postato il 3 Novembre 2012 | in "Politica"

Casini riapre le porte al Pd: “Patto possibile come in Sicilia se rompe con gli estremisti”

E al Pdl: ‘Appelli patetici. Voto in febbraio? Buonsenso’

Pubblichiamo da ‘La Repubblica’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Carmelo Lopapa

Al voto anche a febbraio, se sarà necessario per fare economia. Ma con una nuova legge elettorale, altrimenti tutto il sistema politico sarà travolto dall’antipolitica. Pier Ferdinando Casini si dice pronto a rilanciare l’asse col Pd che in Sicilia ha portato a un insperato successo. A patto che il partito di Bersani si liberi dagli «estremismi». Per il Ppe italiano invocato da Alfano e i suoi, tanto più dopo il «penoso» Berlusconi di Lesmo, siamo fuori tempo massimo.

Quando sarà approvata la legge di stabilità si sarà esaurita la mission del governo Monti, presidente Casini? Voto anticipato a febbraio, magari in election day con le regionali?
«Non sono interessato al dibattito, non è un affare di stato. Un mese prima o un mese dopo non cambia molto. Rispetterò in ogni caso la decisione, che spetta al presidente della Repubblica. È una valutazione di buon senso, che tiene conto delle difficoltà finanziarie e del periodo di crisi, non può diventare la disfida di Barletta».

Dice che nell’eventuale anticipo non c’entra il panico da perdita dei consensi dei partiti? L’antipolitica avanza.
«Quel problema esiste, ma non lo risolviamo certo con un mese in più di tempo».

Forse lo risolvereste intanto con l’approvazione della riforma elettorale.
«Sarebbe un harakiri della politica se non restituissimo voce ai cittadini. Il fenomeno Grillo verrebbe moltiplicato se espropriassimo ancora gli elettori della possibilità di scegliere i loro rappresentanti».

Siamo a ridosso della campagna elettorale ma della Lista per l’Italia non si hanno se non vaghe coordinate. Ce la farete?
«L’importante è che ci siano simbolo e nome all’atto dello scioglimento delle Camere. E posso assicurare che ci saranno. Sarà la lista che vedrà insieme tutti coloro che credono nella convergenza tra società civile e buona politica, nel segno della continuità del governo Monti. Non sarà il restyling dell’Udc».

Il professore resta vostro candidato naturale nonostante Bersani la pensi diversamente?
«Monti ha cambiato il linguaggio della politica in Italia. Ha compiuto scelte dolorose, sfidando l’impopolarità, ha messo al bando la demagogia e i populismi e riportato il Paese al centro della politica internazionale. Lo dico fin d’ora: migliore sarà il risultato della Lista per l’Italia all’indomani del voto, più probabile sarà la permanenza di Monti a Palazzo Chigi».

E con Monti premier sarebbe più facile sarebbe l’approdo di Casini al Quirinale?
«La presidenza della Repubblica non può finire nel tritacarne di una contrattazione partitica, solo chi ha poco senso delle istituzioni può pensarlo. Prendo atto di una cosa, tuttavia: qualcuno mi vorrebbe rottamare, altri in corsa per il Colle. Potrei rispondere che mi ritengo ancora troppo giovane, sia per l’una che per l’altra soluzione».

Ha letto del Berlusconi che da Malindi cambia di nuovo idea sul governo Monti? Continua a non piacergli.
«Il Pdl è nel Ppe dove milito anche io. Ma che quel partito ha governato male e la conseguenza è la crisi profonda in cui versa. Non basteranno colpi da teatro o predellini per risollevarlo».

Invocano ancora il dialogo con voi.
«Io non voglio chiudere il dialogo, ma c’è ormai una doppia anima nel Pdl. Quella di Berlusconi e quella di Alfano, che pur coi limiti visibili sta cercando di dare una impronta di maggiore serietà al partito. Io preferisco dialogare con chi, come me e Bersani, ha impostato la politica del governo Monti. Ad ogni modo, noi non possiamo pagare le contraddizioni di un Pdl che compie un passo avanti e due indietro. Gli appelli che ci vengono rivolti li trovo ridicoli, patetici, dopo anni di attacchi in cui non hanno mai smesso di darci per morti».

