Archivio per Novembre 2010

Rassegna stampa, 24 novembre

postato il 24 Novembre 2010
L’Italia è nel caos: in vista del 14 dicembre, il clima diventa sempre più rovente. Casini, ieri, ha rilanciato le alleanze di nuovo conio con chi ci sta, mentre il Governo è già andato sotto due volte (noi, intanto, abbiamo guadagnato un europarlamentare) e si registra un nuovo “no al voto” da parte di Beppe Pisanu. Tutto questo mentre a Napoli la questione rifiuti esplode (Il Fatto pubblica un dettagliato resoconto, dal titolo evidente, “Senza via d’uscita”), il Pd implode (leggete da Liberal), si celebra il requiem in memoria del federalismo (Ricolfi su La Stampa) e alla Camera si tiene un nuovo reality, “Kiss me, Nicola” (straordinario Ceccarelli su La Repubblica). E il bello è che c’è chi fa ancora spallucce se qualcuno invoca responsabilità. Mah.

Casini: «Alleati solo con chi è compatibile» (Roberta D’Angelo, Avvenire)

Casini: al Senato alleanze con chi ci sta (Il Tempo)

Governo “sotto” due volte, Fli con il Pd (Dino Martirano, Corriere della Sera)

Pisanu: “No al voto. Un altro esecutivo anche senza il premier” (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera)

D’Alema litiga con Vendola. Pd: sì a Casini (Corriere della Sera)

Federalismo è già troppo tardi (Luca Ricolfi, La Stampa)

“Tagliamo le tasse ai giovani lavoratori”, il patto generazionale di Montezemolo (La Repubblica)

Senza via d’uscita (Il Fatto Quotidiano)

“Kiss me, Nicola”: la politica sbaciucchiata debuttta a Montecitorio (La Repubblica)

Il fotovoltaico dà reddito agrario (Sole24Ore)

I separati in casa del Pd (Liberal)

Fli-Udc fanno asse: un centrista in Ue (Il Tempo)

E la chiamano sobrietà (Secolo d’Italia)

Chi di Minzolini ferisce, di Santoro perisce (Il Riformista)

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UDC, IDV e SEL sono incompatibili

postato il 23 Novembre 2010

Il Pd non può continuare a far finta di non capire che non esiste il problema di un’alleanza da Vendola a Casini, é inutile che continuino a dire che noi facciamo tatticismi, se poi é ciò che fanno loro. Io apprezzo molto Bersani e il Pd, ma il Pd deve scegliere, non può fare finta di non capire che Vendola, Di Pietro e Casini sono incompatibili se si vuole fare una cosa seria, altrimenti e’ una buffonata.

Pier Ferdinando

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Tirrenia di Navigazione, gli sviluppi

postato il 23 Novembre 2010

La vicenda della Tirrenia e della sua privatizzazione si arrichisce di nuovi sviluppi e forse siamo arrivati alle battute finali. I conti della Tirrenia sono  in profondo rosso a causa della scriteriata gestione degli anni passati: abbiamo detto delle 6 navi  acquistate anni fa e mai messe in mare nonostante siano costate complessivamente 300 milioni di euro perchè o consumano troppo o addirittura hanno una navigazione difficile con mare agitato; abbiamo detto che chi acquistava Tirrenia lo faceva con la garanzia di  72,6 milioni di aiuti pubblici l’anno per otto anni per Tirrenia e 55,6 (per 12 anni) per Siremar (sempre del gruppo Tirrenia); abbiamo detto di come, al momento del bando di vendita, alla fine nessun acquirente avesse chiuso la trattativa con lo Stato.

Chiusa quindi il primo tentativo di vendita con un nulla di fatto, il governo italiano ha deciso di tentare nuovamente la vendita della Tirrenia, anche perchè obbligato dalla UE.

Di questo nuovo bando non si sa nulla, se non quello che è trapelato da qualche intervista fatta a chi vorrebbe partecipare. Ma andiamo con ordine.

Intanto per rendere il piatto più appetibile, il governo ha diviso Tirrenia Viaggi da Siremar di cui ha dichiarato lo stato di insolvenzaseppure il Governo avesse dichiarato che non ci sarebbe stato il famoso “spezzatino”,  la divisione delle società (magari facendo come con Alitalia, ovvero vendendo ai privati la parte buona, tenendo per lo Stato i debiti)riproponendo la vendita per la sola Tirrenia.

