postato il 21 Giugno 2010 | in "Interventi"

Nel Pd troppe ambiguità, appoggi il sì

Stati generali del Centro“Un’alleanza riformista non può prescindere da una posizione chiara su questa vicenda. Il Lingotto ha chiesto molti aiuti, ma ora Marchionne ha ragione”. 

Pubblichiamo dal ‘Corriere della Sera’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Roberto Zuccolini.

 «E’ di fronte a una vicenda come quella di Pomigliano che si misura la qualità dell’opposizione: il Pd deve uscire dai suoi imbarazzi e scegliere di appoggiare il “sì” al referendum, così come abbiamo fatto noi sin dall’inizio». Pier Ferdinando Casini lancia un appello al partito di Bersani perché assuma una posizione netta a favore dell’accordo con la Fiat per il rilancio della fabbrica campana. Fa notare che fu una scelta giusta, quella di Veltroni, quando scaricò Rifondazione comunista ai tempi del Lingotto, critica l’Idv, che anche su Pomigliano è «massimalista», e offre al Pd e chiunque altro voglia accettarla un’alleanza «sul terreno riformista».

Come giudica il patto anti delocalizzazione offerto dall’azienda e osteggiato dalla Fiom?
«L’accordo segna la fine di un’epoca di tradizionali contrapposizioni e, al tempo stesso, l’inizio di una nuova stagione nei rapporti tra impresa e mondo del lavoro».

Un accordo, però, sul quale c’è ampia sintonia solo all’interno della maggioranza. E l’Udc ora sta all’opposizione.
«Noi siamo a favore del patto, ma al tempo stesso avvertiamo certi falchi della maggioranza, a tratti più realisti del re, che sulla vicenda sono da evitare assolutamente tifo da stadio ed esibizioni muscolari. In questo delicato momento occorre prima di tutto rispetto e razionalità anche perché nei prossimi anni la globalizzazione non spingerà a un’estensione dei diritti, ma al contrario a una loro restrizione».

Ne ha parlato con gli esponenti del Pd che al riguardo hanno opinioni diverse tra loro?
«Mi preoccupa il fatto che Bersani, nella manifestazione di sabato, che era contro la manovra economica, non abbia dedicato una parola alla vicenda di Pomigliano. È il segno di un grande imbarazzo che non ha ragione di essere: quell’accordo non ha alternative e non è pensabile che chi si propone come forza di governo opposta a Berlusconi giri a vuoto su un argomento così importante».

Walter Veltroni si è dichiarato a favore.
«Sì. E proprio il fatto che Vendola e Bertinotti siano contrari è il segno che non può essere rimossa, come è stato fatto in questi mesi, la scelta di due anni e mezzo fa di scaricare Rifondazione comunista Oggi un’alleanza riformista non può prescindere da Pomigliano e non può esser indulgente con i Cobas, ma stare con coloro che difendono il posto di lavoro e accettano di fare sacrifici pur di evitare che la Fiat getti la spugna e vada all’estero. In altre parole, le ambiguità devono essere risolte. Se Vendola, Bertinotti o l’Idv protestano per me non c’è nulla di nuovo sotto il sole, ma il Pd non può restare in mezzo: deve scegliere da che parte stare».

Enrico Letta si è schierato per il «sì» al referendum, ma ha messo in guardia da chi presenta quell’accordo come un «modello».
«Può anche darsi che quell’accordo non sia un modello, ma non si può tacere di fronte a certi sindacati che proteggono rendite parassitane. Non si può essere equidistanti tra la Fiom e Marchionne».

Dà ragione a Marchionne quando se la prende con l’assenteismo, con gli scioperi in coincidenza con le partite?
«Ha totalmente ragione. Avrà un eccesso di franchezza quando dice certe cose, però non è un politico, è l’amministratore delegato della Fiat che si trova di fronte alla crisi globale dell’auto».

Il leader della Cisl Bonanni sostiene che anche la Fiat in passato ha commesso un errore considerando come suo interlocutore principale la Cgil.
«La Fiat in passato ha puntato troppo sugli aiuti statali e non sempre con coerenza. Ma ora si apre una nuova stagione nei rapporti tra impresa e mondo del lavoro. Cisl e Uil stanno esprimendo posizioni coraggiose e “non tradizionali”, è nata Rete impresa Italia e il mondo della cooperazione lavora per nuove convergenze. Si tratta di una rivoluzione che incontra le resistenze di chi, da una parte, ha il delirio di autosufficienza, e di chi, sul versante opposto, punta sull’antiberlusconismo come collante. Per questo insisto con il mio appello al Pd: faccia una scelta, non lasci alla sola maggioranza il dialogo con le parti sociali più innovative».

12 Commenti
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gaspare
gaspare
13 anni fa

se domani vince il fronte del no, avremo due conseguenze:
1) nessuno potrà più criticare la lega quando spara contro l’assistenzialismo al sud
2) molti imprenditori ci penseranno due volte prima di investire al sud (e forse addirittura, molti inizierano a smobilitare pure dal nord)

Maurizio
Maurizio
13 anni fa

Con questo accordo il sud si gioca una partita importante, non deve perdere per colpa di pochi.
Il PD mostra come sia un ectoplasma nel mondo politico e sociale.

