Archivio per Febbraio 2011

06 febbraio, Roma

postato il 6 Febbraio 2011

Ore 10.00 – Tempio di Adriano

‘Oltre le divisioni. Le idee di Pinuccio Tatarella per una nuova Repubblica’ con Luciano Violante. Modera Mario Orfeo. Introduzione di Antonio Buonfiglio e Salvatore Tatarella. Conclusioni di Gianfranco Fini

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Rassegna stampa, 6 febbraio 2011

postato il 6 Febbraio 2011
Il Cav. passa al “contrattacco”: messo all’angolo in questi giorni dalla triangolazione giudici-Napolitano-opposizioni, B. ha scelto di giocare di nuovo tutto sull’attacco, dicendosi sicuro che i nemici cederanno. Per questo è pronto ad avviare il tanto atteso rimpasto di governo, imbarcando piccoli, piccolissimi e medi partiti, al fine di garantirsi una sopravvivenza (leggete “agonia”) più lunga: vi ricordate la retorica del voto utile del 2008? Andatela a raccontare a Storace, che ieri ha visto entrare il proprio partito nella compagine governativa, con l’assegnazione di un sottosegretariato a Nello Musumeci: come cambiano i tempi, eh? Mario Ajello, sul Messaggero, ci spiega che in ballo ci sono ben 12 poltrone, da spartire a rate e secondo convenienza; Sonia Oranges, sul Riformista, ci racconta della svolta “proprio moderata” che ha imboccato questo Governo; Filippo Ceccarelli, su La Repubblica, e Fabio Chiusi, su Il Nichilista.it, analizzano la riesumazione dello Storace-kleenex e del valore della coerenza; Gianluca Rosselli, su Libero, poi, ci offre la chicca della giornata: a salvare la legislatura saranno i radicali, gli alfieri della moderazione e estremamente compatibili con i valori tanto sbandierati dal Pdl (contenti loro, ma non vengano a farci la morale!). Eugenio Scalfari, nel suo editoriale domenicale, scrive di un leader in fuga, come l’omologo egiziano, Mubarak, mentre Travaglio e Mughini si concentrano sulla presunta esistenza delle foto dei festini ad Arcore: per il primo, ogni scatto equivale a un ricatto, mentre il secondo esorta il Centrodestra tutto a smettere di difendere il Cav, qualora dovessero venir fuori queste benedette foto. Infine, spazio ai temi dell’economia: Giuliano Amato, sul Sole, ritorna sul discorso della patrimoniale; Serena Felleoni ci espone la proposta dell’Istituto Bruno Leoni sulla modifica dell’art. 41 della Costituzione; Mario Monti, infine, esorta il CDM a varare proposte serie e non i soliti slogan.

«Silvio al Colle? No. Lui ha solo diviso» (Arturo Celletti, Avvenire)

Il Cavaliere pronto a sfidare il Colle “Tiro dritto, Napolitano cederà” (Carmelo Lopapa, La Repubblica)

Rimpasto per 12 poltrone, ma a rate (Mario Ajello, Il Messaggero)

E il governo imbarca la Destra (Amedeo La Mattina, La Stampa)

Il pensierino di Storace (prima di andare a dormire) (Fabio Chiusi, Il Nichilista.it)

E Silvio ricicla lo Storace-kleenex (Filippo Ceccarelli, La Repubblica)

Bella svolta. Proprio moderati (Sonia Oranges, Il Riformista)

Alfano alla guida del Pdl mossa chiave per il rimpasto (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Cesa: bravo Silvio, ma spiegalo al tuoi… (La Padania)

Berlusconi: voglio il processo breve (Alberto D’Argenio, La Repubblica)

A blindare la Camera ci penserà Pannella (Gianluca Roselli, Libero)

Chi comanda sul Pd (Alessandra Sardoni, Il Foglio)

Come emendare l’Articolo della Costituzione sulla libertà d’impresa togliendo ogni giustificazione per l’interventismo statale (Serena Sileoni, IBL.it)

Severgnini – Immigrati, la lezione inglese per l’Italia (Beppe Severgnini, Corriere della Sera)

