postato il 4 Giugno 2011 | in "app, Politica"

Referendum, giusto andare alle urne

Pubblichiamo dal Corriere della Sera l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Andrea Garibaldi

ROMA – Sui referendum del 12 giugno, l’indicazione numero uno del leader Udc Pier Ferdinando Casini è la seguente: «Bisogna andare a votare. C’è un enorme distacco fra classe dirigente e cittadini, tra anziani e giovani, non aumentiamolo con posizioni tattiche. Noi diciamo: gli italiani devono informarsi bene sui contenuti dei quesiti referendari e poi partecipare, depositare nell’urna cosa pensano. Questa è la posizione che ci distingue dal centrodestra».

Andare a votare, va bene. Come?

«Ai due quesiti sull’acqua io voterò “no”. Contro l`abrogazione degli articoli della cosiddetta “legge Ronchi”».

Gli avversari di quella legge dicono che ha lo scopo di «privatizzare l`acqua».

«Totale falsificazione: l’acqua è un bene pubblico e non può che rimanere tale. In tutto il mondo l`acqua è pubblica e la gestione viene affidata in regime di concorrenza. Il problema, dunque, è la gestione del servizio, a fronte del dissesto del comparto idrico, degli immensi sprechi. Se non si favorisce l’ingresso dei privati, chi potrà fare gli investimenti necessari per il risanamento? Più concorrenza porterà migliore gestione e tariffe più basse. Oggi le nostre tariffe sono fra le più alte in Europa e ciò non tutela né le famiglie né le imprese».

I promotori del referendum sostengono che la legge introduce troppe rigidità: l’obbligo dell’ingresso dei privati nelle società che gestiscono l’acqua, l’obbligo di remunerare gli investimenti privati almeno al 7 per cento. Perché modificare anche le aziende pubbliche che ottengono buoni risultati?

«Se la legge è troppo rigida potrà essere rivista, si potrà correggere. II punto chiave è l’idea di Paese che intendiamo costruire. Noi vogliamo cancellare le rendite di posizione costituite dalle aziende municipalizzate, non si può tornare ai regimi dilaganti dell’in house, aziende controllate al 100 per cento dagli enti locali. Negli anni 70 queste aziende facevano comodo, in molti casi, alla sinistra e oggi, probabilmente, fanno comodo alla Lega. Noi vogliamo dire basta con i carrozzoni e con i modelli che non sono più buoni nemmeno per Kabul».

Il governo Berlusconi non si è espresso sui referendum, ostenta un interesse di bassa intensità. «Si chiede ai cittadini di andare a votare su nulla», ha detto il premier.

«Sulle liberalizzazioni il governo ha sbagliato finora per mancanza di coraggio. Oggi i promotori lo vorrebbero bocciare per il motivo opposto. Veramente assurdo. Le liberalizzazioni erano in tutti i programmi di Berlusconi, adesso il presidente del Consiglio dovrebbe difendere una delle poche che ha cercato di realizzare».

E il Pd? Avete fatto pezzi di campagna elettorale assieme, negli ultimi tempi. Ma sui referendum le posizioni divergono. Bersani si è espresso nettamente per il sì.

«Ricordo tante critiche da sinistra a Berlusconi perché non liberalizzava. Posso produrre fascicoli di atti parlamentari nei quali esponenti del Pd dicono le cose che sto dicendo io ora. La legge Lanzillotta, proposta dal governo Prodi, era molto più avanzata – nel senso della privatizzazione – della legge Ronchi. Fu bocciata per lopposizione di Rifondazione comunista. Chi si propone come alternativa al governo del Paese non deve sposare demagogia e falsificazione della realtà».

Bersani ieri ha negato di aver promosso un uso tutto politico dei referendum. Ha detto che «i referendum non servono a dare un colpo al governo».

