postato il 3 Marzo 2018 | in "Politica, Rassegna stampa"

«Chi vota LeU aiuta la Lega e i grillini»

«Non lasciamo spazio agli estremisti. Con Lega e Cinque Stelle al governo rischiamo di diventare lo zimbello d’Europa»

L’intervista di Andrea Zanchi pubblicata sul Resto del Carlino

Due mesi sotto i riflettori, a battere i portici e i circoli con la sua immancabile sciarpa rossoblù al collo. Come se fosse l’unico in corsa per la sfida che, domani notte, decreterà vincitori e vinti. Non è stata una campagna elettorale qualsiasi per Pier Ferdinando Casini, presidente uscente della commissione Esteri del Senato e, soprattutto, candidato del centrosinistra al Senato, nel collegio di Bologna città. «Ma devo dire che sono riuscito anche a divertirmi molto – dice lui -, perché sono stato tra la gente a cui voglio bene e che mi conosce fin da quando ero bambino».

Però adesso si tirano le somme, e per il centrosinistra il quadro non sembra dei migliori. Perché bisognerebbe dare il voto al Pd e ai suoi alleati?
«Perché il centrodestra di oggi non è quello di ieri ed è in mano a un estremista come Salvini. E poi perché i 5 Stelle sono la succursale di Scientology, una setta i cui fili vengono tenuti dall’esterno, da Casaleggio e da Grillo. Non facciamo regali a Bologna, non diamo a queste forze senatori e deputati, non disperdiamo il voto. Chi non vota il centrosinistra da via libera alla Lega o ai Cinque Stelle».

Anche chi sceglie Liberi e Uguali?
«Gli elettori vanno sempre rispettati, però chi vota per loro aiuta il Carroccio e i grillini, questo è chiaro. Lo dice la matematica, non la politica».

Come si conquistano gli indecisi?
«Chiedendo loro di guardare i fatti e di non fidarsi delle promesse. Minniti, contro l’immigrazione clandestina, ha fatto di più che tutti i ministri leghisti. Gentiloni e Renzi hanno trovato un’Italia in recessione e oggi abbiamo ripreso la strada dello sviluppo».

Per molti italiani sembra non bastare.
«Senz’altro si può fare di più e meglio. Ma si può anche compromettere tutti i sacrifici fatti fin qui e diventare lo zimbello d’Europa».

È stato difficile fare campagna elettorale in un mondo, quello dei circoli e del popolo i sinistra, che non è mai stato il suo?
«Devo ringraziare tutte le forze della coalizione, perché in queste settimane ho incontrato persone meravigliose, che hanno ancora la passione della politica. Io non l’ho mai persa. Soprattutto, non ho avuto bisogno di plastiche facciali, ne di far finta di diventare un uomo di sinistra. Mi è bastato essere me stesso».

Però con la comunità omosessuale più di una frizione c’è stata.
«Non ho preso la tessera dell’Arcigay, ne l’ho chiesta, perché sarebbe stato poco serio per me e per loro. Ma a questa comunità vorrei dire che senza i voti di moderati come me le unioni civili non ci sarebbero mai state. Lo so che per molti di loro è poco, ma penso sia meglio di niente».

Si è sentito un bersaglio facile per i suoi sfidanti?
«No, sono stato solo bersaglio della stampa. Ma dato che non so coltivare inimicizie voglio bene anche alla stampa, che alla fine non mi ha trattato male».

Cosa succederà da lunedì?
«Anzitutto mi auguro di essere il senatore di Bologna, una persona che tutti conoscono. E poi spero di aiutare a risolvere i problemi di questa città, di essere a disposizione sia per chi mi voterà sia per chi non mi voterà».



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