postato il 14 Febbraio 2011 | in "Giovani, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

La mia generazione è diversa da quella passata


Non voglio dire che sia peggiore o migliore, ma che presenta dei tratti decisamente differenti. I valori sono sempre gli stessi anche se hanno subito dei cambiamenti. Uno, in particolare, sul quale mi voglio soffermare, è quello della politica, un valore che non ci coinvolge più.

Eppure la politica non è una cosa per “dinosauri”, come la si vuole rappresentare oggi. La politica è passione per una causa,  per un ideale. E’ rabbia per qualcosa che non riteniamo giusto, o perché non ci piace la società di oggi. Intanto i giovani se ne infischiano. E’ qui che sta la differenza generazionale. La mia generazione è di quelli che hanno capito, già da giovanissimi che il sistema è questo e nulla può essere cambiato. Che è meglio appassionarsi a uno  sport o a un passatempo che sia leggero e divertente. Ecco, manca anche la dimensione di divertimento alla politica. Divertimento che non si trova solo nello “sballo”, ma anche in altre attività che coinvolgano la persona, che la invoglino a socializzare e interessarsi.

La mia generazione è quella dei disillusi.

Gli ideali si possono mettere tranquillamente da parte. Sappiamo rassegnarci ad una nazione che probabilmente non riuscirà ad offrirci un posto di lavoro, come una mamma che non riesce ad accontentare i bisogni dei figli. Una mamma che ci dice “bamboccioni” e che ci offre lavori che riteniamo non all’altezza dei nostri studi e delle nostre capacità. Non abbastanza remunerati per pagarci un mutuo o il prezzo di un affitto, spesso improponibile.

Non importa.

Non è un problema cercare lavori più gratificanti e con pagamenti più generosi in altri paesi.  Forse perché siamo meno legati, da tradizioni e usanze, alle nostre terre. Seguiamo il detto “morto un Papa se ne fa un altro”, senza tante nostalgie e malinconie. Anzi, con la voglia di divertirsi e crearsi nuove amicizie. Preferiamo questo “sforzo”, noi, che combattere contro chi non vuole cambiare lo status quo.  In fondo la disillusione ci ha preparato a questo.  D’altro canto, penso che un paese che lascia partire i suoi giovani senza muovere un dito, ha fallito nell’aspetto più importante della politica, ovvero creare il futuro. Il continuo sperpero di risorse degli anni passati è stato fatto senza lungimiranza.

Pensandoci bene, conviene a molti che questa mia generazione sia fatta di gente disillusa, perché solo loro potrebbero scuotere veramente l’Italia, basta guardare dall’altra parte del Mediterraneo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giovanni Blesi



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