 330 milioni di euro che serviranno a coprire una parte della spesa dell’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti. In particolare quest’ultimo punto è molto interessante, perché si tratta di un progetto pilota che potrebbe servire a modificare il piano assistenza agli anziani, considerando che l’assistenza domiciliare costa la metà rispetto all’ospedalizzazione.

Ovviamente a beneficiare di questi soldi saranno anche i giovani e le imprese: i primi con dei fondi per contrastare la dispersione scolastica (77 milioni) e per favorire le iniziative no profit (38 milioni) e l’apprendistato (50 milioni); invece per le imprese i soldi (pari a 900 milioni di euro) serviranno a rafforzare la competitività e l’innovazione.

Volendo andare nello specifico, il provvedimento preso dal governo Monti prevede i seguenti punti:

Social card. 50 milioni da destinare ai cittadini più poveri. Saranno soldi che verranno destinati caso per caso, stabilendo le graduatorie assieme agli assessori municipali del Nord e del Sud.
Efficientamento energetico. 124 milioni per favorire l’efficientamento energetico (ovvero le iniziative per il risparmio energetico e uno sfruttamento più efficiente delle risorse energetiche) e l’innovazione energetica. Questi fondi provengono dal Piano di azione del Governo per il Mezzogiorno che ha lo scopo di aumentare la percentuale di consumo energetico coperto da fonti rinnovabili, dal miglioramento delle prestazioni energetiche, e dal risparmio energetico nelle città grazie a tecnologie innovative e all’aumento delle quota di risparmio di energia coperta da microgenerazione da fonti rinnovabili e da congentamento.
Attrazione culturale. Questo stanziamento punta a migliorare la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale del Mezzogiorno, la razionalizzazione delle condizioni di gestione e sostenibilità dei poli culturali oggetto dell’intervento, e l’adozione di nuove tecnologie e metodologie di conservazione e valorizzazione, rilancio dell’attrattività delle aree culturali oggetto dell’intervento e allo sviluppo e il rafforzamento della competitività territoriale, anche in chiave turistica, attraverso interventi integrati caratterizzati da avanzata maturità progettuale.
Cervelli in fuga. 

Stanziati Per il progetto “Angels” sono stati destinati 5,3 milioni di euro. Questo progetto riguarda ricercatori italiani impegnati al’estero (nel numero di 30-50) che illustreranno le loro esperienze in 10-15 dipartimenti universitari del Mezzogiorno per stimolare il rinnovamento intellettuale e culturale “per superare pratiche e metodi obsoleti nel lavorare, fare impresa e amministrare” come ha affermato il Ministero per la coesione territoriale, nell’ottica di aumentare la possibilità per i giovani del Sud di trovare un lavoro.

Per chi fosse interessato a sapere esattamente quello che ha affermato il governo, a questo link trovate anche i video della conferenza stampa.

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Arriva l’abbattimento degli sprechi della finanza pubblica. Si inizia con le auto blu.

postato il 11 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

La scure del Governo, che ha colpito duramente i cittadini, sta iniziando anche a tagliare i costi inutili. Dopo il lancio della iniziativa “spending review”, è notizia di queste ore che anche il parco auto sta iniziando la “cura dimagrante” per le auto blu , dando quindi conferma delle promesse fatte da Monti nel gennaio scorso in tema di primi tagli sulla spesa pubblica.

Certo siamo solo all’inizio, ma già con il taglio di 758 vetture si arriverà a risparmiare già da quest’anno ben 105 milioni di euro e il ministro Patron Griffi ha assicurato che vi saranno a breve ulteriori tagli per eliminare altre auto blu, mentre quelle rimanenti verranno gestite in maniera migliore e più efficiente, utilizzando anche la formula del leasing e del noleggio (al posto di acquistare le auto) che porterebbe a risparmi pari al 66% della spesa attuale.

