Archivio per Gennaio 2011

Chi sta al governo fa, non scrive su giornali

postato il 31 Gennaio 2011

Premier eviti di inventarsi nemici sulla patrimoniale

Chi sta al governo ha il compito di fare le cose,  non di scrivere articoli inventandosi nemici su proposte inesistenti.
Berlusconi eviti di inventarsi che la sua battaglia è contro la patrimoniale, perché sarebbe una battaglia santa se qualcuno la volesse, ma non mi risulta che ci sia una proposta in Parlamento. Berlusconi è al governo e ha avuto tre anni di tempo per fare le cose che oggi riscopre, come le liberalizzazioni che ha bloccato o che ha fatto in modo del tutto insufficiente.
Se vuole cominciare a lavorare lavori, invece di scrivere sui giornali.

Pier Ferdinando

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Net neutrality a rischio: Facebook, Youtube, mail e Skype a pagamento?

postato il 31 Gennaio 2011

Oramai è chiaro anche agli osservatori meno esperti e più disattenti: la cosiddetta “new economy” è un giungla di soggetti più o meno monopolisti che, una volta raggiunta la propria posizione dominante, invocando un distorto principio di “libero mercato”, fanno di tutto per mantenerla in vita.
In questo, tra le grandi lobby del XIX e del XX secolo ed i vari Steve Jobs, Bill Gates, Larry Page Sergey Brin, la differenza che passa è sul serio minima.
Tale atteggiamento “imperialista”, che vede quindi tra i protagonisti anche e forse soprattuto quelli che da sempre sono i simboli del “free-share” ed al contempo dell’innovazione tecnologica come Google ed Apple, colpisce naturalmente le sempre più vuote tasche del consumatore.
Oltre ai colossi americani, però, ci sono anche i giganti nostrani ed europei pronti a dar libero sfogo alla propria avidità e a tartassare gli utenti di internet costringendoli a pagare servizi ed accessi ai portali che fino ad oggi sono stati (giustamente) gratuiti.
Per fare un esempio concreto e riferendosi al nuovo regime di mercato che i grandi ISP americani come Comcast, Verizon e AT&T vorrebbero introdurre, nei prossimi anni l’accesso a facebook, youtube, skype, e-mail, netfix ecc potrebbe essere a pagamento. In altri termini, oltre a richiedere l’attuale canone mensile per concedere la connessione e l’accesso al web, i fornitori di telefonia mobile e fissa, intendono applicare tariffe aggiuntive per fornire ai propri utenti “pacchetti specifici”. Es: canone di 19,99 euro al mese per un abbonamento internet flat da 4mb e, in aggiunta, altri 30 euro al mese per poter navigare illimitatamente su Facebook, Youtube, le caselle e-mail e per accedere a Skype.
In pratica una vera e propria inversione della filosofia internettiana; con tanti piccoli “oboli” da far pagare ai net-surfer a seconda dei servizi da loro utilizzati. Il pericolo di impennata dei prezzi e di social network, mail e chat a pagamento esiste anche per il nostro paese ed è confermato dall’ultimo discorso tenuto da Nicola D’Angelo; membro dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
Alla presentazione del libro bianco sui contenuti, D’Angelo ha difatti annunciato:”Lanceremo a breve un’indagine conoscitiva sulla neutralita’ tecnologica della rete fissa”. La cosiddetta “Net neutrality”, sta ad indicare il trattamento non discriminatorio da parte dei fornitori di linee telefoniche (Isp) e servizi web. In pratica, quando si parla di “neutralità della rete”, ci si riferisce al fatto che Telecom, Libero, Vodafone ecc non chiedano tariffe aggiuntive per accedere a servizi come e-mail, chat, social network, portali video ecc..
Secondo l’Agcom, la volontà di far crollare la net neutrality “nasce dai conflitti sempre piu’ frequenti tra l’accesso libero e senza limiti ai contenuti e l’esigenza manifestata dagli operatori di rete di gestire il traffico internet sulla propria infrastruttura per evitarne la congestione”. In particolare, nella relazione presentata nel libro bianco si legge:”Il problema della ‘network neutrality’ evidenzia un profilo tecnico, la cui soluzione e’ connessa all’individuazione del giusto equilibrio tra la parte di banda e di rete da dedicare a servizi che necessitano di una gestione e la parte di banda che deve continuare a garantire l’accesso a internet sulla base del principio del ‘best effort’. Tale equilibrio – si legge ancora – riveste particolare rilevanza sotto due aspetti: la tutela del consumatore nella sua liberta’ di accedere ai contenuti leciti su internet senza restrizioni; e la tutela degli operatori ad ottenere una remunerazione per i servizi offerti in rete ai quali si contrappongono due interessi: quelli degli Isp (Internet service provider) o dei fornitori di contenuti di garantire la massima veicolazione dei propri contenuti per raggiungere il maggior numero di utenti, e quello degli operatori di rete di restringere la parte di rete destinata a ‘best effort’ perche’ e’ sulla rete ‘managed’ che si offrono i servizi remunerativi”.
In conclusione, la nota poi precisa che: “Alla base del principio di neutralita’ tecnologica  risiede la necessita’ di favorire il benessere dei consumatori, cioe’ la possibilita’ da parte degli stessi di avere accesso ai contenuti senza discriminazione tra le reti di trasmissione. E questo principio puo’ essere pertanto riferito alla rete quanto al servizio”.
Il discorso sulla net neutrality è aperto da diversi anni ed è molto accesso soprattutto nell’America del Nord. Senza tale “regime” imposto alle compagnie telefoniche ed ai fornitori di servizi, questi soggetti potranno ridurre o aumentare la banda concessa ai propri utenti a seconda della tariffa pagata da questi ultimi. La filosofia sarà dunque semplice: più si paga, più velocemente si naviga e a maggiori portali/servizi si può accedere. In tal modo, il web garantirà un accesso totale e rapido solo a chi potrà permettersi costi medio-alti per gli abbonamenti. Non solo: data la posizione monopolista di alcuni colossi internazionali e delle compagnie telefoniche (abiutate da sempre a fare cartello per ridurre al minimo la concorrenza), i prezzi delle connessioni potranno salire proprio come accade, ad esempio, per la benzina.
Al momento, fortunatamente, quest’ultima ipotesi appare abbastanza lontana e difficile da realizzarsi concretamente nel breve periodo ma, al contempo, il rischio di rinunciare a spicchi sempre maggiori di neutralità della rete è da tenere in seria considerazione. Qui potrete visualizzare un video (in inglese) nel quale si spiega il concetto di net neutrality in maniera rapida ed elementare. Per avere un’idea ancora più chiara, potete inoltre visitare questa pagina che partito-pirata.it ha dedicato al delicato ed importante argomento.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Germano Milite