Se arriva la foto del Cav, non lo si può difendere (Giampiero Mughini, Libero)

Scatti e ricatti (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)

Impegni reali, non false promesse (Mario Monti, Corriere della Sera)

Il fantasma della patrimoniale (Giuliano Amato, Sole24Ore)

Il Cavaliere e il raìs. Due leader in fuga (Eugenio Scalfari, La Repubblica)

I due cardinali, mossa felpata per una nuova Margherita (Fabio Martini, La Stampa)

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Persecuzioni anti cristiane, non bisogna rassegnarsi

postato il 5 Febbraio 2011

Il governo italiano ha sollevato meritoriamente la questione delle persecuzioni contro i cristiani con il ministro Frattini. Il Consiglio d’Europa ha fatto molto, ma i governi dell’Unione europea hanno fatto molto meno.
Sulle persecuzioni anti cristiane dobbiamo essere vigili, non possiamo rassegnarci all’indifferenza dell’opinione pubblica e dobbiamo far sentire la nostra voce. Il tema della reciprocità con l’Islam e le altre religioni è per noi una questione ineludibile.

Pier Ferdinando

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Egitto, Europa debole non ha peso su Mubarak

postato il 5 Febbraio 2011

Il presidente egiziano Mubarak ha ormai esaurito la spinta propulsiva, e la sua presenza costituisce un tappo allo sviluppo.
Ma l’Europa non ha forza sufficiente per imporgli una scelta e Mubarak non si preoccupa delle dichiarazioni congiunte dei capi di Governo dell’Unione, che parlano con voci separate, si preoccupa soltanto di Obama.
Mubarak è stato in parte una garanzia per l’Occidente, un bastione contro l’islamismo ed ha fatto cose positive.
Ma dopo 35 anni c’è una sfida al cambiamento e, nella vita, quando si passa la misura non si è piu’ credibili.

Pier Ferdinando

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Questo non è un momento storico, è solo un momento triste

postato il 5 Febbraio 2011

I ministri Tremonti e Calderoli presentando alla stampa il decreto sul federalismo municipale hanno parlato di “svolta storica” per il Paese ignari che qualche ora dopo su questa svolta storica sarebbe arrivato lo stop del Quirinale. Non siamo davanti ad un capriccio del Presidente Napolitano, o ad un insperato aiuto all’opposizione da parte del Colle  ma ad un forte richiamo al rispetto delle procedure e delle istituzioni.

Il Presidente Napolitano, infatti, non è entrato nel merito della riforma federalista ma ha rilevato, giustamente, un comportamento scorretto del governo che pur di portare a casa immediatamente la riforma ha preferito una strada breve ma solitaria dove Parlamento ed Enti Locali non sono minimamente considerati. Al di là degli effetti politici che il “no” del Quirinale avrà, credo sia importante leggere tra le righe l’importante richiamo al governo e alla maggioranza non solo ad una prassi istituzionale corretta ma anche ad evitare un certo “avventurismo istituzionale” dal quale l’Italia non trae alcun beneficio. Ed è questa assenza di rispetto, questa irresponsabilità diffusa che sconforta, è il vedere una riforma ridotta a trofeo da esibire al momento opportuno ai propri elettori che fa dubitare seriamente del fatto che ci si trovi davanti ad una svolta storica.

L’Italia è un paese che le svolte storiche le ha vissute veramente e sa che questi momenti, per essere veramente storici, debbono essere caratterizzati dalla convergenza e dall’unità, dall’impegno e dal lavoro comune. Pensare che una riforma della portata del federalismo fiscale municipale possa essere varata “con espedienti mediocri e con un rapporto tanto spregiudicato nei confronti delle istituzioni rappresentative” è un’offesa alla Politica, al Parlamento e alla Nazione.