«Parlo per l’Udc: noi siamo nettamente contrari a un uso politico, a un uso improprio dei referendum indipendente dai contenuti specifici. Si fornirebbe un’opportunità straordinaria di rivincita a Berlusconi. Non è che per contrastare il centrodestra si debbano sostenere tesi superficiali e contrarie all`interesse del Paese».

Suo suocero, Francesco Gaetano Caltagirone, è azionista in Acea che gestisce l`acqua a Roma e ha manifestato interesse ad investire ancora nel settore. Non teme di essere coinvolto in polemiche?

«Caltagirone fa i suoi affari e io faccio la mia politica. Lui è un grande imprenditore, io continuo a sostenere le mie idee, come la tassazione delle rendite finanziarie. Penso che i privati dovranno confrontarsi con l’Authority per la vigilanza sulle risorse idriche, affinché non ci sia alcuna speculazione. Ma ripeto: prima degli interessi di qualsiasi privato, viene l’interesse pubblico, che è quello di non resuscitare le aziende municipalizzate, produttrici soprattutto di centinaia di assunzioni clientelari. Come i recenti esempi romani Atac, Ama dimostrano».

Sugli altri referendum, qual è la posizione dell’Udc?

«Sul nucleare: noi abbiamo sempre detto che serve all`Occidente e all`Europa in particolare. Non si può far finta, però, che la tragedia di Fukushima non sia accaduta. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha deciso di uscire dal nucleare e non si tratta certo di una sovversiva. Quindi, diciamo: su questo tema occorre ascoltare la gente. Non diamo indicazioni di voto».

Il legittimo impedimento?

«Voteremo sì, per l’abrogazione. In Parlamento abbiamo sostenuto una proposta che limitava gli effetti della legge alle quattro principali cariche dello Stato. Hanno voluto estenderla a tutti i ministri ma, come si sa, il troppo stroppia».

8 Commenti
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Rodolfo Vialba
Rodolfo Vialba
12 anni fa

Dell’intervista di Casini condivido senz’altro l’invito ad andare a votare e, proprio per aiutare gli italiani ad informarsi bene sui referendum per poi partecipare in modo consapevole al voto, esprimo il mio parere sui quattro quesiti referendari.
Sui due referendum che hanno come oggetto la privatizzazione dell’acqua credo che le affermazioni di Casini risentano del fatto che il D.Lgs. n. 152/2006 sia stato approvato quando l’Unione Democratico Cristiana era parte della maggioranza di centro destra, ragione per cui oggi si sente in obbligo di sostenere le posizioni del “NO”. Se, come dice nell’intervista, lui vota così, è una scelta sua personale che ha il diritto si esprimere alla pari di quanti, me compreso, che scelgono di votare per il “SI”.
Sul referendum relativo al nucleare Casini, in questo caso a nome dell’UDC, afferma di non dover dare indicazioni di voto, perché occorre ascoltare la gente. Mi pare una motivazione accettabile e, pure in questo caso voterò “SI”. Avrei però apprezzato se nell’intervista vi fosse stato qualche riferimento alla politica energetica e alle fonti alternative e rinnovabili. Infatti soffre di miopia sia chi lascia libertà di voto, sia chi vota “SI” senza porsi il problema di come e da dove produrre l’energia che serve al Paese. Nel merito la mia risposta è l’impianto fotovoltaico istallato per soddisfare i consumi energetici della mia unità familiare e non certo la politica del governo sulle fonti alternative e rinnovabili.
Sul referendum relativo al legittimo impedimento Casini voterà “SI”come me. Lui perché dice che è stato un grave errore estendere la norma a tutti i ministri, prevista inizialmente per la quattro maggiori cariche dello Stato, io perché continuo a riferirmi a quanto affermato dell’art. 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