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31 gennaio, Roma

postato il 31 Gennaio 2011

Ore  17.30 – Tempio di Adriano  (Piazza di Pietra )

Presentazione del libro di Massimo Franco ”C’era una volta un Vaticano. Perche’ la Chiesa sta perdendo peso in Occidente”

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Diamo all’Italia una strategia digitale

postato il 31 Gennaio 2011

Esprimo la mia disponibilità a lavorare assieme ai sottoscrittori del manifesto di “Agenda Digitale”, affinché la definizione di una strategia per la diffusione delle nuove tecnologie rientri da subito tra le priorità del Parlamento.

La politica deve farsi carico delle istanze che partono dal basso: dalle professioni, dai territori, dall’università e dalla ricerca.

Pier Ferdinando

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Onorevoli rispettate la legge: la strana storia delle quote latte

postato il 30 Gennaio 2011

“Ancora una volta, purtroppo, avevamo ragione noi: il disegno della Lega era chiaro e ora si sta confermando come una colossale truffa ai danni di tutti gli italiani”. Mauro Libè, deputato e responsabile Enti locali dell’Udc, commenta così all’agenzia ANSA  il tentativo della Lega Nord di inserire nel cosiddetto “decreto milleproroghe” una nuova sospensione al pagamento delle multe per le quote latte.

La questione era già stata abbondantemente dibattuta in passato ed allora come adesso si era levata forte la voce del fronte contrario a tale iniziativa: fronte che comprendeva sia le organizzazioni del mondo agricolo che lo stesso Ministro dell’Agricoltura Galan oltre ovviamente allo schieramento di opposizione. Nessuna particolare obiezione era ed è  invece pervenuta dal solitamente rigido custode della finanza pubblica e cioè il Ministro Tremonti.