E’ grave che qualcuno pensi di fare le riforme nello stesso modo in cui si telefona in questura per far rilasciare una presunta nipote di Mubarak, ed è altrettanto grave che qualcun’altro pensi che da queste spericolate prove di forza possa nascere qualcosa di buono. Ancora una volta è stata persa un’occasione per aprire un dialogo e fare il bene dell’Italia, ancora una volta hanno prevalso la prepotenza e l’ingordigia elettorale di pochi. Questo non è un momento storico, ma soltanto un momento triste della storia repubblicana.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Rassegna stampa, 5 febbraio 2011

postato il 5 Febbraio 2011
Il Governo è arrivato alle strette e in mezzo a tante difficoltà, si è lasciato andare a un inaudito colpo di mano, pensando a un decreto del CDM per riparare allo stop della Bicamerale sul Federalismo Fiscale. Il resto lo sapete: il provvedimento ha mandato su tutte le furie il Presidente Napolitano, che ha cassato il decreto immediatamente, e ha invitato il Centrodestra “a fermarsi subito”, onde evitare ulteriori danni. Meno male che Giorgio c’è, diciamo con Peppino Caldarola sul Riformista: se non ci fosse stato lui, chissà dove saremmo arrivati. E la Lega, invece, cosa farà adesso? Stefano Folli, sul Sole, consiglia “prudenza”, perché si sa, la fretta è cattiva consigliera; mentre Marcello Sorgi, su La Stampa, si domanda se Bossi, sulla spinta del malcontento leghista, accetterà di continuare questa esperienza governativa o se, invece, si lascerà sedurre dalla possibilità di un Governissimo, con a capo Maroni (per capire meglio, leggete anche l’Unità). Che abbia ragione Pigi Battista, che sul Corriere analizza l’inutile e indecente teatrino della politica d’oggi? Temiamo di sì.  Nel frattempo, mentre Bersani apre a un patto costituente con le opposizioni (e Vendola cerca il dialogo con Casini), monta la polemica contro il Tg1, questa volta con i CDR di Tg2 e Tg3 e il richiamo di Garimberti che invocano maggiore serietà e rispetto per il servizio pubblico. Solo che qui, “qualcuno” continua a fare orecchie da mercante. E che mercante!

Lo sconcerto del Quirinale: «Meglio che si fermino subito» (Marzio Breda, Corriere della Sera)

Berlusconi attacca i magistrati. “Italia repubblica giudiziaria” (Alberto D’Argenio, La Repubblica)

Napolitano: “Questa legge io non la firmo” (Francesco Grignetti, La Stampa)

Casini: bene il Colle, atto dovuto il no al decreto. L’Udc: La Loggia vada via (Il Messaggero)

La corsa della riforma non è ancora a metà (Alessandro Barbera, La Stampa)

Bersani: ora confronto con tutta l’opposizione. Sì a una fase costituente (Andrea Garibaldi, Corriere della Sera)

E Vendola apre a Casini (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Il disperato bluff di Bossi, prigioniero del Cavaliere (L’Unità)

Lo strano sogno di D’Alema e Gianfry: finire a fare il secondo di Casini (Libero)

Intervista al premier, il Tg1 contro il Tg3 (Marco Mele, Sole24Ore)

Fini-Barbareschi, lite con lancio di penne. Malumori tra i futuristi in vista della costituente (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Battista – Il teatrino della politica (Pierluigi Battista, Corriere della Sera)

Sorgi – Il Senatùr tra i due fuochi: cederà alle lusinghe di un “governo Maroni”? (Marcello Sorgi, La Stampa)

Caldarola – Meno male che Giorgio c’è. Ha rimediato allo strappo (Peppino Caldarola, Il Riformista)

Folli – Quella fretta cattiva consigliera (Stefano Folli, Sole24Ore)

Mubarak vacilla ma non cede (Alberto Negri, Sole24Ore)

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No al federalismo delle tasse

postato il 4 Febbraio 2011


Riprendere il dialogo tra maggioranza e opposizione

La scelta del governo di varare il decreto sul federalismo malgrado lo stop in commissione bicamerale è stata pura irresponsabilità, avventurismo istituzionale.
Questo è il federalismo delle tasse e la strada maestra, dopo il richiamo del Capo dello Stato, è invece quella di realizzare un federalismo virtuoso, riprendendo il dialogo tra maggioranza e opposizione.

