postato il 2 Febbraio 2011 | in "In evidenza, Media e tecnologia, Riceviamo e pubblichiamo"

Libero WiFi sì o no? Cerchiamo di capire

Allora, la notizia è questa: dopo un tira e molla estenuante, il Governo si è deciso ad abolire il medievale Decreto Pisanu, il più grande freno allo sviluppo libero della Rete in Italia. Ora, dati i tempi biblici che ci contraddistinguono, gli effetti di questa abolizione tardano ad arrivare, ok: abbiamo pazientato tanto, pazienteremo un altro po’. Il problema è un altro, ed è stato sollevato da Massimo Mantellini, che sul suo blog si è reso conto di alcuni emendamenti presentati dal senatore del Pdl, Lucio Malan, al quanto preoccupanti; scrive infatti Mantellini: “Come qualcuno aveva immaginato la liberazione del wi-fi contenuta nel decreto Milleproroghe, attualmente in discussione, sarà subordinata ad un decreto del Viminale che stabilirà quando e come si dovranno identificare gli accessi alle reti senza fili. La modifica che affida al Ministro Maroni ampia facoltà in materia, è stata proposta in Commissione Affari costituzionali dal senatore del PdL Lucio Malan”. Sulla questione è tornato anche Guido Scorza, che spiega come solo “in primavera l’Italia potrebbe scoprire cosa il gestore di un bar che voglia condividere le proprie risorse Wifi con i propri clienti debba fare per mettersi in regola. Il problema non è di contenuti, ma di metodo: dopo cinque anni non si abroga una norma che, invece, si intende sostituire e, soprattutto, dopo che la si è abrogata, non si propone di sostituirla attraverso ulteriori norme, la definizione del contenuto delle quali si rinvia ad un momento successivo”.

Il tutto è stato condito da una semi-smentita (o replica, fate voi) del senatore chiamato in causa, Malan, il quale sostiene, in un commento pubblicato sul blog di Mantellini, che “il testo del decreto proroghe che liberalizza il Wi Fi, per quanto sta a me, che sono il relatore del provvedimento al Senato, resterà così com’è. Perciò, niente decreto del ministro, niente braghettoni. Sarebbe giusto ricordare che quella fatta dal governo – e già in vigore perché è un decreto legge – è l’unica modifica al decreto Pisanu in cinque anni e mezzo dalla sua emanazione. E non abbiamo governato soltanto noi. Gli emendamenti presentati a mia firmati li ho ritirati ed erano stati concepiti come da applicare alla legge in vigore prima del 29 dicembre: in quel caso si sarebbe trattato di un superamento parziale del decreto Pisanu. Oggi costituirebbero un passo indietro: per questo li ho ritirati”. Una posizione ragionevole, per carità. Eppure un po’ ambigua.

Pare quindi che il rischio dell’ennesimo stop alla libertà del Wi-fi sia stato scongiurato. Eppure è chiaro a tutti che qui c’è qualcosa che non quadra: l’incertezza, la confusione e la titubanza con cui si stanno affrontando questo momento, rischiano di essere la pietra tombale sulla strada del progresso e dell’innovazione e, di questo passo, prima che il nostro Paese si metta in linea con il resto d’Europa passeranno decenni. Se non intere generazioni.

 

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

4 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Sandro kensan
13 anni fa

Malan potrebbe avere detto la verità però Scorza afferma in un suo post nel giornale Wired:

http://daily.wired.it/blog/law_and_tech/decreto-pisanu-indietro-tutta.html

(vedi l’Update) che il 27 di gennaio nel suo intervento in commissione il Senatore Malan non ha fatto cenno alla sua volontà di ritirare l’emendamento, in più l’emendamento è ancora in discussione al Senato e non risulta ritirato.

Non sarebbe il caso che il Senatore prima di fare annunci ritirasse l’emendamento?

Poi che anche il governo Prodi sia stato complice con questo governo nel reprimere la libertà di Internet è assodato. Ogni governo che si è succeduto ha provveduto a mantenere la legislazione repressiva precedente e ne ha incrementato la pesantezza aggiungendo altre norme. Bisogna dare atto però che i governi “non Berlusconi” erano sensibili alle richieste della piazza virtuale mentre questo governo no, quindi il volume di fuoco contro la Rete è diverso nei due casi.

Lucio Malan
13 anni fa

Non so perché abbiate giudicato ambigua la mia posizione. Il fatto è che è andata come dicevo: gli emendamenti che volevano il decreto del ministro sono stati ritirati (il mio) o hanno avuto il parere contrario del relatore, che sono io, e sono stati conseguentemente bocciati dalla commissione. Già che ci siamo, prevedo che il Governo non cambierà la norma anche se potrebbe farlo nell’ambito del maxi emendamento sul quale verosimilmente metterà la fiducia lunedì.
Buon Wi Fi a tutti
Lucio Malan

ilaria
ilaria
12 anni fa

buonasera, i rischi sulla salute dei sistemi wirelss sono ormai conosciuti e conclamati: aumento del rischio di tante patologie tra cui tumori e leucemie infantili. ormai lo sappiamo.
non ritenete opoprtuno applicare il principio di precauzione? volete per favore motivare la vostra scelta?
saluti
ilaria

mario pezzati
mario pezzati
12 anni fa

veramente i test condotti dall’OMS sono stati giudicati ancora poco significativi dallo stesso responsabile, Jonathan Samet, che anzi cito: “In entrambi i casi le evidenze sono state giudicate limitate per quanto riguarda il glioma e il neurinoma acustico (tumore del nervo uditivo ndr) mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati sufficienti».

Per inciso, sotto accusa non è internet wireless, ma l’uso eccessivo del cellulare; la stessa OMS afferma che basterebbe usare l’auricolare o privilegiare i messaggi di testo (e quindi internet, che si basa su tastiere e schermi, non è sotto accusa).

per quanto riguarda i cellulari, il fatto che possano causare cancro è ancora molto dibattuto e gli stessi oppositori dei cellulari, riconoscono che sono necessari altri sutdi più approfonditi.



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram