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Tremonti raschia il barile e congela gli Statali.
La “manovra straordinaria” imposta da Eurolandia e applicata da Tremonti per un ammontare di circa 24 miliardi di euro, è un provvedimento di cortissimo respiro che chiede sacrifici ai soliti noti e che va a prendere i soldi laddove è sicuro di trovarli. In Italia 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese, e, fra questi, 6,9 milioni (di cui il 60% donne) possono contare su meno di 1.000 euro. Né va meglio per i pensionati: ben 7,5 milioni guadagnano infatti meno di 1.000. E il governo cosa fa? Chiede sacrifici non agli imprenditori, agli industriali, ai politici, ai dirigenti, ai sindacalisti, ai banchieri, agli assicuratori, ai palazzinari, ma a lavoratori e pensionati! Una manovra impostata solo su tagli indiscriminati e nuove imposte e quindi priva di prospettive per il rilancio dell’economia. Dopo due anni di menzogne e di slogan ora il governo presenta un conto pesantissimo a pensionati e lavoratori dipendenti. Si chiedono sacrifici per che cosa? Per quali obiettivi? Si mette un tappo ad una falla ma non si fa nulla per ripararla. Eravamo coscienti che si sarebbe trattato di una manovra dura, ma qui siamo di fronte ad un vero e proprio macello: manca l’equità sociale e una indispensabile prospettiva di sviluppo. Non si è predisposto nulla di veramente strutturale e quindi andremo al solito taglia e cuci che alla fine non ci metterà al sicuro in termini di finanza pubblica e risulterà ancora depressivo per l’economia. Fino ad ora non hanno toccato evasione fiscale, rendite, patrimoni, privilegi, ruberie e di cuneo fiscale… non ne parla più nessuno.