postato il 19 Marzo 2016 | in "Elezioni"

Roma: Silvio scelga Marchini, grande chance per smarcarsi dai populisti

Superi i vecchi livori e riunisca i moderati

corriereL’intervista di Paola Di Caro a Pier Ferdinando Casini pubblicata sul Corriere della Sera

 

«Silvio Berlusconi è un uomo fortunato. Matteo Salvini e Giorgia Meloni gli hanno fatto un regalo straordinario, dovrebbe far loro un monumento».

Un regalo, presidente Casini?
«Con il loro strappo gli danno l’occasione irripetibile di arrestare la deriva populista e antieuropea alla quale si era rassegnato, deriva fotografata su quel palco a Bologna che è stato un suo grande errore e una sua grande umiliazione».

Berlusconi tentava di ricostruire il centrodestra.
«La cosa più intelligente fatta da Berlusconi in questi anni è stato aderire al Ppe e contenere la spinta secessionista della Lega, mettendosi in sintonia con la grande pancia dei moderati italiani. Ha smarrito la strada quando nel 2006 ha rotto con chi come me ne aveva facilitato l’approdo europeo e ha continuato a fare errori negli anni a seguire, come testimonia anche l’esodo di tanti, da Fini ad Alfano, da Bondi a Fitto».

Oggi da dove dovrebbe ripartire?
«Dovrebbe semplicemente lasciare andare Salvini e Meloni dove li porta il cuore, ovvero verso una deriva lepenista, e superare i tanti livori del passato che gli hanno portato solo guai. Posso ben dirlo io che con lui ruppi per primo ma che con lui mantengo un buon rapporto personale, e che non ho nulla da chiedergli».

Cosa gli consiglia?
«A Roma ha la grande occasione di ricostruire un’unità dei moderati evitando di esporre Bertolaso ad un inutile logoramento e facendo il coup de théâtre di appoggiare Alfio Marchini».

Non è troppo tardi? 
«Marchini è stato un po’ confuso negli ultimi tempi, sono rimasto allibito vedendolo ai gazebo leghisti. Ma gli va riconosciuto di aver lavorato bene in consiglio comunale, di aver aperto alla società civile: con l’appoggio di Berlusconi potrebbe tornare in corsa per una battaglia non solo di testimonianza ma competitiva».

Che vantaggio ne avrebbe Berlusconi?
«Riaprirebbe quello spazio immenso per chi ritiene che bisogna salvare l’Europa rafforzando la Merkel, e frenerebbe la deriva populista esplicitata da Meloni con il suo appoggio già dichiarato, in un eventuale ballottaggio a Roma, alla candidata del M5S. Apra gli occhi Berlusconi, non si presti al tanto peggio tanto meglio che porterebbe lo stesso Renzi a dover affrontare solo opposizioni populiste che — se lui insisterà a fare tutto da solo e a difendere una legge elettorale che lo danneggia — rischiano di sommergerlo».

Vede possibile anche un riavvicinamento con Alfano?
«Alfano è un’ottima persona: deve finire la stagione degli odi e delle incomprensioni, ciascuno dia un contributo di serenità sapendo che servirà una nuova classe dirigente con una carta d’identità diversa dalla nostra ma con idee chiare di continuità. Spesso da un male nasce un bene, e oggi Roma offre l’occasione irripetibile di evitare un disastro assoluto. Berlusconi deve scegliere se essere umiliato o sorprendere tutti ancora una volta: i grandi giocatori non perdono la classe quando invecchiano, mi auguro sia lo stesso per lui».

 



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