@Gaspare: le aziende stanno già smobilitando dal nord, bisogna far si che almeno rimangano in Italia.

Germano Milite
13 anni fa

A me pare che qui, come in tanti altri casi, si dica per non dire. Parole come “nuova stagion”, “compromesso”, “sacrificio” e via dicendo non hanno infatti più alcun valore….se voltete saperlo, comunque, molti imprenditori stanno già smobilitando dal Sud. Qualche esempio? In settimana, la Billa, ha preso la decisione di chiudere lo storico supermercato che si trovva nella mia città (Caserta)…ovviamente in quel caso perderanno il lavoro “solo” 17 persone e quindi nessuno o quasi ne parla ma sapete perchè l’esercizio chiuderà nonostante abbia un bilancio in attivo? Per il capo del personale si tratta di una scelta aziendale visto che “Non ci interessa più investire al sud”. Ribadisco che, la Billa (ex Standa) di Caserta era con bilancio in attivo!!! Sulla questione pomigliano, poi, nessun giornalista in Italia è riuscito a fornirci un’informazione degna di questo nome…si gioca, come sempre, a farsi la guerra tra “capitalisti” e “marxisti”…tra “estremisti di sinistra” e pragmatici moderati ma nessuno si accorge che, in questo caso, non occorre un farneticante vetero comunista per comprendere il tipo di contratto semi-schiavista che si vuole proporre. PERCHE’ NON SI PUBBLICA IL CONTRATTO CHE SI VUOLE PROPORRE? COSI’ CHE TUTTI POSSANO VALUTARLO? Perchè nessun cronista si preoccupa di reperirlo e chiedere, na buona volta ed in maniera completa, COSA DIAMINE SUCCEDERA’ AI LAVORATORI DELLA FIAT DI POMIGLIANO E COSA CAMBIERA’?

christian condemi
christian condemi
13 anni fa

Secondo me,questo Referendum serve sopratutto di monito ai Lavoratori Polacchi,per evitare che alzino troppo la testa,e reclamino diritti,nel utopistico scenario europeista nel quale si delinea il loro paese. Poi Emma e company non ce lo verranno mai a dire,ma ritengo sia proprio questo il senso.

gaspare
gaspare
13 anni fa

germano l’articolo è pubblicato… basta saperlo cercare…sostanzialmente si vuole riportare ordine in una struttura, pomigliano, cche ordine e produttività non ne ha mai avuta.
Sai che per ora pomigliano produce meno di 100.000 auto, pur avendo una produttività potenziale di 240.000 vetture? Nel 2009 circa 35 mila auto: soprattutto 159 e le ultime 147, poi anche gt e poca altra roba. La potenzialità della fabbrica è di 240 mila auto. quindi da circa 18 mesi Pomigliano sta lavorando 3 giorni al mese. Fino all’arrivo della Panda continueranno a fare Cig a spese della collettività. Tuttavia devi sapere che lavoratori e imprese versano una quota mensile all’Inps per la cassaintegrazione e questo fondo è ancora in attivo.

gaspare
gaspare
13 anni fa

ecco un articolo da parte della fiom: http://www.articolo21.org/6932/editoriale/e-la-fiom-bacchetta-i-media-disattenti.html

E la Fiom bacchetta i media “disattenti”

Su Pomigliano è stato detto tutto e il contrario di tutto. E se da una parte c’è chi come Sinistra ecologia e Libertà è costretta ad acquistare un’intera pagina su l’Unità solo per dire “Non lasciamoli soli” in riferimento alla battaglia solitaria che sta conducendo la FIOM contro l’accordo stipulato, dall’altra è la FIOM stessa che bacchetta i media. Con una lettera indirizzata a tutte le testate giornalistiche e alla FNSI, il segretario generale Fiom, Maurizio Landini lamenta lo scarso livello di informazione in merito all’accordo siglato a Pogliano: “In questi giorni – si legge- grande rilevanza viene data su tutti gli organi di informazione alla vicenda di Pomigliano. Tuttavia abbiamo purtroppo verificato che i contenuti reali dell’intesa, quelli che hanno indotto la Fiom a ritenerla inaccettabile perché lesiva dei più elementari diritti dei lavoratori, fino a quelli costituzionali, non sono stati sufficientemente messi a conoscenza dell’opinione pubblica.”
In particolare, il segretario Fiom chiede che venga dato particolare risalto alla clausola contenuta al punto 15 dell’accordo separato che così recita: “ 15. CLAUSOLE INTEGRATIVE DEL CONTRATTO INDIVIDUALE DI LAVORO” Le Parti convengono che le clausole del presente accordo integrano la regolamentazione dei contratti individuali di lavoro al cui interno sono da considerarsi correlate ed inscindibili, sicché la violazione da parte del singolo lavoratore di una di esse costituisce infrazione disciplinare di cui agli elenchi, secondo gradualità, degli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari conservativi e ai licenziamenti per mancanze e comporta il venir meno dell’efficacia nei suoi confronti delle altre clausole.” “Come si evince dal testo- scrive ancora il sindacalista- siamo di fronte all’introduzione di un principio di libera licenziabilità del lavoratore considerato inadempiente da parte dell’azienda, principio che viola lo Statuto dei lavoratori e la stessa Costituzione della Repubblica. A nostro parere la gravità di questa clausola che inficia di ogni legittimità anche il referendum promosso nello stabilimento di Pomigliano, non è stata ancora messa a sufficiente conoscenza di un’opinione pubblica che pure è giustamente percorsa da un grande dibattito su altri temi nei quali si individuano lesioni alla Costituzione.”
Il riferimento, neanche molto velato, all’acceso dibattito che ha monopolizzato l’attenzione generale in questi giorni, ( nello specifico il ddl intercettazioni) è evidente, come risulta evidente la critica mossa ad un’informazione forse troppo concentrata su se stessa e poco attenta a quanto di “grave” accade intorno.

