postato il 9 Agosto 2009 | in "Politica"

Siamo alla vigilia dell’esplosione di una questione sociale

Pubblichiamo da “Nuovo Quotidiano di Puglia” l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Adelmo Gaetani
«Vengono alla luce tutte le contraddizioni del quadro politico nazionale. È stata concessa alla Lega la golden share di questa maggioranza e oggi tutto ruota intorno all’iniziativa leghista, dalla ronde ai dialetti alle bandiere regionali. La politica si muove in senso nordista: non c’è mai stato un trasferimento di risorse così forte dal Sud verso la parte ricca del Paese, com’è successo nell’ultimo anno».
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, da Otranto, dove è in vacanza con la famiglia, traccia con tinte fosche la situazione politica e spara a zero su quel «fantomatico partito del Sud promosso da gente che ha avallato le scelte nordiste del Governo».
«In realtà – sottolinea Casini – noi siamo stati soli quando abbiamo
denunciato in Parlamento questo processo di spezzettamento dell’unità
nazionale, di arretramento complessivo delle condizioni sociali del
Paese».

Eppure il premier Berlusconi ieri l’altro ha tracciato un bilancio
esaltante dell’azione del suo Governo. Esagerazioni?

«A sentire la conferenza stampa di Berlusconi veniva da sorridere,
perché davvero non si capisce dove e come lui veda tutti i successi di
politica internazionale dell’Italia e gli straordinari risultati in
campo nazionale. È una cosa che si fa fatica a prendere sul serio,
meglio affrontarla in modo scherzoso».

Allora, lo stato del Paese qual è, e che cosa dobbiamo aspettarci in autunno?«La situazione è seria e probabilmente siamo alla vigilia dell’esplosione di una questione sociale: il Sud contro il Nord, i disoccupati contro gli occupati, le famiglie del ceto medio in
crescente affanno. Davvero non si capisce da dove nasca il
trionfalismo di Berlusconi»

Come andrebbe fronteggiata la crisi in atto?
«Intanto, bisognerebbe finirla di abbaiare alla luna. La vicenda
dell’oro della Banca d’Italia è emblematica di un’occasione persa,
abbiamo rimediato l’ennesima figuraccia davanti alla Bce e alle altre
autorità monetarie internazionali solo per un dualismo infantile tra
il ministro Tremonti e il governatore di Bankitalia. Una cosa che fa
perdere credibilità alla politica, quando, invece, occorre
concentrarsi sui problemi veri».

Quali sono?
«C’è bisogno di un processo di modernizzazione del Paese che passa
attraverso riforme fondamentali. Non solo la riqualificazione della
spesa pubblica, ma anche la liberalizzazione dei servizi pubblici
locali e una riforma delle pensioni che abbia efficacia nel tempo. Si
è parlato di federalismo, ma quando vedo che il Governo commissaria le
sanità regionali dando l’incarico di correggere i conti agli stessi
Governatori, che sono in gran parte i responsabili del dissesto,
allora non torna niente, ne’ i numeri ne’ la logica. Anche sulla
politica di sicurezza servono meno spot e più fatti. Più poliziotti,
più carabinieri e più soldi alle forze dell’ordine e meno sciocchezze
tipo le ronde che serviranno solo ad acuire i problemi non a
risolverli».

Lei auspica le riforme, ma chi deve farle?
«La maggioranza e se la maggioranza le fa seriamente l’opposizione non
può stare sull’Aventino, perché oggi in Italia nessuno può permettersi
di porsi da solo in fuorigioco. È chiaro perciò che le riforme vanno
fatte cercando il coinvolgimento dell’opposizione. Ma sino a quando si
continua con una politica sistematica di esproprio del Parlamento, tra
maxi-emendamenti, voti di fiducia, decretazione d’urgenza, è difficile
trovare un modo di collaborare».

Come ogni estate, lei torna in Puglia, nel Salento. Quest’anno ha trovato una Regione in piena bufera. Sorpreso?
«Cosa vuole che le dica. Certo, si ha la sensazione di essere al
termine di una stagione politica, non certo all’inizio di una nuova.
Voglio aggiungere solo questo: io sono garantista sempre. Sono stato
garantista con Fitto e sono andato a difenderlo in Parlamento quando,
tre anni fa, ci fu la richiesta d’arresto. Nessuno mi obbligò a farlo,
lo feci perché ero convinto che l’accusa fosse ingiusta.. Allo stesso
modo sono garantista oggi con Vendola. Mi dispiace che il garantismo
per molti valga solo se si è toccati in prima persona, perché il
garantismo è un’idea del rapporto tra politica e magistratura ed è
un’idea anche dello stato di diritto. Penso, poi, che un conto sia la
questione giudiziaria, altro è quella politica».

E la questione politica rispetto a Vendola qual è?
«Questo e’ un argomento che affrontereno a tempo debito, non voglio
fare lo sciacallo. Però, posso dire una cosa…».

Che cosa?
«C’è un modello qui in Puglia che si è affermato con forza ale
elezioni amministrative recenti, è il modello-Ferrarese, cioé il
modello di una cooptazione della parte migliore della società civile
nella politica. Personalmente non credo alla separatezza tra politica
e società civile e non credo che la società civile possa fare a meno
della politica. C’è bisogno di una collaborazione. Questa sinergia a
Brindisi si è realizzata. Non a caso, in una provincia destinata ad
essere conquistata dal centrodestra, il modello-Ferrarese è riuscito
ad imporsi».

