postato il 26 Dicembre 2010 | in "+Nord, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Post-it natalizio, tanti auguri alla mia Milano

Una realtà vasta e complessa come Milano e la sua Area Metropolitana ha tanto da dire e da chiedere in questo periodo di attesa, di bilanci, di aspettative. Ognuno con le sue molteplici sfumature e peculiarità potrebbe vorrebbe donare quel qualcosa che manca e che sente di poter dare al tessuto umano e sociale nel quale si trova inserito.

Il Natale delle maschere forse nasconde tante verità,oltre il velo della miseria umana, il non senso che ha caratterizzato l’attualità di questi mesi, quando la vera finanziaria da varare la fa ogni famiglia a fine mese, quando l’augurio secondo me più vero è quello di lasciarsi provocare da questa festa nelle nostre coscienze per non lasciare nuovamente nella mangiatoia colui che è venuto per noi.

Sicuramente il mio grazie va in primis agli operatori che si spendono in solidarietà, che innanzitutto vuol dire aiutare gli emarginati (famiglie separate, minori, senzatetto, tossicodipendenti, extracomunitari in difficoltà) a ritrovare fiducia in loro stessi ed inserirsi o reinserirsi nella società, in secondo luogo anche cibo, vestiti e coperte. Un’opera infaticabile va di sicuro riconosciuta ai City Angels ed a tutto il capillare mondo dell’associazionismo e volontariato attivo che gravitano come satelliti luminosi nei meandri più bui di una metropoli,che troppo spesso ultimamente ha smesso di brillare in operosità e convergenze di intenti, dimenticandosi che la Pace non è solo una Marcia occasionale che si svolge in Umbria, ma è quanto dovremmo far accadere ogni giorno nei nostri territori.

Mi sento anche di ringraziare questi operatori che cercano di supplire alle carenze educative di tutte le periferie che spesso si sentono collegate al grande centro luminoso di cemento e negozi solo per mezzo di un tram che compie un viaggio lunghissimo, a tutti coloro che sentono di creare relazioni nei quartieri come antidodo alla droga e ai legami familiari carenti, sono loro la vera diga sociale che tiene a fatica insieme i pezzi quando le amministrazioni pubbliche sono distratte a mettere in atto dei provvedimenti, sono loro le ultime coscienze morali rimaste con le rotelle attive in questa città e nella sua provincia, che sembra aver perso la borghesia illuminata che l’ha contraddistinta per anni.

La città non è fatta di soli piani regolatori, o piani di governi del territorio, e di innumerevoli cantieri sparsi a destra e a manca, dove spesso la parte debole e marcia della politica arriva a compromessi con le cosche inquinando la filiera e l’economia. Se guardiamo Milano da un punto di vista nuovo dobbiamo ricordarci che la città ha bisogno di immensi “cantieri sociali”, che vanno realizzati con una mappatura ben definita in cui lavorare e in cui gli spiriti creativi e propositivi debbano innestare la loro opera di cambiamento per smantellare la frammentazione sociale spesso diffusa mista a depressione che si respira in città.

Senza far torto e dimenticare nessuno, faccio anche i miei auguri a chi è fuggito senza casa né parenti, a chi non ha identità, a chi non conosce onorevoli, deputati, magistrati, e nemmeno un appuntato a cui votarsi, a chi non siede in nessuno Cda, a chi non ha il macellaio che gli conserva la miglior fetta, a chi non ha più una fabbrica aperta in cui tornare, a chi ha la nostalgia di stadi o teatri pieni di sogni ed emozioni da inseguire, agli anziani, a tutto il personale ospedaliero, ai migranti, a chi vive in questo territorio, ai business man, ai separati, a chi è appena entrato in politica, a chi cerca futuro di esame in esame, di colloquio in colloquio, a chi si siede ai tavoli delle trattative rappresentando i lavoratori, e chi oggi si sente piu solo degli altri giorni, -Auguri-

“Riceviamo e pubblichiamo” di Christian Condemi



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