postato il 22 Gennaio 2014 | in "Politica, Riforme"

Casini: “Il Parlamento non è un passacarte, non rinunceremo alle preferenze”

Buono l’impianto della legge ma servono modifiche come la soglia di accesso al premio. Non temo lo sbarramento.

L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su “Repubblica”

«L’impianto della legge elettorale è buono ma dobbiamo inserire le preferenze e alzare la soglia per accedere al premio di maggioranza». Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, non vuole alzare barricate. Le modifiche al nuovo sistema di voto le chiederà in Parlamento «dialogando con Renzi e Berlusconi», senza mettere in pericolo la maggioranza. E apre a un nuovo rassemblement di centro che unisca i popolari e il Nuovo Centrodestra di Alfano, magari per poi coalizzarsi con il Cavaliere alle elezioni politiche.

Presidente Casini, come giudica l’Italicum?
«Complessivamente mi sembra abbia una buona impalcatura e il doppio turno assicura un vincitore certo. Giudico invece troppo bassa la soglia al 35% per accedere al premio di maggioranza che oltretutto sembra non tenere conto della sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum. C’è poi c’è il tema delle preferenze: con le circoscrizioni così piccole inserire il voto di preferenza significa rendere più trasparente il processo di selezione della classe dirigente evitando gli sperperi che si verificano alle europee, dove le circoscrizioni sono ben più ampie».

Siete pronti a dare battaglia per ottenere queste modifiche?
«Il Parlamento non è un passacarte ma nessuno può dire prendere o lasciare, nemmeno noi. Su questi punti porteremo avanti una riflessione serena con tutu gli interlocutori a partire da Renzi e Berlusconi».

Quindi il governo non rischia.
«Non abbiamo intenzione di fare barricate, sono sempre segno di debolezza. Faremo dei ragionamenti seri con persone che ritengo ragionevoli. D’altra parte sarebbe un peccato disperdere il valore di questo accordo che ritengo molto importante per il futuro dell’Italia con il superamento del bicameralismo perfetto e la revisione del Titolo V della Costituzione».

L’Italicum prevede una soglia di sbarramento alta per entrare in Parlamento: vi porterà alla creazione di un nuovo soggetto di centro con Alfano, Mauro e magari i montiani?
«Oggi la sfida delle forze moderate non è più fare da argine all’area socialista, ma battere il populismo e l’antieuropeismo che in Italia con Grillo è ormai un polo consolidato. Non mi spaventa il fatto che ci dobbiamo schierare e che ci sia una soglia di sbarramento che anzi porterà ad aggregazioni e a processi virtuosi».

Conferma che è in corso un dialogo con Alfano e Mauro per questo rassemblement?
«Se non ci fosse sarebbe strano: siamo tutti nel Ppe e tutti sosteniamo il governo Letta per cui non vedo perché dovremmo essere competitivi tra noi anziché collaborativi. Di punti di unione ce ne sono tanti».

La lista si farà?
«Lo scopriremo vivendo».

Ci proverete per le europee o guardate alle politiche?
«Le elezioni europee hanno uno sbarramento più basso e credo che i processi politici non vadano subiti ma cavalcati».

Vede la possibilità che questo nuovo soggetto si possa alleare con Berlusconi in una nuova coalizione di centrodestra?
«Questa riforma a mio parere assicura un orizzonte di medio raggio alla legislatura e le alleanze si fanno sulla base della condivisione dei valori e dei programmi. Detto questo non c’è dubbio che a me piaccia di più il Berlusconi che va al tavolo con Renzi piuttosto del Berlusconi che sale sull’Aventino per far cadere il governo Letta. E mi lasci dire che non capisco le critiche al Renzi che dialoga con il Cavaliere visto che tutti sosteniamo che le riforme si fanno coinvolgendo maggioranza e opposizione. Non solo l’atteggiamento del segretario del Pd è stato coerente, ma mi ha sorpreso positivamente la scelta di percorrere la strada più difficile, quella di coinvolgere anche noi forze intermedie, anziché di fare l’accordo solo con Berlusconi. Non ha preso una facile scorciatoia il che è segno di grande intelligenza politica».



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