Il governo ha fatto partire la nuova procedura di vendita, affidandola alla banca d’affari Rotschild, la medesima che nel 2008 aveva valutato Alitalia.

Ovviamente in questo non c’è nulla di male, non sono molte le banche d’affari e gli advisor internazionali che possono gestire una operazione di queste dimensioni, ma suona strano che ti questa nuova vendita non si conosca nessun particolare o condizione di vendita, se non che le offerte dovranno pervenire a gennaio dopo 6 settimane durante le quali i possibili acquirenti potranno studiare i conti della Tirrenia.

Intanto l’armatore italo-svizzero Gianluigi Aponte, afferma che intende partecipare alla gara tramite la compagnia Grandi Navi Veloci, di cui ha appena acquisito il 50% con la MSC e darà vita al nuovo marchio Gnv-Snav. Aponte, assieme a ad altri due armatori italiani molto noti, Grimaldi e Onorato, darà vita ad una newco che sarà guidata dal manager Ettore Morace, e si chiamerà Compagnia Italiana e avrà lo scopo, tra le altre cose, di acquisire la Tirrenia.

Il nome della newco, richiama alla mente la CAI di Colaninno che ha rilevato la vecchia Alitalia. Sarà un caso, o forse no, che Aponte era inizialmente azionista della stessa CAI e poi è uscito dall’azionariato.

Aponte ha dichiarato che parteciperà alla gara per Tirrenia, perchè “i debiti statali se li accollerà lo Stato”.

Quindi, dalle parole di Aponte, si desume che la nuova vendita di Tirrenia potrebbe essere l’ennesimo regalo che il generosissimo governo Berlusconi sta facendo a spese degli italiani, perchè in pratica ai cittadini resterà da pagare il salatissimo conto dei debiti della Tirrenia, che ammontano a circa 3 miliardi di euro, mentre la parte profittevole verrà ceduta. Ovviamente a nostre spese.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzanti

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Chi cambia casacca restituisca il mandato

postato il 23 Novembre 2010

Oggi in politica si rischia un pragmatismo senza alcuna tensione ideale. Se prima uno passava da un partito all’altro veniva messo alla gogna. Ora, invece, trasmigrare tra i vari partiti è diventato quasi normale ed è il segno di una sorta di degrado che dà vita ad una politica che non rappresenta più la gente. Un antidoto? Introdurre una norma secondo cui chi cambia casacca deve restituire il proprio mandato.

Pier Ferdinando

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In Italia c’è un pericoloso clima di separatismo

postato il 23 Novembre 2010

Vedo il grande rischio di un’Italia che continua a dividersi tra Nord e Sud, tra politica e magistratura, tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. Ma quando la politica non riesce più a riportare il Paese verso un’unità vuol dire che ha fallito.

 Pier Ferdinando

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24 novembre, Roma

postato il 23 Novembre 2010

Ore 9.30 – sede Rai di viale Mazzini, 14

Sit-in UDC per tutti coloro che vogliono dare voce a chi difende il diritto alla vita

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Rassegna stampa, 23 novembre

postato il 23 Novembre 2010
Casini conferma: in barba a chi aveva letto il nostro appello alla governabilità come riavvicinamento alla maggioranza, l’Udc voterà la sfiducia; a chiedere una svolta decisa è il Paese tutto, dagli industriali alle forze sociali. Su Il Foglio e il Riformista, infatti, troverete due interessanti articoli per comprendere le parole di Emma Marcegaglia all’assemblea di Milano che tanto hanno fatto discutere: il giornale di Ferrara parla di “palese svolta casiniana” del presidente di Confindustria, mentre il quotidiano di Polito spiega che l’Udc è ritenuto molto più affidabile sia del Pdl che di Fli e che gran parte del mondo delle grande industrie è pronto a scommettere su di esso. Continua poi lo scontro in Campania tra Carfagna e Cosentino sulla gestione dei rifiuti: mentre – come scrive Massimo Franco sul Corriere – va in frantumi la credibilità del centrodestra, l’Europa e il Colle accusano: la politica è inerte e il Governo non si è mosso abbastanza. Nel frattempo: Milano Finanza poi ci annuncia che i 11o milioni di euro di incentivi per la banda larga sono già finiti (dove? Boh…); Liberal torna sul Terzo Polo milanese (c’è spazio per un’alleanza di nuovo conio tra i moderati e la società civile); Piero Ottone su La Repubblica chiede a “Silvio” di uscire con onore (neanche un superlodo Alfano potrebbe più salvarlo); il Sole 24 Ore lancia un appello per evitare una Pompei 2 a Selinunte, in Sicilia (l’Unesco pensa di commissariarla).

