Banche: «Pompiere in commissione? Evitare gli incendi è un lavoro serio»
L’intervista di Lorenzo Salvia pubblicata sul Corriere della Sera
Presidente Casini, lei era contrario alla commissione d’inchiesta sulle banche e per questo non partecipò al voto sulla sua istituzione. Ora che i lavori sono finiti ha cambiato idea?
«I rischi da me paventati si sono dimostrati profetici: le ventate della campagna elettorale sono entrate prepotentemente in commissione».
Quindi sarebbe stato meglio non farla?
«Molto dipende dalle indicazioni che riusciremo a dare al legislatore con la relazione finale. Credo che alcuni temi siano già scolpiti nella pietra: l’opportunità di creare una magistratura specializzata in materia finanziaria, l’eccessiva pluralità di organismi vigilanti e autorità che emanano normative nel settore, una comunicazione più trasparente tra banche e clienti e, soprattutto, un rapporto più fluido tra gli organi di vigilanza, perché tra Banca d’Italia e Consob non tutto ha funzionato come doveva».
Ma lei crede davvero che sarà possibile fare una relazione unica, mettendo d’accordo tutti i partiti?
«Guardi, rispetto a questa commissione fare il presidente della Camera era stata una passeggiata. Non sarà facile. Ma la mia proposta è che ci sia un’impalcatura unica».
Secondo Giorgia Meloni, non aver sentito Marco Carrai è un insulto ai risparmiatori.
«Il vero insulto è strumentalizzare la commissione per fare campagna elettorale. Invece di chiedere una nuova commissione, Meloni poteva partecipare di più a questa».
Ma non sarebbe stato utile convocare Carrai per capire meglio i motivi di quella mail all’allora ad di Unicredit Federico Ghizzoni?
«Sono problemi che riguardano un imprenditore e un banchiere, non la commissione».
Il comportamento di Maria Elena Boschi, secondo lei, è una pressione?
«Le pressioni sono state smentite dallo stesso Ghizzoni».
Ma un ministro che si interessa a una banca non è, di per sé, una pressione?
«Ma guardi che Ghizzoni non è mica psicolabile. E poi un politico che non si interessa a una banca che rischia di lasciare nei guai migliaia di cittadini e un territorio intero non fa bene il suo lavoro»
Anche se il padre è nel vertice di quella banca? Non c’è conflitto di interessi?
«Il vero danno alla figlia l’ha fatto il padre. Ma al caso Etruria abbiamo dedicato uno spazio smisurato solo per dimostrare che non c’erano santuari inviolabili».
Ma è opportuno che la Boschi si ricandidi?
«Sono l’ultimo che può rispondere a questa domanda. Ma mi pare che oramai siamo alla caccia alle streghe. Ora le contestano anche i viaggi come ministro: se si facessero le pulci così a tutti i politici non ne sopravvivrebbe nemmeno uno».
E lei, invece? Gira voce che non si ricandidi.
«Forse ne sapete più di me. Non ho ancora deciso. L’unica condizione che ho posto è che non si faccia una lista civetta del Pd ma una lista seria, che valorizzi il lavoro fatto in questa legislatura».
Il Movimento 5 Stelle la accusa di aver fatto il pompiere.
«In commissione abbiamo lavorato benissimo, lo dicono anche loro. Poi, fuori dal Parlamento, fanno campagna elettorale. Detto questo, il pompiere è un lavoro molto serio. Li ringrazio perché mi fanno pensare agli eroi dell’11 settembre».
Addirittura
«Senza i pompieri gli incendi metterebbero in ginocchio tutto il Paese».