Che impressione le ha fatto il Berlusconi di Lesmo?
«Un’impressione francamente penosa. Una caricatura di vent’anni fa. Lui ha lasciato il governo compiendo una scelta responsabile, dolorosa. Ma ogni epilogo dovrebbe avere i requisiti della dignità e del decoro. A Lesmo abbiamo assistito a scene da decadenza dannunziana».

Siete reduci dal successo in Sicilia al fianco del Pd. È stata la prova generale in vista delle politiche?
«Un Udc rinnovato in quella regione ha avuto quasi gli stessi punti percentuali di Pdl e Pd. Premesso questo, è stata un’esperienza molto interessante. L’incontro tra moderati e progressisti è possibile, ma deve essere fatto in piena chiarezza e serietà».

Insomma, tra voi e loro c’è di mezzo Vendola, per altro rinfrancato dall’assoluzione.
«Sono garantista per tutti e sono lieto che sia stato assolto, per la Puglia tutta e per lui: le accuse erano alquanto singolari. Ma il problema non è personale, è politico. Io chiedo al Pd come sia possibile un’alleanza con chi ha sostenuto il referendum sull’art. 18, la battaglia al fianco dei No tav, con chi ha attaccato Monti e il suo governo. Ricordo agli amici del Pd che in Europa la sinistra ha governato bene, così Schroder in Germania come Blair in Inghilterra, dopo aver messo al bando gli estremi del sindacalismo e della politica».

Montezemolo adesso sembra davvero a un passo dall’impegno in politica.
«Porte aperte al dialogo. Ascolteremo con attenzione la loro proposta politica. Ma aggiungo: per fare cose insieme bisogna avere rispetto reciproco. Noi lo abbiamo dimostrato nei confronti di tutti. Adesso confidiamo di trovare altrettanto rispetto da parte loro».

Avverte una emergenza Grillo? Non sarà il caso di costruire una coalizione ampia già prima del voto per fronteggiare l’antipolitica?
«Rispetteremo la lettera e lo spirito della nuova legge elettorale. Ma ho molti dubbi che le ammucchiate confuse ed eterogenee servano a contrastare Grillo. Piuttosto rischiano di aiutarlo. Per noi questi mesi non sono stati una parentesi da archiviare per ritornare ai vecchi giochi, per ripresentarsi come se nulla fosse con le vecchie coalizioni. Sono quelle che hanno degradato la politica e ci hanno portato fin qui».

4 Commenti
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mario
mario
11 anni fa

quindi se ho capito bene l’articolo a te va bene Marchionne ,va bene che i sacrifici li facciano gli operai, che x guadagnare 20 minuti x andare a Lione si massacri il territorio che l’equità sia solo a parole e la crescita?che le banche dopo avere creato il disastro continuino a fare profitti e non dare soldi alle imprese e tu che sei il parlamento da 30 anni e quindi hai messo qualcosa di tuo in questo sfacelo.(sbaglio ho hai governato con berlusconi?)dici che sei troppo giovane x essere rottamato , ma quando inizi a lavorare????

Francesco
Francesco
11 anni fa

Certo che è difficile governare gli italiani. Non gliene và mai bene una, qualsiasi cosa fai hanno sempre da ridire, non sono mai soddisfatti di niente e di nessuno. Però alle ultime politiche Berlusconi ha stravinto, si sperava nell’uomo che non veniva dalla politica, ma che con la politica ci aveva saputo fare ai tempi di Craxi, e che ora assumeva più l’atteggiamento del padrone dell’Italia piuttosto che di presidente del Consiglio. Altra speranza, delusa già dalla tardiva nascita, Di Pietro, si dichiara vittima di killeraggio politico! Ed ora Grillo, che in linguaggio maleducato supera Bossi, ed in atteggiamenti da despota, supera Berlusconi e Di Pietro messi insieme. Con le sue apprezzabili imprese sportive, riesce anche a superare Putin ed il Duce. Gli elettori, in via di estinzione, e senza più speranze, come hanno votato Berlusconi così possono votare Grillo. Di fronte ad un parlamento così indegno e tracotante, la tentazione del fuoco catartico è forte. Ma non è così che si risolvono i problemi. I problemi si risolvono con serietà, lavoro, impegno, tenacia e tutto il tempo che necessita. Non sono solo i parlamentari che creano i problemi, c’è tutta una organizzazione sociale e del lavoro che và rivoluzionata, ci sono i “cani da guardia dei privilegi” che vanno neutralizzati, c’è tanto da fare anche nel piccolo per arrivare ad un nuovo “sistema Italia” più efficiente, equo e solidale.
Certo che se mai si comincia, mai ci si arriva, se chi dovrebbe guidarci verso il miglioramento generale, verso un moderno “sistema Italia” dà invece solo cattivi esempi, e vi si oppone, ci impiegheremo 100 anni!

