Trasporti: l’Italia che non corre, cammina
“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano
Che i trasporti in Italia non siano al passo rispetto a quelli europei, è ormai un fatto appurato. Quando però tutto ciò lo si verifica personalmente, tutto ciò si trasforma in amara consapevolezza.
Amo viaggiare, e quest’anno, per le mie vacanze, ho scelto due mete: la prima è stata Valencia, una delle città più grandi della Spagna, la seconda Palermo, capoluogo della bellissima Sicilia.
In poco più di 15 giorni, ho potuto apprezzare l’efficienza dei mezzi pubblici spagnoli, e l’inefficienza di quelli italiani, specialmente (ahinoi!) di quelli romani.
Una volta arrivati in aeroporto a Valencia, abbiamo facilmente raggiunto la metro, situata all’interno dell’aeroporto stesso, e con poco più di 2 euro (il viaggio singolo, da questa zona di Valencia, costa poco più di 3 euro, ma avendo acquistato la carta per 10 viaggi in metro, siamo riusciti a risparmiare anche su questo biglietto) abbiamo raggiunto il centro della città. Commenti sulla metro? Tutti positivi: pulitissima, con aria condizionata e, soprattutto, poco affollata. Inoltre, tutte le altre stazioni erano pulite, curate e molto illuminate. Insomma, un livello di efficienza da cui la metropolitana della nostra capitale, Roma, è purtroppo lontana. Troppo spesso i treni delle linee della metro romana, sono affollatissimi e decisamente poco puliti. Il costo del biglietto, aumentato del 50% degli ultimi anni, è di 1,50 euro, e non c’è una fermata per l’aeroporto.
Raggiungere Fiumicino, infatti, è tutt’altra storia.
Fondamentalmente, per chi vuole utilizzare i mezzi pubblici, ci sono due strade: o la linea Roma Tiburtina – Fiumicino (costo del biglietto 8 euro), oppure il Leonardo Express, da Roma Termini (costo 14 euro). Insomma, la differenza di costi fa riflettere, soprattutto se ci si aspetta che ad un costo maggiore corrispondano servizi maggiori. Ebbene, per esperienza, ho capito che non è così: due giorni fa, il Leonardo Express, è riuscito ad accumulare 8 minuti di ritardo, su una tratta la cui durata dovrebbe essere di 30 minuti.
Più che rispetto all’efficienza, mi sembra che i costi siano direttamente proporzionali ai disagi. I ritardi dei mezzi delle Ferrovie dello Stato, infatti, sembrano diventati una consuetudine. Ieri, l’InterCity Roma-Taranto, ha accumulato, in 3 ore, ben 30 minuti di ritardo. In più, nella carrozza in cui ho viaggiato, l’aria condizionata sembrava pressoché assente: tutto questo in una delle giornate più calde dell’estate.
E’ vero che il costo del biglietto dell’InterCity è molto allettante, ma se penso che con qualche euro in più potrei avere il triplo dei servizi, rimpiango di non aver preso ItaloTreno. Faccio un esempio concreto: il costo del biglietto di un InterCity Napoli-Roma è di 22 euro, la durata del viaggio è di circa 2 ore; il costo del biglietto di Italo Treno, per la stessa tratta, è di 30 euro(tariffa base per entrambi), la sua durata è di poco più di un’ora. Dopo aver provato entrambi posso fare un confronto: gli 8 euro di differenza sono, questa volta, sinonimo di maggiore efficienza. Innanzitutto, sul secondo non ho sofferto lo stesso caldo provato ieri e, per di più, il treno è arrivato nella stazione di Roma Tiburtina con qualche minuto d’anticipo. Se a questo si aggiunge un’ottima pulizia del treno e il wi-fi gratuito (che, però, non ho potuto verificare), direi che questa differenza è più che giustificata.
Certo, bisogna considerare il fatto che Italo è una società nuova, che ha investito molto e che, in questi primi anni, dovrà tenere prezzi convenientie garantire la puntualità, per poter diventare sempre più presente, nelle diverse città italiane. Probabilmente, Trenitalia si adopererà per migliorarsi, per non lasciarsi sopraffare dalla compagnia di Montezemolo. Nel frattempo, noi italiani potremo godere di questo spiraglio di sana concorrenza, e viaggiare più spesso in treno, specialmente ora che il prezzo della benzina continua a salire.
Interessante post. Posso aggiungere che, avendo nel corso degli anni viaggiato un po’ per turismo in altri Paesi europei, non solo posso confermare quanto descritto dalla Signora Romano, ma posso aggiungere un paio di considerazioni.
Capitolo autostrade. Qualche esempio. In Germania sono gratis. In Austria si paga un pedaggio. Quindi come da noi ? Non proprio.
Infatti l’autostrada austriaca si paga a … tempo, comprando un bollino (lo chiamano “vignetta”) da attaccare al parabrezza. Così ad esempio il bollino valido 10 giorni costa 8 euro. Il risultato è che per andare in vacanza, poniamo in Repubblica Ceca partendo da Firenze, si pagano 66 euro per la tratta Firenze – Tarvisio(andata e ritorno). Mentre con soli 8 euro si può scorazzare quanto si vuole per 10 giorni su tutta la rete autostradale austriaca.
Con in più il vantaggio che non ci sono caselli !!!! Direi che la sproporzione dei costi e del servizio è talmente evidente da non necessitare di alcun commento.
Restando in Austria mi ha molto colpito il fatto che, mentre da noi il prezzo della benzina oltre quota 1,9 veleggiava già verso i 2 euro, là si attestava intorno ad 1,5 euro.
Anche in questo caso preferisco non commentare.
Cordiali saluti
Non ho mai viaggiato in macchina nei Paesi europei, soprattutto per ragioni di distanza (abito in Basilicata), ma non è la prima volta che sento parlare di questo enorme GAP tra autostrade italiane, sia per quanto riguarda i costi, sia la loro efficienza.
E c’è da dire che, per certi versi, noi italiani siamo davvero dei folli, dato che la maggior parte dei trasporti di merce avviene su gomma. Dunque, ci troviamo ad un bivio, che è una vera e propria necessità: o rivoluzionare gli impianti stradali per renderli davvero efficienti e velocizzare i trasporti, o puntare ad una migliore distribuzione dei commerci, magari portando a termine infrastrutture molto importanti, come la TAV.
Per quanto riguarda il turismo, sono un’inguaribile appassionata di treni, ma ultimamente, per viaggiare con Trenitalia, bisogna aprire un mutuo! Per questo motivo spero davvero che le tariffe si abbassino, favorite dalla concorrenza di Italo.
Ps. Ho parenti che abitano in veneto e, ultimamente, hanno pagato la benzina a 1,20-1,30€. Una vera beffa se pensa che noi, in Basilicata, “godiamo” dell’estrazione del petrolio e dei suoi danni, e come benefici non abbiamo altro che un misero bonus di qualche centinaia di euro. É una vergogna.