Papa Francesco a Cuba e negli Usa
postato il 23 Settembre 2015A Uno Mattina si parla anche della situazione in Siria e di Isis
A Uno Mattina si parla anche della situazione in Siria e di Isis
Ospite di “L’aria che tira”, il programma di Myrta Merlino in onda su La7
Grasso può solo dire no agli emendamenti
L’intervista di Alberto D’Argenio a Pier Ferdinando Casini pubblicata su Repubblica.
“Questa riforma passerà tranquillamente, le congiure secondo me esistono solo nell’ intenzione di qualche apprendista stregone e mi auguro che anche Forza Italia dia un segnale di intelligenza politica: ricordo a tutti che dietro l’angolo non ci sono solo le elezioni, ma la vittoria del populismo e dell’antipolitica. Sarebbe l’ennesima prova dell’inconcludenza di un parlamento che volle la rielezione di Napolitano con l’impegno di riformarsi”.
Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri, sprona i colleghi a votare la riforma costituzionale. E si dice certo che alla fine il Presidente Grasso ammetterà emendamenti solo sul comma 5 dell’articolo sull’elezione indiretta del nuovo Senato, come chiede il governo.
Eppure un accordo ancora non c’è e anche alcuni senatori del suo gruppo, Ap, si dicono pronti a votare contro
“E’ sacrosanto rivendicare libertà di coscienza su leggi eticamente sensibili, che non possono vincolare le forze di governo, ma sbaglierebbero a disperdere l’elemento costitutivo del gruppo votando contro le riforme che per molti nell’Ncd sono la ragione di fondo della rottura con Berlusconi e della collaborazione con il centrosinistra. Un no alle riforme sarebbe la negazione della propria ragione sociale:per carità, in politica ho visto di tutto, ma questo sarebbe un suicidio in diretta. [Continua a leggere]
L’intervista di Lorenzo Bianchi a Pier Ferdinando Casini pubblicata su QN
«L’autopsia sul pescatore ucciso? È uno dei tanti misteri della vicenda. Andrà chiarito senza fare sconti a nessuno. L’Italia vuole la verità. Non ci siamo mai opposti alla necessità di fare chiarezza».
Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, non tace le sue perplessità sul modo di procedere degli investigatori e dei giudici indiani nell’odissea cominciata nel 2012 con l’arresto di Massimiliano Latorre e di Salvatore Girone, i capi del nucleo militare di protezione della petroliera Enrica Lexie accusati dall’India di aver fulminato due pescatori scambiandoli per pirati.
Che ne pensa dell’intera questione?
«Dopo quasi quattro anni l’India tiene ancora in piedi, in sostanza, un regime di detenzione senza neppure aver formulato un capo di imputazione. È la madre di tutte le ingiustizie. Per questa ragione si è dovuta imboccare l’unica strada rimasta, quella dell’arbitrato internazionale».
Perché solo ora?
«L’Italia ha commesso l’errore di confidare nell’Autorità giudiziaria indiana. Abbiamo solo perso un sacco di tempo. I marò hanno pagato sulla loro pelle». [Continua a leggere]
L’intervista di Marco Ventura a Pier Ferdinando Casini pubblicata su Il Messaggero
«Sembra passata un’epoca dall’11 Settembre, un’intera ondata della storia, e l’amara constatazione dopo 14 anni è che abbiamo fatto passi indietro: la strategia occidentale di contrasto al terrorismo si è rivelata inefficace».
Il presidente della Commissione Esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, l’11 Settembre si trovava nella sua stanza di presidente della Camera: «Ero con D’Alema, qualcuno ci disse di sintonizzarci sulla Cnn. Rimanemmo stupefatti di fronte a quella violazione di un tempio, a quella strage».
E adesso?
«Bisognerebbe fare autocritica su certe missioni militari basate, dall’Iraq alla Libia, su un eccesso di fiducia, sull’idea che rimossi i dittatori la strada per la democrazia sarebbe stata più agevole. I dittatori sono stati rimossi, ma quei Paesi sono piombati in un caos generalizzato. E dalle ceneri della primavere arabe sono nate restaurazioni o Stati terroristici».
Che cosa deve temere di più l’Occidente?