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
11 anni fa

La Lista per l’italia sarà decisiva l’anno prossimo se fa un “Patto di sopravvivenza” con la sinistra bersaniana. Come? Dovrà essere conservatrice sui valori e molto progressista in economia.

citoyenne
citoyenne
11 anni fa

Buongiorno

Vorrei fare il punto della situazione, altrimenti rischio, s’intende che parlo per me, di capirci ben poco.

Allora:
1) il PdL, con l’uscita-non/uscita del cav. ha le idee confuse: le bambolette, capeggiate dalla bambolona, vorrebbero la ricandidatura del cav. (come sopravviverebbero altrimenti senza la ben nota beneficenza del cav.?). I cortigiani ne vorrebbero la fuoriuscita e, al tal fine invocano, a giorni alterni, una volta l’UdC, una volta la Lega. Giusto?

2) La Lega ha grandi ambizioni: vorrebbe correre da sola, ma sa di essere un partito territoriale e teme di non farcela senza l’aiuto del PdL, ma le condizioni che quest’ultimo pone sono inammissibili per il neo segretario, Maroni; allora si aggrappa ad elezioni ed elettori locali. Giusto?

3) Il PD sa bene che perde consensi anche lui a giorni alterni, allora elargisce carezze all’UdC, elargisce bacetti a Vendola, rottama Di Pietro, mentre, a loro volta, i dirigenti vengono rottamati dai parvenu. Comunque non raggiunge il 30%, mi pare. Giusto?

4) L’UdC, eterno ago della bilancia, dà un colpo alla botte e uno al cerchio: se il PdL abbandona il cav., ed allora ci si può fare un pensierino; se il PD abbandona l’estremista Vendola, ci si può fare un pensierino; se Montezemolo va a colloquiare con lui per vedere come meglio affossare il popolo italiano, allora ci si può fare un pensierino; se Giannino adegua le sue idee al pensiero montiano, allora ci si può fare un pensierino; e dopo il pensiero dominante di Casini resta sempre uno: Monti, sempre Monti, fortissimamente Monti! Giusto?

5) L’IdV naviga in brutte acque… ha sempre navigato in brutte acque, ma il servizio della Gabanelli sembrerebbe voler seppellire definitivamente il partito di Di Pietro. Quando la nave va a picco, i topi scappano (Donadi, De Magistris, Orlando). Allora, morirà l’IdV? chissà! Giusto?

6) I vari API, Partito Comunista, destra di Storace, sinistra di Pinco Pallino, radicali, partito di Mastella (come si chiama?) e chi più ne ha più ne metta, tutti insieme non raggiungono il 5%, però strepitano più di tutti, come le oche del Campidoglio! Giusto?

7) Non si può parlare ancora del M5S, perchè ancora non ha partecipato ad elezioni politiche, anche se i sondaggisti si divertono a dare ogni giorno numeri diversi.

Nel frattempo con la legge elettorale i volponi dei maggiori partiti si trastullano.
Non hanno torto! Considerato che con una schioppettata non possono eliminare quelli che in Sicilia chiamano i “sconzaiocu” (quelli che scombinano le carte), cercano di creare un mostro che li faccia scomparire o di dritto o di rovescio. Ci riusciranno?
Una citoyenne

La situazione generale, allo stato attuale, è questa?



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