“Voteremo la sfiducia, il Paese chiede la svolta” (Avvenire)

Casini gela la maggioranza «L’Udc dirà sì alla sfiducia» (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Casini: voteremo la sfiducia a Berlusconi (Il Messaggero)

Gli obiettivi reconditi della palese svolta casiniana di Emma (Il Foglio)

Gli industriali flirtano con Casini. Si ferma la scalata di Fini al Nord (Il Riformista)

Tra rifiuti e nome del partito il governo affronta problemi di tenuta e di immagine (Massimo Franco, Corriere della Sera)

La crisi è del metodo leaderistico (Marcello Sorgi, La Stampa)

«Politica inerte». Monito del Colle (Teresa Bartoli, Il Mattino)

Rifiuti, le accuse dell’Europa. In due anni non è cambiato nulla (Ottavio Lucarelli, Repubblica)

«Basta strumentalizzazioni. Siamo accanto ad Avvenire per dare più voce alla vita» (Avvenire)

«Il logo appartiene al Cavaliere fino al 2017» (M. Antonietta Calabrò, Corriere della Sera)

Per l’Udc, Berlusconi deve farsi da parte (La Discussione)

Il Terzo Duomo (Liberal)

Già finiti i 110 mln di incentivi per moto, mobili e banda larga (MF)

Dalla Dc al Pdl, il marchio che divide (La Repubblica)

Così il Sud affonda il bipolarismo (Il Riformista)

Caro Silvio, esci con onore (La Repubblica)

Aiuto, Selinunte va in pezzi (Sole24Ore)

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Il 14 dicembre voteremo la sfiducia

postato il 23 Novembre 2010

Pier Ferdinando Casini ospite del TgLa7

Ospite del telegiornale de La7 Pier Ferdinando Casini ribadisce: “L’Udc e’ un partito di opposizione e quindi il 14 dicembre alla Camera voterà la sfiducia al governo”.
“Il vero problema – aggiunge-  sarà cosa succede il giorno dopo. Se il governo ottiene la fiducia per pochi voti, dovrà tirare a campare. Se invece Berlusconi deciderà di andare alle elezioni, questa sarà una fuga dalle responsabilità. E’ una sconfitta gettare la spugna dopo aver avuto cento parlamentari di maggioranza”.
Quanto alla sua proposta di un ‘governo di armistizio’ chiarisce: “Rimane l’ultima soluzione seria. Se intendono respingerlo sono ancora più contento e continuerò sulla mia strada perché questo significa che la nostra politica è chiusa su se stessa, mentre il Paese chiede uno scatto”.
“Questa classe politica – prosegue – non è in grado di gestire il Paese. Continuano a litigare su tutto senza risolvere nulla. Non mi chiedano di fare autocritica per la mia proposta, perché qui si tratta di salvare il Paese e ci sono troppe cose che non funzionano”.

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23 novembre, Roma

postato il 22 Novembre 2010

Ore 17.30 – Tempio di Adriano (Piazza di Pietra)

Partecipa alla presentazione del libro di Bruno Vespa “Il cuore e la spada. Storia politica e romantica dell’Italia unita 1861-2011”

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Serve armistizio per il bene del Paese

postato il 22 Novembre 2010

“Un governo di armistizio significa smetterla di litigare e cercare di fare il bene del Paese. Mettere assieme le forze migliori di destra e di sinistra e pensare una volta tanto non alle prossime elezioni, ma alle prossime scadenze dell’Italia, un’Italia che rischia di andare a fondo”. Lo ha dichiarato stamattina Pier Ferdinando Casini in un’intervista al giornale Radio Rai.

Quanto all’eutanasia e al sit in che l’UDC ha annunciato per domani davanti alla Rai Casini ha ribadito: “Io mi auguro che Fazio dia voce non a me o ai politici, ma ai malati, ai loro familiari e alle associazioni che li rappresentano. Vorrei che la Rai, che è servizio pubblico, desse la parola anche a coloro che scelgono la vita e lottano per vivere”.

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