Nell’ottica di una ulteriore riduzione, il ministro ha dato mandato alla Formez PA per verificare quali enti e amministrazioni non si stiano adeguando al taglio,  per evidenziare ulteriori aree in cui procedere a tagli della spesa pubblica. La Formez fa sapere che dal mese di maggio il Dipartimento della Funzione Pubblica fornirà i dati del censimento a scadenza mensile, distinti per amministrazioni centrali e regionali e con ripartizione per ciascuna regione. Entro il 15 giugno è prevista la conclusione dell’indagine sui costi delle auto di servizio.

Indubbiamente ha ragione chi, come l’Adiconsum, chiede ulteriori tagli, ma è anche vero che le promesse fatte stanno per essere mantenute e proprio per questo è necessario ribadire l’appoggio al governo Monti, soprattutto ora che si sta iniziando a procedere alla razionalizzazione e all’abbattimento degli sprechi nella finanza pubblica.

Per quanto riguarda il taglio delle auto blu, vi è un altro effetto positivo: il personale in esubero ricoprirà altre mansioni, andando a coprire i buchi di organico degli uffici pubblici e potendo dare, così, migliori servizi ai cittadini.

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La spending review è un metodo permanente, non un mezzo occasionale

postato il 3 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Mario Monti, alla fine, ha dato il via alla tanto attesa seconda fase del suo Governo: dopo le tasse e i sacrifici, ha deciso infatti di mettere mano al taglio della spesa pubblica – condizione necessaria per provare a rimettere in sesto questo Paese. In tutti questi anni, in Italia, ogni politica di crescita economica non è mai riuscita a prescindere dall’aumento della spesa pubblica, dal suo dilatamento e dal suo ingigantimento: servivano investimenti, si diceva; bisognava sostenere la domanda, si aggiungeva; era necessario l’intervento dello Stato, si concludeva.

E così, sotto l’ala della giustificazione nobile, si sono coperti anni e anni di mala politica: la spesa pubblica “improduttiva” (gli sprechi, per intenderci) è diventata sempre più grossa, alimentata da investimenti sbagliati e mal indirizzati, e ha finito per soffocare la parte di spesa “produttiva”, riferita all’erogazione dei servizi pubblici. Epperò, ogni volta che si chiede di tagliare la “spesa pubblica”, parte la corale alzata di scudi: “si taglino gli sprechi, ma non i servizi!”; sacrosanto, ma avete provato a chiedervi “quanti sprechi si annidano tra i cosiddetti servizi?”. Ecco, il Ministro Giarda ha fatto il punto della situazione in un doc che è stato pubblicato sul sito del Governo, oggi: il costo di produzione dei servizi pubblici è aumentato in trenta anni molto di più di quelli del settore privato – con un aggravio di spesa di circa 70 miliardi. E a tutto questo si aggiungono poi le decisioni sulla messa a frutto delle risorse, sbagliate perché influenzate dalla sfera politica e dai numerosi interessi costituiti del nostro Paese.

Tutto questo e molto altro deve essere radicalmente modificato e la decisione del Governo di mettersi all’opera (per ora con le forbici, quando però servirebbe uno strumento un attimino più aggressivo) è sicuramente positiva. Perché, come ha giustamente fatto notare Carmelo Palma su Libertiamo, con questa scelta (forse) si è finalmente capito che il sistema Italia per come ha funzionato finora (e non pensate sia un male recente, basterebbe rileggersi cosa scriveva Sturzo nel ’50), non va bene (non è mai andato bene): se si fa un buco, non lo si può coprire con un altro, “in uscita (e quindi da sinistra) o in entrata (e quindi da destra)”.

La spending review, espressione che speriamo possa presto entrare a far parte del nostro vocabolario politico quotidiano, non è e non può essere solo un “mezzo occasionale”, per evitare qualcosa (come può essere l’aumento dell’IVA ad ottobre): deve essere un “metodo permanente”, per liberare energie nuove e “restituire alla vita l’infrastruttura pubblica”. Solo che, perché questo accada, bravi tecnici e competenze acclarate non basteranno: serve una chiara e decisa volontà politica. E anche un po’ più di onestà intellettuale in materia.

