Riforma dei partiti in nome della trasparenza
Dopo il caso Lusi e il polverone sui finanziamenti ai partiti scomparsi, l’Udc ha voluto essere in prima file nella battaglia per mettere fine allo sperpero dei soldi pubblici e regolamentare in maniera rigorosa la vita dei partiti e quindi l’accesso al finanziamento pubblico. Dopo gli annunci di qualche giorno fa, oggi alla Camera il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha illustrato il testo messo a punto dal senatore Gianpiero D’Alia che si muove su due direttrici: democrazia interna e trasparenza nell’amministrazione. Il disegno di legge è composto da 7 articoli che danno piena attuazione all’articolo 49 della Costituzione introducendo il metodo democratico nella vita dei partiti e rendendo trasparente il loro bilancio e il loro patrimonio. Ma eccone i punti qualificanti:
Statuto pubblico e democratico
Secondo il ddl Casini è obbligatorio per i partiti uno Statuto che deve assicurare il metodo democratico (cfr. art. 49 Costituzione) ma che deve anche essere pubblicato e omologato al fine di riconoscere ai partiti personalità giuridica. Senza lo statuto pubblicato e omologato è impossibile accedere a rimborsi e finanziamenti.
Trasparenza del patrimonio
I beni immobili e mobili dei partiti devono essere ad essi intestati. Se i partiti vogliono investire la propria liquidità possono farlo esclusivamente su titoli di Stato italiani. Tutte le risorse e i beni dei partiti devono essere destinati in via esclusiva agli scopi del partito come disciplinati dal ddl e dallo Statuto.
Trasparenza dei finanziamenti e dei bilanci
Tutte le donazioni superiori a 5mila euro devono essere rese pubbliche e le contribuzioni superiori a 50mila euro che eventualmente i partiti dovessero fare a società o fondazioni obbligano queste ultime a sottoporre i propri bilanci al controllo della Corte dei Conti. Inoltre i bilanci preventivi e consuntivi e i rendiconti delle spese elettorali devono essere sottoposti al controllo della Corte dei Conti e pubblicati in maniera analitica nei siti istituzionali di Camera e Senato.
Stop ai “partiti eterni”
Non ci saranno più partiti scomparsi che continuano a percepire fondi dato che il ddl dell’Udc individua giuridicamente il momento di cessazione dell’attività del partito allorché questo non presenti liste di candidati per il rinnovo di Camera, Senato e Parlamento europeo, e stabilisce che la cessazione dell’attività comporta la perdita di ogni genere di contributi, rimborsi e agevolazioni.
Incentivi ai giovani in politica
Il 5% dei rimborsi per le spese elettorali dovrà essere impiegato dai partiti per la formazione dei giovani al fine di garantire la loro partecipazione attiva alla politica.
L’obiettivo del ddl è sostanzialmente quello di rivitalizzare i partiti rendendoli trasparenti e democratici, restituendoli dunque ai cittadini. Il leader dell’Udc ha auspicato che il ddl venga approvato prima delle elezioni amministrative.
pochi, giovani e corretti.
sentenze e tempi della legge on line.
chi sbaglia paga e và via.
la politica non è un lavoro ma un titolo onorifico.
Cordialmente, Callari.
Geniale e produttivo. Dalle trasparenze agli incentivi per i giovani. Leggerlo e’ un piacere.
Grande Presidente! Finalmente qualcosa di chiaro e trasparente!
Sono assolutamente daccordo! In quest’articolo, peraltro molto ben scritto, viene analizzata una proposta che eviterebbe uno degli sprechi peggiori e più ciechi della nostra storia, qualcosa che, ora più che mai, non ci possiamo proprio permettere!
[…] case di vetro e gli elettori devono sapere come vengono usati i soldi del finanziamento pubblico. L’Udc ha presentato due mesi fa un disegno di legge di riforma dell’articolo 49 della Co…, tra l’altro, che per accedere ai rimborsi elettorali i partiti devono sottoporre i bilanci […]