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condivido l’impostazione del presidente Casini che finalmente si torni a parlare di politica concreta che interessa alla gente ed ognuno abbia la possibilità di illustrare i propri programmi agli elettori. Le inchieste giudiziarie non hanno nulla a che vedere con l’autentico democratico dibattito politico, che dovrebbe caratterizzare una campagna elettorale, specialmente a livello regionale.
ho seguito il comizio di Berlusconi sul tg1 è durato 10 minuti solo propaganda politica sulle liste del PDL se è così che si risolvono i problemi del paese poveri noi
Giusto! Dove sono le tribune elettorali che dovevano immediatamente rimpiazzare i talk show politici, e sulle quali in Italia le televisioni hanno una tale consolidata esperienza da poter parlare di format già pronto?
Corretto sospendere i talk show perché, con tutta la buona volontà di invitare a rotazione esponenti di tutti i Partiti, danno un’informazione sbilanciata rispetto alle tribune elettorali, ma queste dovevano partire nel momento stesso in cui si sospendevano i talk show.
E invece ci siamo trovati “La carica dei 101” al posto di Annozero! E sono già passate 2 settimane!
E’ arduo cancellare il sospetto che in questo modo il Governo voglia anestetizzare l’opinione pubblica, proprio mentre sta lanciando iniziative preoccupanti per il mondo del lavoro, come il ricorso all’arbitrato per i licenziamenti.
Condivido in pieno, questa é una campagna elettorale “virtuale” perché la gente é tenuta lontano dal confronto, é una cosa ignobile che dobbiamo contrastare.
Gianluca
L’ignobile censura ha sortito l’effetto previsto: campagna elettorale oscurata del tutto in palese violazione della par condicio. In effetti al posto dei consueti programmi di approfondimento non si è visto nulla di politicamente rilevante. Un periodo buio che l’italia non si merita. La sinistra va in piazza, Di Pietro va in piazza e il PDL lancia le solite tese complottiste. Non si parla di cose vere, degli italiani e della loro quotidianità. Speriamo che la decisione del TAR abbia l’effetto di riportare in TV un pò di dibattito serio ripristinando la democrazia e la vera libertà (non quella finta del PDL che imbavaglia l’informazione).
Il confronto è il primo sintomo di democrazia. Il PDL non vuole le tribune politiche e nemmeno i talk show politici? Avrà paura di rispondere e ammettere che non è riuscito a risolvere i veri problemi dei cittadini e che, dopo 2 anni di Governo, non è riuscito a fare altro se non centinaia di spot elettorali??
Marta
Il confronto politico ha motivo di esistere fin quando ci sarà democrazia in caso contrario morirebbero entrambi .
Anche l’infomazione politica ne risentirebbe , ma soprattutto i cittadini devono avere il diritto di sapere che c’è un alternativa che parla di loro
L’informazione elettorale di queste elezioni è vergognosa,vi siete fatti una panoramica di come viene informata la gente? apparte le presentatrici che spiegano come votare non ci sono informazioni su nulla,si sà che si vota il 28 marzo ma per il resto è buio totale.Non ci sono informazioni sui programmi dei partiti non si conosce il candidato,che persona è che idee puo avere,si conosce qualchuno solo perche è famoso.La gente il giorno delle elezioni entrerà nella cabina elettorale e si troverà davanti dei simboli più o meno noti,e sceglirà magari x il colore usato dal simbolo del partito,oppure perche il nome di un candidato suona meglio di un’altro,Chi sà potremmo trovare come presidente della regione campania biagio Izzo perchè è un nome noto solo non ricordiamo se è un attore o un politico.
Infatti presidente a RAI tre stavo vedebdo che all’estero hanno fatto uno spot che , si intitola come è finita la stamap italiana e fa vedere che alle spalle dello sPYcher due giornalisti si azzuffano, adesso ci prendono in giro anche sulla stampa.
Ciao a tutti
Ormai è diventato noioso persino parlarne,
peccato che se ne parli solo qui,
l’unica libertà che abbiamo è “nella rete”,
… già meglio della gabbia,
in tv ormai vige il coprifuoco.
Fondazione Soros ricorre contro Berlusconi in Corte Strasburgo,
Open Society denuncia concentrazione media e conflitto interessi:
“il controllo esercitato sull’emittenza televisiva in Italia dal premier Silvio Berlusconi”, che, sostiene la denuncia, “è contrario agli standard democratici europei”.