E questo ragionamento dove porta?
«Ad una conseguenza precisa, che dev’essere ben chiara sia alla destra
che alla sinistra: a livello di Regione Puglia l’Udc vuole riproporre
questo modello. L’Udc non è disponibile ad essere cooptata nell’uno o
nell’altro schieramento come partner essenziale solo perché ha il 10%
dei voti. Non vogliamo e non saremo di complemento degli uni o degli
altri. Noi lavoriamo perché ci sia un schema che riproponga il
modello-Brindisi a livello regionale».

Quindi, lei non pone un problema di schieramento, ma di metodo e di leadership. È così?
«Indubbiamente c’è un problema di metodo, quindi di sostanza, che
riguarda le scelte politiche che faremo. Dopo di che, noi siamo
all’opposizione della giunta Vendola, vedremo come andrà il congresso
del Pd, cercheremo di capire se ci sono le possibilità di dare
continuità alle esperienze amministrative che si sono avviate con le
elezioni passate. Ma faremo tutto questo sulla base di questa idea
della politica pugliese: un nuovo meridionalismo ha senso se non si
ripropongono i partiti e gli schieramenti esattamente come oggi si
presentano».

Vuole approfondire questo passaggio?
«Parliamoci chiaro: un centrosinistra allargato all’Udc non ci
interessa. Se si vuole ragionare sullo schema di un nuovo
meridionalismo bisogna mettere in campo anche nuove formule. Io indico quella di Brindisi, se altri hanno una soluzione migliore naturalmente sono disponibile a confrontarmi».

Il Pdl ha inviato in Puglia il senatore Gaetano Quagliarello per
favorire un confronto con l’Udc in vista delle Regionali. Una scelta
utile?

«Guardi, il leader del Pdl in Puglia si chiama Fitto. È una persona
che conosco e con la quale sono amico da 20 anni. Con tutto il
rispetto per Quagliarello se abbiamo bisogno di parlare con il Pdl,
parliamo con Fitto».

Quali sono i prossimi impegni dell’Udc?
«Partiremo proprio dal Salento: il 14 agosto all’Atlantis di Otranto
raccoglieremo le firme per il quoziente familiare; il 19 ricorderemo
Alcide De Gasperi con una Messa; l’11-12 e 13 settembre a Chianciano
saremo impegnati con gli Stati generali del partito aperti alla
societa’ civile. Anche in Puglia ci saranno gli Stati generali. L’Udc
è in movimento su un percorso che punta a rinnovare la politica in
Italia e in Puglia».

4 Commenti
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Marta Romano
Marta Romano
15 anni fa

Presidente,
oggi noi possiamo dire di avere la coscienza pulita, perchè possiamo dimostrare con i fatti di aver rinunciato a delle poltrone, pur di difendere i nostri valori.
L’idea di alleanze differenziate ci può stare, ma bisogna analizzare per bene le due alternative.
Abbiamo avuto coraggio a fare determinate scelte alle ultime elezioni, e dobbiamo ripeterci alle Regionali, scegliendo magari la strada più difficile, ma che a noi sembra migliore..
Penso che don Sturzo parlasse proprio di questo coraggio, quando parlava del “coraggio dei liberi e forti”, e tra qualche mese, dovremo dimostrare di esserlo davvero!
Marta

Nello
Nello
15 anni fa

Analisi serena e reale del presente e delle problematiche che, purtroppo vedremo realizzarsi in autunno,quando la crisi sociale si farà certamente più dura.Una maggioranza in preda alle leadership della lega é veramente pericolosa e rischia di mandare in frantumi la nostra unità nazionale.Non si recepiscono sussulti di dignità da parte di esponenti politici della maggioranza(leggi ex AN) impegnati solo sul piano della rettorica o dei tanti esponenti cattolici ,e ve ne sono tanti,che galleggiano in attesa di chissà cosa senza prendere posizione lasciandosi passare sopra la testa ,ma con grave silenzio,provvedimenti:quali la lotta agli immigrati,la stupidità sul dialetto, le ronde,la lotta al tricolore e tante altre sciocchezze che sono purtroppo i sassolini o anche macigni che mineranno e gravemente la saldezza della nostra unità. E’ facile prevedere uno scontro Nord Sud.I singoli fanno talvolta tenerezza,i molti e diversi uniti sono una forza.Rilevo comunque che parte delle gerarchie cattoliche cominciano a prendere posizione di fronte al grave imbarbarimento culturale del momento presente se non vi sarà una seria presa di coscienza della sua gravità e dell’impegno di tutte le coscienze responsabili per superarlo

Udc
Udc
15 anni fa

Anche noi attiviamo da settembre le ronde della solidarieta’

Paolo Caorsi
Paolo Caorsi
15 anni fa

Se a questo punto è Umberto Bossi e la Lega a comandare questo governo vorrei fare un’appello a tutta l’opposizione che se si bisogna organizzare qualsiasi manifestazione non bisogna più andare a Roma ma a Bergamo dove è nata lega.



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