Pier Ferdinando

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Dal premier solo appelli e mai fatti

postato il 4 Febbraio 2011

Sarebbe drammatico se davvero l’Italia fosse una Repubblica giudiziaria come dice Berlusconi.
Il giudizio sulle sue serate è severo, ma non è un giudizio politico. Quello arriva perché il presidente del Consiglio non ha mai risolto uno dei problemi di cui va parlando da 20 anni: da lui arrivano solo appelli e mai fatti.

Pier Ferdinando

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Da Napolitano atto dovuto

postato il 4 Febbraio 2011

La decisione del Capo dello Stato di considerare irricevibile il decreto sul federalismo municipale, senza che il governo abbia riferito alle Camere, rappresenta un atto dovuto. Sarebbe stata una follia prendere una scorciatoia di questo tipo.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 4 febbraio 2011

postato il 4 Febbraio 2011
Bye-bye Federalismo: il pareggio in Bicamerale stoppa il progetto della Lega e benché il Governo si ostini a dire che va tutto bene (capirete, ci siamo abituati ormai), le tensioni con il Colle o con i leghisti in primis sono fortissime. Questa è la vittoria di Casini e dell’Udc: vi ricordate quando due anni fa, fummo gli unici a spiegare che questo Federalismo era un rischio e avemmo il coraggio di votare no, quando Idv votò addirittura sì e il Pd si astenne? Ebbene, guardate chi aveva ragione: il tempo, si sa, è galantuomo. Tanto che, udite udite, perfino La Padania (sia pure con i soliti toni “celoduristi”) è costretta a riconoscere che Casini è ormai il “leader” delle opposizioni, l’uomo guida della proposta alternativa a Berlusconi (ovviamente, riconosciamo al grande Baldassarri il coraggio di essere coerente con sé stesso e i propri ideali, al contrario di altri). Il Messaggero si concentra sulla “doppia” sconfitta di Bossi: né la tanto agognata riforma federale, né le urne e – aggiunge il Corriere – l’Umberto deve anche guardarsi dai malumori della base, stanchi di fare i cani da guardia di Berlusconi (eppure, sottolinea Folli sul Sole, ci sono molti validi motivi per cui l’alleanza Pdl-Lega reggerà: sarà così?). Infine, leggete la bella intervista di Andrea Riccardi sul Corriere: un invito ai cattolici a “tornare a contare”. In quale luogo politico? Ovviamente, in un nuovo e rinnovato Centro, che sia la chiave per accedere a un nuovo futuro.

Federalismo, pareggio in Bicamerale. Ma il governo va avanti: sì al decreto (Roberto Bagnoli, Corriere della Sera)

Berlusconi avanti, tensioni col Colle (Barbara Fiammeri, Sole24Ore)

Pd e Udc: Parlamento travolto. Fini: situazione senza precedenti (Barbara Jerkov, Il Messaggero)

Sul federalismo Bossi non rompe (Roberto Bagnoli, Corriere della Sera)

Malumori leghisti anche verso il leader: «Non vogliamo fare i pretoriani» (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Baldassarri: “Ho annunciato il mio no al premier mercoledì” (Alessandro Barbara, La Stampa)

Ruby, no della Camera alle perquisizioni, e la maggioranza tocca quota 315 (Liana Milella, Corriere della sera)

Il Pd e la «santa alleanza». «Con Udc e Fli vinciamo» (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Né urne, né riforma bipartisan. La doppia sconfitta del Senatùr (Alberto Gentili, Il Messaggero)

Così Casini li ha messi tutti al guinzaglio (Alessandro Montanari, La Padania)

Federalismo autoritario (Francesco Pacifico, Liberal Quotidiano)

Il punto di Folli – Le 315 ragioni per cui Bossi resta fedele all’alleanza con il premier (Stefano Folli, Sole24Ore)

Riccardi: «I cattolici cambino scelte politiche» (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera)

Consultori: porte aperte alla vita (Pierluigi Fornari, Avvenire)

Il Cavaliere al Tg1, crolla lo share. I giornalisti: giornata da dimenticare (La Repubblica)

Per i click day 400mila domande (Franca Deponti, Sole24Ore)

Fisco più leggero per le famiglie, la lezione del modello Parma (Annachiara Sacchi, Corriere della Sera)

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