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Intanto il premier “liberale”, fondatore del partito a uomo unico chiamato Popolo delle Libertà, dice che bisogna «chiudere la bocca a tutti questi organismi internazionali che ogni giorno dicono la crisi di qua e la crisi di là e anche agli organi di stampa che tutti i giorni danno incentivi alla paura e diffondono il panico». «Gli organi di stampa – ha insistito Berlusconi – riprendono le posizioni del tanto peggio tanto meglio delle opposizioni e danno incentivi alla paura». Questa, dunque, è la linea del partito sulla libertà di stampa. Ma gli iscritti – liberali si presume – sono d’accordo?
Infine, un episodio simpatico. In merito agli effimeri titoli del Giornale su vicende che avrebbero toccato Cesa e D’Alema e che non hanno avuto alcun seguito, il premier nobilmente e anche un po’ ipocritamente (il Giornale è roba sua, dunque lui è stato il mandante di quei titoli) ha offerto loro la sua solidarietà. Ma Cesa, ingrato, ha ribattuto: «Non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal presidente del Consiglio». Berlusconi: «Mi dispiace che l’onorevole Cesa non accetti la mia solidarietà. La sua risposta è offensiva e disdice sia la sua immagine, sia la considerazione che nutrivo nei suoi confronti. Spero che torni in sé e che risponda alle provocazioni con la stessa serenità e con lo stesso stile con cui reagisco io».
Silvio, non tutti possiedono il tuo stile. E menomale.
Secondo me che hanno fatto tutta questa polemica mettendo le mani avanti per le Regionali visto che l’Udc risulta al momento determinante e che sta guadagnando terreno.
Napolitano chiede una tregua. Anche noi!
«Sarebbe giusto, di qui al G8, data la delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale avere una tregua nelle polemiche».
«Io capisco le ragioni dell’informazione e della politica, ma il mio augurio ed il mio auspicio in questo momento sono di una tregua nelle polemiche»…
Notevole intento, davvero. Però nell’interesse del paese, sarebbe anche auspicabile una certa reciprocità.
Anche noi, caro Presidente, vorremmo una tregua in nome della democrazia, data la delicatezza dell’argomento, cioè che Berlusconi e la sua maggioranza smettessero un po’ questo sfascio continuo della giustizia e della libertà in Italia, presentando a ripetizione “pdl porcate” per trasformare la democrazia italiana in una democratura.
Spero che se lo ricorderà, caro Presidente Napolitano, quando sarà chiamato a mettere la sua firma.