postato il 19 Luglio 2010 | in "Spunti di riflessione"

Ricordando Borsellino a 18 anni dalla strage di via D’Amelio

La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale, che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Le parole di Paolo Borsellino, a 18 anni dalla strage di via D’Amelio in cui furono uccisi il giudice e cinque agenti della sua scorta, suonano tristemente attuali.
Il compromesso morale, l’indifferenza, la complicità. Non sono forse questi, da mesi, i temi attorno ai quali si arroventa il dibattito politico? La corruzione che rischia di inficiare l’autorevolezza delle istituzioni, l’indifferenza che porta a pensare alla “mafia” come a un problema lontano da noi o, peggio, come a un problema del sud Italia (basta citare recenti episodi di cronaca per capire che non è così). La complicità di politici disposti a scendere a patti con mafie vecchie e nuove.

Si è tornato a parlare di trattativa tra stato e mafia, del “papello” con le richieste della mafia alle istituzioni per interrompere la stagione delle stragi, dell’agenda rossa di Paolo Borsellino.

Oggi, ricordando Paolo Borsellino a Palermo, il procuratore antimafia Piero Grasso ha detto che “la verità è ingombrante per chi teme le sue conseguenze”. Paolo Borsellino, quando già si definiva “un uomo morto che cammina”, non esitava a dire: “Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri”.

A 18 anni da quel 19 luglio in via D’Amelio, oggi c’è chi continua a uccidere Borsellino: lo uccide chi non crede nella giustizia, chi considera superflua l’onestà e un laccio la legalità. Lo onora, invece, chi non si arrende all’indifferenza.

Bisogna cercare la verità anche quando questa verità pesa, anche quando fa paura, direbbe oggi il giudice Paolo. Ed è con queste sue parole che oggi vogliamo ricordarlo: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.

2 Commenti
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Giuseppe
Giuseppe
13 anni fa

condivido pienamente ciò che dice, anche in merito all’affermazione di Vendola su Giuliani, però mi faccio una domanda, se veramente l’UDC vuole combattere la mafia e stare vicino agli onesti, come fa Lei a fare accordi con Berlusconi?
Berlusconi credo sia la persona più disonesta che ci sia in Italia, non fa nulla se non per scopi strettamente personali, conosciamo benissimo quale sia il suo fine, salire al colle per avere l’immunita a vita!!!
Non mi posso permettere di dare consigli a nessuno, ma esterno un desiderio su di lei che sostengo; stia lontano dal malavitoso e continui a rafforzare la sua correttezza, se proprio deve fare delle alleanze, le faccia con chi lotta per la democrazia e non con chi mette bavagli a tutti per poter operare e delinquere in tranquillità!
Giuseppe

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13 anni fa

[…] “La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. […]



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