postato il 25 Aprile 2015 | in "Esteri"

Pier Ferdinando Casini a Yerevan nel 100° anniversario del genocidio armeno: “Ma non alziamo steccati contro la Turchia. L’Italia vuole il dialogo”

yerevanL’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata sul Corriere della Sera

“La memoria della tragedia armena e delle responsabilità turco-ottomane non può paralizzarci nel passato. Ma serva anche da sprone per il dialogo tra Europa e Ankara”; sostiene il Presidente della Commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, che guida la delegazione italiana a Yerevan.

Anche per l’Italia quello armeno 100 anni fa fu chiaramente un genocidio?
“Non abbiamo problemi a sostenerlo. Venne testimoniato con una risoluzione del parlamento italiano agli inizi degli anno Duemila. E oggi lo ripetiamo con forza in un mondo in cui le persecuzioni e i genocidi si moltiplicano. Penso al Boko Haram in Africa, ai cristiani perseguitati in Medio Oriente. Voglio essere chiaro: in Italia non c’è spazio per il negazionismo. Ma il nostro Paese per cultura e vocazione vuole il dialogo, incluso quello tra armeni e turchi, nella convinzione che la ricerca della verità storica non sia da impedimento e cancelli piuttosto i peccati di omissione”.

Sono venuti in Armenia Hollande e Putin. Perché non Renzi e Gentiloni?
“Tanti Paesi hanno inviato delle delegazioni di alto livello, ma non ministeriali. Penso, per esempio, a Germania e Inghilterra”.

Vede continuità tra il genocidio di allora e le persecuzioni di cristiani ora?
“Lo ha detto benissimo Hollande: gli armeni sono al crocevia della storia. Conoscerne il passato serve a non ripetere gli errori di ieri. Ma non per questo vanno alzati steccati contro i turchi di oggi. La Turchia resta un partner fondamentale della Nato, può aiutare la battaglia contro il fanatismo islamico. Vanno comprese le inquietudini turche nei nostri confronti per continuare il cammino assieme”.



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