«Nuovi attentati, magari per mano di foreign fighters figli di una nostra generazione perduta, ma anche insediamenti territoriali terroristici che grazie a armi, petrolio e tanto denaro hanno fatto saltare le statualità definite dopo la Grande Guerra. Non esistono più Iraq, Siria, Somalia, Libia. Intere aree del’Africa centrale sono dominate dai terroristi di Al Shabaab e Boko Haram. In Siria è impossibile distinguere buoni e cattivi, perché all’Isis si contrappongono eredi di Al Qaeda come Al Nusra o regimi agonizzanti come quello di Assad».
Quanto ci costa il disimpegno americano in Medio Oriente?
«Gli americani scottati dagli interventi in Afghanistan e Iraq, rassicurati dall’autosufficienza energetica raggiunta con lo shale gas, concentrati sul Pacifico orientale, sembrano dirci: adesso siete maggiorenni e provvedete da voi. Ma chi siamo noi? L’Europa è un’entità ancora astratta, purtroppo, nella politica estera e di difesa. E il dialogo con interlocutori fondamentali come la Russia è condizionato dalla vicenda ucraina».
Non rimpiangerà mica la Guerra Fredda? [Continua a leggere]
Al microfono Guido Del Turco
Oggi l’incontro con il Presidente della Repubblica Abdelfattah Al Sisi
Missione parlamentare a Il Cairo insieme a Giulio Tremonti (Gal), Emma Fattorini e Paolo Corsini (Pd).
“Tra Egitto e Italia c’è un rapporto speciale. Siamo impegnati insieme contro il terrorismo e siamo impegnati sul fronte libico perché senza una statualità libica saremmo invasi dai rifugiati e avremmo il terrorismo alle nostre porte: vale per l’Egitto e per l’Italia.
Dobbiamo lavorare, Europa, mondo arabo, Stati Uniti e Russia: perché se saltano gli Stati come Siria e Libia saremmo invasi dai rifugiati. E non ci saranno muri per poterci difendere, una soluzione non solo inumana ma anche inefficace. Allora la concertazione -ha proseguito- tra Egitto e Italia è fondamentale perché dobbiamo ricreare in Libia uno Stato per battere il terrorismo e bloccare i trafficanti di uomini”.
Oltre ad al Sisi, vi sono stati colloqui con il Primo ministro Ibrahim Mahlab e il ministro degli Esteri egiziani, Sameh Shoukry e il Segretario generale della Lega araba Nabil el Araby. Di particolare rilievo i colloqui con il Grande Imam di Al Azhar, Ahmed Al Tayyeb, e, successivamente, con la massima autorità spirituale copta, Papa Tawadros II.
L’intervista di Virginia Piccolillo a Pier Ferdinando Casini, pubblicata sul Corriere della Sera
Troppi errori, evitiamo di ripetere il disastro in Libia
Presidente Pier Ferdinando Casini, la Francia ha iniziato le ricognizioni aeree contro l’Isis in Siria. Ha fatto bene Matteo Renzi ha sfilarsi?
«Certamente. I protagonismi non servono a nulla. Renzi fa benissimo a non assecondarli. Di errori ne abbiamo alle spalle una lunga catena.
A quali errori si riferisce?
«Prima si è rinunciato a formare un’opposizione credibile ad Assad. Poi gli Stati Uniti, con l’appoggio di David Cameron, hanno proposto un intervento armato, al quale poi hanno dovuto rinunciare. E dopo qualche mese hanno organizzato raid aerei contro l’Isis trovandosi di fatto in un coordinamento con quell’Assad che prima volevano abbattere».
Piuttosto che temporeggiare la Francia sceglie i raid. Perché sbagliano?
«L’efficacia dei raid aerei è pressoché zero. Mi sembra una mossa pubblicitaria a fini interni. E non si può procedere in ordine sparso perché il contesto geopolitico è pieno di contraddizioni». [Continua a leggere]
Il Presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, questa mattina ha incontrato a Roma il Presidente della Repubblica federale di Somalia, Hassan Sheikh Mohamud in visita in Italia. Al centro dei colloqui i temi dell’immigrazione, della lotta al terrorismo, in particolare dei gruppi di Al-Shabaab e Boko Haram attivi nel continente africano, e della necessità di stabilizzare le istituzioni somale con particolare riferimento alle prossime elezioni parlamentari.