postato il 25 Novembre 2010 | in "Giovani, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Scuola e università"

No alla violenza sempre, ma la politica si confronti con il disagio degli studenti

Quelle uova su Palazzo Madama, il tentativo da parte degli studenti di entrare con la forza all’interno del Senato della Repubblica  sono un segnale allarmante che non va trascurato. E’ un segnale d’allarme non solo perché fa pensare ai tempi bui delle proteste in Italia, quando la violenza gonfia d’ira si impadroniva delle masse studentesche, ma perché la rabbia degli studenti ha preso di mira la sede del Senato.

Non so se è stato il caso o se Palazzo Madama è stato scelto perché in quel momento la sede istituzionale più vulnerabile, ma è certo che questo gesto estremo assume contorni inquietanti perché ad essere oggetto della rabbia dei manifestanti non è tanto il Palazzo del Governo ma la sede di una delle due camere, il simbolo del potere legislativo, il luogo della politica per eccellenza.

La condanna di gesti violenti e del mancato rispetto delle regole di convivenza civile e delle istituzioni democratiche deve essere ferma e chiara, tuttavia non si può ignorare il disagio di giovani studenti e lavoratori e il messaggio che lanciano alla politica. Questa non è una delle tante contestazioni, a cui ogni buon politico è pronto, e si va anche oltre alla sfiducia nella politica di cui spesso ci parlano i sondaggi o alle classiche lamentele da bar sui governanti; qui ci troviamo davanti ad un lancio di uova non dissimile a quelli che si riservano alle peggiori compagnie di avanspettacolo. E’ sufficiente salire su di un autobus o fare la coda alla posta per sapere che i politici sono percepiti dalla gente come sgangherate comparse di un assurdo teatrino. Non ci troviamo dunque davanti a un qualunquismo di ritorno ma di fronte ad un malessere diffuso verso una classe politica sempre più lontana dal Paese, impegnata in liti incomprensibili e parecchio involgarita.

La politica non può fare finta di niente, non può limitarsi a condannare la violenza e il mancato rispetto delle Istituzioni quando quello stesso Parlamento,  coperto oggi di uova marce, è mortificato nelle sue funzioni e oltraggiato dai comportamenti insulsi dei suoi componenti: prostituzioni politiche, scazzottate da bassifondi, “vajasse” e sacchi di immondizia tirati in aula. Non si può chiedere il rispetto delle Istituzioni se le stesse non sono rispettate dai loro componenti. Alla stessa maniera non ci potrà essere rispetto delle Istituzioni se queste non saranno capaci di rispettare le persone, di fare attenzione ai loro problemi e alle loro necessità (così magari da costringerli a scappare all’estero).

E’ importante in questo momento delicato che la Politica non si chiuda nei palazzi del potere ma presti ascolto al grido del popolo, perché lo sbaglio più grande che può fare in questo momento è rispondere infastidita come la regina Maria Antonietta che liquidò il popolo in tumulto con il celebre: “dategli delle brioches”. Ed è inutile ricordare come finì.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi



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