postato il 18 Giugno 2014 | in "Riforme"

Sulle riforme doveroso verificare disponibilità M5S

Pier Ferdinando CasiniL’intervista di Francesco Bei a Pier Ferdinando Casini pubblicata su Repubblica

“Io proprio non capisco lo stato d`animo di chi si compiace delle esclusioni altrui. Tutti noi dovremmo brindare se i cinquestelle hanno finalmente deciso di scendere dall’Aventino”.

Presidente Casini, molti renziani temono che l’apertura di Grillo nasconda una trappola. Non è così?
“Può darsi che lo facciano con strumentalità, ma c`è il dovere di andare a vedere. Se un movimento antisistema decide di scendere a patti, questa disponibilità non va assolutamente fatta cadere”.

Perché questa disponibilità arriva proprio ora?
“Uno degli effetti della sconfitta del M5S è che Grillo non può continuare a fare il testimone del disastro, ma deve “abbassarsi” a dialogare con chi ha vinto. Anche perché su una linea di rottura totale gli salterebbero i gruppi per aria”.

Ma il “democratellum” grillino è molto lontano dall’Italicum. Si riparte da zero?
“Adesso intanto parliamo della riforma costituzionale, poi discuteremo di quella elettorale. Che certo avrà delle modifiche, anche perché tutti le chiedono”.

Renzi come dovrebbe gestire la trattativa con il M5S?
“Se fossi Renzi intanto non disperderei quanto ha già realizzato. Guai a trascurare il rapporto con Forza Italia e con le forze delle sua maggioranza”.

Berlusconi non si capisce cosa voglia fare. Regge ancora il patto del Nazareno?
“Berlusconi ha tutto l`interesse a stare dentro il percorso riformatore. Se Forza Italia seguisse una deriva solitaria e populista, proprio nel momento in cui il Carroccio aderisce al patto sulle riforme, si farebbe male da sola”.

Voi centristi che farete?
“Nessuno può pretendere che le riforme si blindino nel perimetro esclusivo della maggioranza di governo. Non possiamo fare i guardiani del faro, sarebbe una posizione residuale”.

Renzi ha rivendicato la cacciata dalla prima commissione dei senatori Mineo e Mauro. Era proprio necessario?
“Io sono stato presidente della Camera e ho ben presente il diritto-dovere dei parlamentari di esprimersi. Faccio l`esempio di Chiti: è un parlamentare serio, perbene, una persona apprezzabile, va lasciato libero di dire quello che vuole”.

Ma?
“Un conto è la libertà di coscienza, un altro è il principio di rappresentanza politica nelle commissioni. Lì dentro ci si va su indicazione dei gruppi e in qualche modo si deve rappresentare anche la posizione di tutti gli altri colleghi. Se poi i dissidenti vogliono far sentire in aula la loro voce, possono farlo con la massima libertà”.

Scendiamo nel caso concreto: Mineo e Mauro. Il suo collega l’ha accusata di essere diventato il “Dudù di Renzi”…
“Presentarsi come maggioranza in ordine sparso significa rafforzare il potere d`interdizione delle opposizioni. È un gioco che non mi appassiona. Io ho scelto di sostenere questo presidente del Consiglio e lo faccio con convinzione. Se invece ciascuno si mette a cercare intese trasversali con le opposizioni non ne usciamo vivi”.

 



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