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Sull’IMU Maroni recuperi la memoria

postato il 30 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Roberto Dal Pan

Stupisce anche chi è abituato a leggere e parlare di politica il candore virginale con cui alcuni esponenti partitici, peraltro con rilevanti ruoli ricoperti nei passati governi, riempiono i media di dichiarazioni in cui si dichiarano accesamente contrari ad un provvedimento di legge che, guarda caso, porta in calce la loro firma. Stiamo parlando, è evidente, dell’IMU e della pretesa “obiezione fiscale” tanto invocata dallo stato maggiore della Lega Nord, a cominciare dal “nuovo” leader Roberto Maroni.

Orbene, se le parole hanno ancora un senso ed i numeri non tradiscono, l’IMU è stata introdotta nell’ordinamento italiano dal Decreto Legislativo 14 marzo 2011 n. 23 recante “Disposizioni in materia di Federalismo Fiscale Municipale”; il suo articolo 8 introduce infatti la famigerata “Imposta Municipale propria” di cui si parla. Scorrendo fino alla fine il testo di legge si scorge la firma del Presidente della Repubblica seguita da quella del Presidente del Consiglio pro-tempore Silvio Berlusconi e poi compaiono le firme degli allora ministri interessati tra cui Tremonti, Bossi, Calderoli e Maroni.

La norma era infatti stata introdotta nell’ambito del pacchetto relativo al federalismo fiscale come parziale ristoro dei tagli lineari fatti ai bilanci degli enti locali; tagli voluti da parte di quel governo sostenuto da una forza politica quale le Lega Nord che in ogni piazza elettorale non mancava di garantire il proprio sostegno a Comuni e Provincie salvo poi avallare la rapina ai danni dei loro bilanci.

Nella sua stesura originaria l’IMU doveva entrare in vigore dal 2014 e forse non era una data proprio casuale se la fine ordinaria della legislatura è prevista per il 2013; imporre nuove tasse è sempre impopolare, meglio se la colpa ricade su qualcun altro. L’anticipazione al 2012 è stata disposta in via sperimentale dal Decreto Legislativo 6 dicembre 2011 n. 201 recante “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità ed il consolidamento dei conti pubblici” e proprio approfittando del periodo sperimentale sarà possibile correggere alcune anomalie che dovessero manifestarsi.

In queste settimane i partiti, e la politica in generale, sono nell’occhio del ciclone a seguito della scoperta di alcuni imbrogli nella gestione dei rimborsi elettorali e più in generale a causa dei molti demagoghi che non perdono tempo per predicare bene e razzolare male. La serietà, il senso di responsabilità e la capacità di assumersi gli oneri oltre che godere degli onori dovrebbero essere gli antidoti al vento dell’antipolitica. Chi preferisce confondere e mistificare per parlare alla pancia della gente deve essere conscio che maneggia un’arma estremamente pericolosa che facilmente gli si può ritorcere contro.

Non c’è altro modo se non quello di fare le cose seriamente, diceva ieri sera Pier Ferdinando Casini in televisione; speriamo che anche qualcuno dei troppo numerosi arruffapopolo si fosse sintonizzato.

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Grazie a Monti l’Europa ha preso la strada giusta

postato il 28 Aprile 2012

E’ Monti che ha impostato il tema della crescita ed e’ grazie a lui che in Europa oggi se ne parla. L’Italia negli ultimi 15 anni  è cresciuta la metà della media europea ed ora, grazie a Monti, l’Europa ha preso la strada giusta: rigore prima e poi crescita. Diamo tempo al Governo di fare cose che gli altri non hanno fatto nonostante abbiano avuto anni e anni a disposizione.

Pier Ferdinando

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Al voto nel 2013, a Monti carta bianca

postato il 24 Aprile 2012

Si andrà a votare ad aprile-maggio dell’anno prossimo perché, in un’emergenza forte e nel mezzo di una bufera internazionale come quella nella quale ci troviamo, è bene che Monti possa avere carta bianca e possa continuare a governare: con lui siamo in buone mani.