R. Vialba

Unione Di Centro Alessandria
12 anni fa

Come sempre esprime posizioni molto equilibrate, il popolo moderato si riconosce in lei. Giusto andare cauti sul tema dell’acqua, c’è chi ci fa politica sopra e non aiuta i cittadini a farsi un’opinione sul punto. Giustissima e condivisibile l’a posizione sul nucleare. L’Italia può sperimentare nuove forme di energia, prendiamo esempio dalla Germania. Le ricerca e la tecnologia possono portare grandi benefici che oggi la politica dall’occhio breve non riesce a intravedere, in termini di ricchezza, di posti di lavoro, di sviluppo.

francesco(aq)
francesco(aq)
12 anni fa

Non che io voglia contestare i vari passi dell’intervista ma resto perplesso. Un referendum nato da parti politiche non può non essere politicizzato. La privatizzazione dell’acqua dovrebbe portare benifici ai cittadini in quanto sarebbe la normale conseguenza della concorrenza;siamo certi? la liberalizzazione della benzina non ha insegnato nulla? Allora meglio i carrozzoni pubblici,qualche povero cristo troverà beneficio occupazionale. L’energia alternativa;non ripetendo il disastro Vajont,si può cercare,almeno in parte,a riscoprire il vecchio idroelettrico, per il risparmio energetico iniziamo,o meglio si dia ordine, di spegnere le luci in tanti luoghi e sedi pubbliche inutilmente accese durante lo ore diurne e tante insegne inutili nelle ore notturne, ripetendo le misure restrittive durante la crisi del 1973. Sul legittimo impedimento c’è poco da dire: “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI” a prescindere dall’incarico. Il delinguente in galera,il virtuoso sugli altari

Simone Matteoli
12 anni fa

Leggo con rispetto l’intervista, ma è la prima volta che non mi torna qualcosa. Ed è strano perché sono convinto che se andiamo a votare, sia io che lei, votiamo allo stesso modo: si solo per abrograre l’abuso sul legittimo impedimento. Per i quesiti dell’acqua allora non capisco perché non evitare di prendere la scheda? Abbiamo un grande alleato del 30-35% di astensionisti. Siamo pochi e se non usiamo azioni strategiche, come del resto abbiamo fatto in passato, non ce la faremo a far passare le nostre idee. Per quanto riguarda il nuclaere convidido che possa far riflettere la scelta della Merkel (dobbiamo chiederci il perché la Germania fa così e la Francia no), ma il caso Fukushima non può portare interedetti a prescindere (a parte che se fosse avvenuto un evento del genere in Italia, saremo morti per il terremoto e non per le radiazioni). Non condivido dire “che sul nucleare bisogna ascoltare la gente” perché sarebbe demagogia. La gente di esprimerà democraticamente attraverso il referendum, ma chi ha il dovere di educare/guidare la gente deve dire la sua. Io direi che la pianificazione energetica va rivista si… alla luce di questa si vedrà se si può o meno rivedere la questione del nucleare. Ma credo che si possa dire tranquillamente che il referendum rischia di mettere un veto prodotto, non da una valutazione tecnico/scientifica, ma 1) da un becero ambientalismo che inquina e uccide con altri sistemi, 2) dall’antiberlusconismo; 3) da valutazioni basate sulla paura e a volte sull’ignoranza riguardo al nucleare

francesco(aq)
francesco(aq)
12 anni fa

gli ultimi 3 punti del Sig. Simone sono solo basati sull’offensivismo: becero,antiberlusconismo (non sono pdl ma rispetto chi lo è), paura ed ignoranza. Non è questo il modo di giudicare persone ed idee, sopra tutto c’è la libertà di pensiero, nessuno fino ad ora ha parlato tecnicamente chiaro su rischi e benefici del nucleare e dell’acqua (a parte le beghe politiche ed è il caso di dire che ognuno porta l’acqua al suo mulino) lo faccia Lei e mi convinca che non ci sono solo interessi economici “particolari”