Ed è davvero curioso e paradossale chiedersi il perché di questo accanimento leghista nel volere a tutti i costi difendere uno sparuto gruppetto di qualche decina di allevatori padani che consapevolmente hanno infranto le regole, danneggiando la maggioranza dei loro colleghi che infatti sono unanimemente schierati contro ogni proroga dei pagamenti.

Per chiarirci le idee, o forse complicarcele ulteriormente, può allora essere utile rileggere un articolo pubblicato nel luglio scorso sul blog “Finanza e Potere” del giornalista de “Il Sole 24 Ore” Giuseppe Oddo in cui si pone in esplicito riferimento la questione delle”quote latte” con quella ben più spinosa della fallita banca padana CrediEuroNord, che doveva essere la testa di ponte leghista nella conquista del sistema bancario italiano.

Singolare poi risulta l’appello del Ministro Galan che dice: “Mi rivolgo ai parlamentari di maggioranza ed opposizione perché venga bocciato l’emendamento leghista al decreto legge Milleproroghe che prevede lo slittamento a giugno del pagamento delle quote latte.  Accoglierlo non sarebbe né legale né etico: le leggi vanno rispettate”; singolare dicevo perché dovrebbe essere superfluo e finanche offensivo il richiamo ai parlamentari affinché rispettino le leggi, visto che ne dovrebbero essere gli estensori!

Rimane l’ultima amara considerazione e cioè che il tutto si svolge lucrando sulle spalle dei moltissimi agricoltori onesti che, tra grandi sacrifici, continuano a portare avanti la loro opera in questo settore fondamentale per l’economia nazionale e nei fatti spesso dimenticato o quanto meno sottovalutato.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Roberto Dal Pan

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Chi vince le elezioni non è il padrone del Paese

postato il 30 Gennaio 2011

Pier Ferdinando Casini ospite di “Che tempo che fa”

Nessuno è al di sopra dei giudici e chi vince le elezioni non è il padrone di un Paese, non può fare quello che vuole, chi vince deve governare. Non è un compito facile, ma non si può andare avanti per proclami e finora il governo ha fatto pochissimo. Intanto Berlusconi si è barricato nel palazzo. Benissimo, è suo diritto, ma col tempo la gente smette di credere alle favole.

Pier Ferdinando

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Rassegna stampa, 30 gennaio 2011

postato il 30 Gennaio 2011
Il Polo per l’Italia sfida Berlusconi a viso aperto: le elezioni, in questo momento, sono decisamente meglio che “tirare a campare”, tuona Casini (“e delle signorine”, aggiunge il Riformista). Il Messaggero analizza la due giorni di Todi e spiega come gli aderenti del Nuovo Polo si propongano come un nuovo “centrodestra”, moderato e in linea con i valori europei del PPE: valori che sono chiari, per tutti – anche per quelli come Benedetto Della Vedova (leggete sull’Avvenire). E ha voglia Berlusconi di ostentare sicurezza, di definirci “relitti” (detto da lui, suona come un complimento): il Pdl è ormai ridotto a illusorie operazioni di “maquillage” (Unità) o, peggio ancora, ad affidarsi a un portavoce come la Santanchè; il tutto mentre, nei sondaggi, la fiducia nel premier è ai minimi storici. In questo quadro si inserisce poi la proposta di D’Alema per costituire una larga alleanza che superi il berlusconismo: Casini si dice disponibile a ragionare, pur con qualche cautela, specie nell’ottica dell’apertura di una nuova fase politica, come auspicato da Ferruccio De Bortoli sul Corriere di oggi. Leggete poi: da Liberazione, il ritratto del Ministro Franco Frattini (quello che non c’azzecca niente); da La Stampa, l’analisi di Francesco Guerrera sul rapporto di Davos (le élite devono smetterla di parlare a sé stesse); dal Corriere, il retroscena di Dario Di Vico sull’introduzione della patrimoniale (che graverebbe tutta sul Ceto medio).