gaspare
gaspare
13 anni fa

sostanzialmente cosa si chede? si chiede che gli “scioperi di comodo”, le assenze ingiustificate, insomma tutti i comportamenti “anarchici”, vengano sanzionati e che si possano sanzionare finanziariamente (multe) e, in certi casi con i licenziamento.
L’ultimo punto non enfatizziamolo, in fondo si tratta solamente di considerare giusta causa certi atteggiamenti che con le lotte sindacali giuste, nulla hanno a ceh vedere.

gaspare
gaspare
13 anni fa

per dire, fare, come è stato accertato, una serie di scioperi per andare a vedere il napoli quando gioca, o avere comportamenti non professionali, nel resto del mondo è sanzionato automaticamente con il licenziamento (vedi USA e resto d’europa), da noi bisogna fare finta di niente.
ma se prima si poteva fare, ora, coon la concorrenza globale, non si può fare

Marta Romano
Marta Romano
13 anni fa

E’ assurdo che alcune fazioni estremiste debbano mettere in discussione una decisione che andrebbe sicuramente a giovare sul destino dell’industria meridionale. Non è tempo del muro contro muro, ma bisogna trovare un accordo. Il punto di contatto è sicuramente il “sì”, ed è sbagliato confondere i lavoratori con prospettive anarchiche e rivoluzionarie che porterebbero ben poco, se non la sfiducia degli imprenditori dei confronti del sud.
Marta

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13 anni fa

[…] via https://www.pierferdinandocasini.it/2010/06/21/nel-pd-troppe-ambiguita-appoggi-il-si/ Posted by admin on giugno 22nd, 2010 Tags: News, Politica Share | […]

LIBERALVOX
13 anni fa

Fiat – Pomigliano: il 36% degli operai dice ‘NO’!

Vince ma non sfonda il ‘sì’ al referendum che si è svolto ieri sera allo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco: un voto che è servito ai lavoratori per esprimere il proprio consenso o meno all’intesa siglata lo scorso 15 giugno tra la Fiat e la sigle sindacali, eccetto la Fiom. I sindacati, la stessa Cgil di Epifani, il PD di Bersani e D’Alema, insomma pure chi un tempo stava dalla parte dei lavoratori, si dice soddisfatto del 63% dei consensi conquistato dal sì, mentre il ministro Sacconi afferma che adesso il paese è più moderno. Punti di vista. Secondo noi, invece, il paese fa un passo indietro sulla tutela dei diritti dei lavoratori. Diritti che sono costati migliaia di ore di sciopero, faticose, lunghe ed estenuanti battaglie sindacali. A pagare furono allora i lavoratori, a pagare oggi il duro prezzo di certi ‘accordi-ricatto’ sono sempre loro: i lavoratori! Quando in un Paese si arriva a porre la domanda: “Preferisci continuare a lavorare perdendo tutti i tuoi diritti o rimanere per strada senza sapere cosa dar da mangiare ai tuoi figli?”, non è la risposta ciò che conta ma lo constatazione che lo Stato è morto! Con questo referendum si è voluto affermare la supremazia del profitto, dell’arricchimento individuale sul bene collettivo ed invece di esportare diritti, tutele e garanzie del lavoro in tutto il mondo, ci si adegua alle logiche di sfuttamento di quei paesi in cui il costo del lavoro è talmente basso che la vita di un operaio, di un impiegato e di un lavoratore in generale vale meno di zero! Ma nella fabbrica campana della Fiat c’è ancora chi crede in quelle battaglie, c’è chi è consapevole che a pesare nel prossimo futuro sarà anche quel 36% raggiunto dal fronte del NO!

nicolò
nicolò
13 anni fa

Per il momento che stiamo vivendo con la crisi ancora che non è passata e con la disoccupazione in aumento non era pensabile che vincesse il no.
Molte aziende dovrebbero riportare il lavoro dall’estero in Italia per dare certezze e futuro alle prossime generazioni.



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