Attilio Biancalana
Attilio Biancalana
12 anni fa

Secondo me il referendum più politico è quello sul legittimo impedimento. Sono convinto che le istituzioni e quindi gli uomini che le presiedono abbiano bisogno di una forma di tutela, non di impunità, nell’esercizio delle loro funzioni. La giustizia anche quella più seria non è infallibile e non è onnipotente e non riesce ad essere sempre equidistante. Una forma di tutela delle istituzioni che deve essere utile alla democrazia e non ad una persona. E questo per me è il punto: l’on. Berlusconi deve essere ridimensionato, non punito, perché non è più accettabile che il premier sia al disopra della legge e delle convenzioni politiche.
Mentre il referendum culturalmente più importante è sicuramente quello sul nucleare. E qui la problematica deve essere chiarita in modo onesto agli italiani. Le energie rinnovabili (fotovoltaico ed eolico) non sono adeguate a mantenere il sistema elettrico in quanto producono la corrente elettrica in modo discontinuo. Per ora non esiste la possibilità di accumulare energia elettrica se non per modeste quantità!! La possibile alternativa pertanto non è tra le rinnovabili ed il nucleare bensì tra il nucleare ed i combustibili fossili (gas, petrolio, carbone). In termini politici: bisogna votare per sapere se noi italiani vogliamo continuare ad andare a baciare le mani ed i piedi ai vari Gheddafi o Lukashenko oppure se vogliamo dotarci di una maggiore autonomia nazionale diversificando le fonti ed i produttori.

prati enzo
prati enzo
12 anni fa

Sui quesiti sull’acqua l’unica perplessità è quelle di una rendita garantita del 7 per cento all’investitore privato rendita che oggi non viene quasi più garantita da nessun altro investimento. Sul nucleare ci voleva un pò di coraggio in più con tutte le cautele del caso non va accantonato lo studio per gli sviluppi futuri anche una pericolosa comunista come Margherita Hach lo sta sostenendo

John Rawls' Fan
12 anni fa

Per me
Si’ sulla scheda rossa (abrogazione dell’articolo 23bis del cd. decreto Ronchi) perché non mi piace l’obbligo di cedere ai privati entro una certa data in assenza di altre scelte, anche se non sono contrario in linea di prnicpio all’ingresso dei privati, purché regolamentato e con meccanismi di premi / punizioni ferrei

Si’ sulla scheda gialla (remunerazione del capitale investito) perché, anche in questo caso, non sono contrario al principio in sé (la remunerazione del capitale investito deve finire in bolletta e non in fiscalità generale per innescare comportamenti virtuosi da parte degli utenti, che, pagando in proporzione ai loro consumi, stanno più attenti a non sprecare l’acqua), ma trovo la sua applicazione troppo rigida: perché al massimo il 7% e non un aggancio ai tassi di interesse o un’altra formula più sofisticata ma contemporaneamente più equa perché tiene conto di tutti i vari fattori che incidono nell’equa remunerazione? Ci vuole un’Autorità per l’acqua, che regolamenti super partes questo ed altri punti.
N.B.: il tema in questione vale anche se la distribuzione dell’acqua è 100% pubblica
N.B. 2: l’esito non cambia nulla, perché se vince il No la legge può essere modificata p.es. introducendo l’auspicata Autorità per l’acqua, se vince il Sì, tale vittoria può essere interpretata sia come remunerare gli investimenti in fiscalità generale sia, come faccio io, remunerarli in funzione dei consumi ma non al 7%. Ergo, il legislatore può, se vince il Sì, tranquillamente replicare l’articolo abrogato solo p,es. cambiando il 7% con il 6%, senza poter essere accusato di andare contro la volontà espressa dal referendum

No sulla scheda grigia (cd. quesito sul nucleare) perché è una “bufala” che può sortire effetti opposti a quelli desiderati (cfr. un altro post su questo sito)

Sì sulla scheda verde: anche per le modifiche successive al testo della legge sottoposta a quesito, è diventata una questione di lana caprina come per il quesito “sul nucleare” [sic]: infatti decide sempre in ultima analisi il giudice. Poiché è una legge inutile e stupida, sono per la semplificazione, quindi voto Sì per abrogarla



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