La sfida di Casini: meglio elezioni che tirare a campare (Andrea Garibaldi, Corriere)

Casini stoppa Della Vedova: per noi valori chiari (Avvenire)

La lunga marcia dei moderati: noi il nuovo centrodestra (Alberto Gentili, Il Messaggero)

Casini incalza: “Meglio le urne delle signorine” (Alessandro Da Rold, Il Riformista)

Udc: meglio il voto che tirare a campare (Sole24Ore)

Casini: “Meglio votare che tirare a campare” (Natalia Lombardo, L’Unità)

D’Alema: “Serve una larga coalizione” (La Stampa)

La necessità di una tregua (Ferruccio De Bortoli, Corriere)

Tinagli, Artoni, Todini. L’idea di uno speaker donna (Corriere)

Berlusconi: “Avanti sereno. Il terzo polo? Relitti” (Corriere)

Ma un ricorso alla patrimoniale punirebbe soltanto il ceto medio (Dario Di Vico, Corriere)

E il Pdl teme l’interrogatorio della Minetti. L’ipotesi di Santanchè portavoce del governo (Il Messaggero)

L’ultima illusione del Cav: “operazione maquillage per il Pdl” (Ninni Andriolo, L’Unità)

Franco Frattini: quello che non c’azzecca (Maria Calderoni, Liberazione)

Sempre più italiani vogliono le dimissioni del presidente: il 60,6% (Il Fatto Quotidiano)

Caselli attacca Berlusconi: “Ormai la misura è colma” (Alberto Gaino, La Stampa)

Davos, l’élite che parla con se stessa (Francesco Guerrera, La Stampa)

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Il Terzo polo? Non va costruito su un leader

postato il 30 Gennaio 2011

Per la nascita del Terzo Polo la questione della leadership non deve essere determinante, perché se costruiamo una cosa nuova attorno ad una persona facciamo quello che rimproveriamo agli altri.
Quando non ci sarò più io l’Udc andrà avanti: i cimiteri sono pieni di gente che si riteneva indispensabile.

Pier Ferdinando

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C’è voglia di buona politica nella rete

postato il 30 Gennaio 2011

C’è grande entusiasmo intorno al nuovo Polo per l’Italia, un entusiasmo che è stato palpabile a Todi dove si sono riuniti i parlamentari di Udc, Fli, Api, Mpa, liberali e Repubblicani ma che traspare anche dai commenti degli internauti. Sul palco di Todi tutti gli oratori che si sono succeduti non hanno portato soltanto il loro contributo politico e programmatico ma hanno trasmesso anche la loro grinta per una nuova avventura e si è percepita la bellezza di percorsi e contributi diversi espressi di volta in volta da Italo Bocchino, Rocco Buttiglione, Bruno Tabacci.

Ma l’entusiasmo per il nuovo Polo ha varcato anche la soglia dell’Hotel Bramante di Todi e grazie alla rete si è diffuso tra gli italiani. Ed è dalla rete che viene chiaramente l’indicazione di un forte interesse per questo progetto politico: in tanti si sono collegati al sito di Pier Ferdinando Casini e alla web Tv dell’Udc (grazie!) per avere notizie e informazioni su Todi che difficilmente hanno trovato spazio sui siti dei grandi quotidiani. Ma sono stati i social network il vero termometro di questo evento: su FacebookTwitter elettori, simpatizzanti e semplici curiosi hanno trovato materiale e notizie e hanno potuto esprimere il loro interesse, le loro proposte e le loro speranze. I “mi piace” e le “condivisioni” dei social network sono diventate incredibilmente le gambe del nuovo Polo che comincia subito a  correre veloce nella rete e conseguentemente anche nei cuori e nelle menti di tanti italiani ed italiane. Naturalmente ci sono anche le critiche, che terremo in considerazione!

La rete, come stanno dimostrando le “sollevazioni democratiche” che si stanno verificando nei paesi nordafricani, è veramente la nuova “agorà”, il luogo della democrazia e del cambiamento, una forza tranquilla che tiranni e politicanti di ogni specie – ai quali risulta molto scomoda, in quanto alla rete non si può tappare la bocca – vogliono fermare per preservare il loro potere. Essere protagonista nella rete, nei social network con le idee e i programmi non è solo un auspicio ma un dovere per il Polo per l’itala che si candida a rappresentare quegli italiani che vogliono un cambiamento radicale e che  nella rete trovano quello spazio di partecipazione politica che troppo spesso è negato dalla politica.

La Redazione

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