postato il 10 Settembre 2020 | in "Politica, Rassegna stampa"

Voto NO. Molti territori non rappresentati. La riforma è sbagliata

Un parlamento ridotto nei numeri e senza una selezione democratica con le preferenze sarebbe uno scandalo

L’intervista di Giuseppe Alberto Falci pubblicata sul Corriere della Sera

”Sono contento di vedere tutti questi convertiti dell’ultima ora, io ho sempre votato No al taglio dei parlamentari” esordisce al telefono Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera e oggi senatore fra le fila del gruppo delle Autonomie.

Presidente, la sua contrarietà alla riduzione di deputati e senatori è la difesa di chi siede in parlamento da 37 anni?
“C’è stato un signore dei 5 Stelle che ha sollevato questa obiezione sostenendo che io difendo la casta dei parlamentari. in realtà è l’esatto contrario”.

Si spieghi meglio.
“Proprio perché da 37 anni sono in Parlamento, sono uno dei pochi che non ha interessi privati, di rielezione”.

Quali sono le ragioni del suo No?
“La riforma del numero dei parlamentari può essere una strada solo se la si àncora a due fatti”.

Primo.
” Le modalità con cui vengono eletti i deputati e i senatori”

Secondo.
“La differenziazione del ruolo delle due Camere. Quindi una riforma del bicameralismo paritario, con una Camera della Regioni”.

Partiamo dal meccanismo di elezione dei parlamentari
“Quando sono stato eletto quaranta anni fa, se lei si presentava in un paesino della provincia di Bologna tutti sapevano chi erano Casini e gli altri parlamentari. Oggi se lei si reca in una città nessuno più conosce gli eletti perché sono i capi partito che decidono tutto. Questa è una delle ragioni di crescita dell’antipolitica”.

Anche i dem a fatica sposano l’antipolitica.
“Il Pd sta pagando un prezzo ed è lo stesso prezzo che ha pagato la Dc per anni. Si chiama prezzo della governabilità. Non dubito che il mio amico Dario Franceschini la pensi come me. Ma voterà diversamente per la lealtà a un patto che ha dovuto sottoscrivere”.

Quindi come finirà?
“Do per scontato che vinceranno i sì dice -. Ed è chiaro che a quel punto diventerà determinante la modalità di elezione dei parlamentari. Senza dimenticare che c’è un terzo elemento: molti territori non saranno rappresentati. Un Parlamento ridotto nei numeri e senza una selezione democratica con le preferenze sarebbe uno scandalo.”

Referendum e regionali avranno impatto sulla stabilità del governo?
“Che il referendum abbia un impatto sull’esecutivo. Che lo abbiano un po’ di più le elezioni regionali forse sì. Ma alla fine 5stelle, Pd e Italia Viva hanno tutto l’interesse ad andare avanti”.



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