Pier Ferdinando

 

 

 

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Non si fa politica con la demagogia

postato il 23 Aprile 2012

Senza tasse si fa la fine della Grecia

I progetti politici seri non si fanno con la demagogia. I facili annunci non servono. Quando sento che si promette ad ogni pié sospinto di abbassare le tasse non ci si rende conto in che condizioni è l’Italia. Tutti vorremmo abolire le tasse ma sono necessarie per cercare di evitare che l’Italia faccia la fine della Grecia.

Pier Ferdinando

 

 

 

 

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Piccola guida all’IMU

postato il 20 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Dopo mesi e settimane di discussioni, l’IMU è diventata una realtà. Certo una realtà amara per il contribuente italiano, ma è una delle ultime eredità del precedente governo Berlusconi, che con questa tassa voleva ripristinare l’ICI che era stata frettolosamente tolta dallo stesso Berlusconi due anni prima.

Ma l’IMU è solo il primo passo per una razionalizzazione e normalizzazione dell’ambito immobiliare, poiché nei prossimi anni entrerà a regime anche la riforma del catasto che aggiornerà il sistema di valutazione degli immobili, passando dal conteggio dei vani di un’abitazione alla metratura e adeguando al contempo i valori a quelli attuali di mercato (in questo momento vi sono immobili di pregio con rendite catastali bassissime perché risalenti agli anni ’70 e ’60).

Per quanto riguarda l’IMU è molto importante sottolineare l’avvenuta approvazione di un emendamento presentato dall’on.le Galletti che permette ai contribuenti di scegliere se pagare l’Imu sulla prima casa in due o tre rate. Questa scelta, sembra solo formale, ma non lo è se consideriamo che entro il 16 giugno, il contribuente potrà decidere se pagare il 33% e avere a disposizione altre due rate (settembre-dicembre) oppure pagare il 50%a giugno e l’altra a metà a dicembre.

Per gli immobili diversi dall’abitazione principale restano le due scadenze e l’aliquota base del 7,6 per mille invece che a quella del 4 (prevista per l’abitazione principale). Il problema si presenterà a Dicembre in ogni caso: non solo i Comuni renderanno operative le eventuali nuove aliquote (e considerando che la metà dell’introito sarà incamerato dallo Stato, è prevedibile che i Comuni punteranno alla aliquota massima), ma vi potrebbero essere, da parte del Governo, variazioni sulle aliquote standard e sulle detrazioni in base al gettito della prima rata.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento, queste possono avvenire tramite il modello F24 bancario, mentre il canale postale sarà utilizzabile solo per l’ultima rata.

Infine, riguardo al nodo degli anziani che lasciano la propria casa per trasferirsi in un ospizio o in una casa di riposo, venendo meno la residenza l’abitazione non sarà più principale e dunque dovrebbe essere sottoposta all’aliquota del 7,6 per mille invece che a quella agevolata. In realtà già il decreto Salva-Italia lasciava ai Comuni la possibilità di considerarla comunque prima casa: ora questa opzione è stata ulteriormente esplicitata, sempre che l’immobile in questione non sia affittato. Uguale trattamento potranno avere le case lasciate libere dagli italiani residenti all’estero.

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Abbiamo evitato di finire come la Grecia

postato il 18 Aprile 2012

Il governo ha il compito di evitare all’Italia di fare la fine della Grecia, ha attuato alcune riforme, ha chiesto sacrifici, ma se riparte lo sviluppo e l’Europa fa la sua parte, lo sbocco può essere l’alleggerimento della pressione fiscale, che però non si può promettere oggi. Farlo ora farebbe tornare l’Italia nel mirino dei mercati.

Pier Ferdinando

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L’impalcatura della riforma sul lavoro va mantenuta

postato il 13 Aprile 2012

Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione

L’impalcatura del provvedimento sul lavoro e’ buona, va mantenuta e non puo’ essere smantellata, mentre sul tema della flessibilita’ in entrata ci sono margini di miglioramento: ci si deve lavorare con serieta’, senza ultimatum. E’ un momento delicato per il nostro Paese, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione evitando di essere un equipaggio che rema scompostamente ognuno da una parte diversa.

Pier Ferdinando

 

 

 

 

 

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