postato il 7 Settembre 2009 | in "Immigrazione"

Immigrazione, la campagna di Bossi offende gli italiani

Che un ministro del governo Berlusconi come Bossi parta per una campagna d’aggressione contro il Vaticano e contro la Chiesa è offensivo per tutti gli italiani, e anche e soprattutto per i tanti cattolici che hanno votato per il Pdl. Forse Bossi non conosce le straordinarie opere di volontariato che la Chiesa promuove nell’accoglienza ai profughi o forse, più semplicemente, non gli interessa nulla. Il suo unico scopo è eccitare gli animi della gente contro gli extracomunitari, magari dimenticando che grazie a loro si aprono tante fabbriche del nord-est e tante famiglie vengono assistite.
Siamo in presenza di fatti che non possono piu’ essere minimizzati e di un degrado politico istituzionale che nulla ha a che fare con il sacrosanto impegno contro la criminalità.
Pier Ferdinando

9 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Paolo Caorsi un Garibaldino
Paolo Caorsi un Garibaldino
15 anni fa

Mi scusi Onorevole Casini le mando un commento di Beppe Grillo dal suo blog io so che lei non condivide niente di quello che scrive però questa volta mi sembra un commento sensato, poi lei faccia come crede :
Il Nord e il Sud sono i punti cardinali della politica italiana. Gaber in una sua canzone si chiedeva: “Cos’è la destra? Cos’è la sinistra?”. Ora che sappiamo che la destra e la sinistra sono soltanto indicazioni stradali, abbiamo trasformato la politica in geografia. Il luogo di nascita è la nuova tessera di partito.
Il Nord è progressista, razzista, o tutti e due? Il Sud è mafioso, legalitario o nessuno dei due? E dove inizia il Nord? A Reggio Emilia o a Pavia? I tratti della razza nordica, la fisiognomica dei Maroni, Bossi, Borghezio, Calderoli sono da pura razza ariana o nascono da ibridi di origine sconosciuta? Alti, belli, padani e di gentile aspetto…
La mafia è è stata combattuta da siciliani come Falcone e Borsellino o da brianzoli come Berlusconi? Le Grandi Opere e anche le Opere Infinite, come la Salerno-Reggio Calabria, hanno la firma della criminalità organizzata o delle imprese del Nord o di entrambe? Chi guadagna di più? Gli sversatori di tonnellate di rifiuti tossici in Campania erano i camorristi o le aziende del Nord che li smaltivano?
I Territori Organizzati, le Regioni, sono le nuove lobby, i nuovi strumenti di pressione. Chiedono autonomia e soldi. I cittadini, a livello locale, non vedono però né più soldi, né più autonomia. Solo più inefficienza e maggiori costi a carico dello Stato. “Cos’è il Nord? Cos’é il Sud?”.
Il Nord e il Sud cancellano tutto. Ipersemplificano. Sono una truffa cardinale. L’Est e l’Ovest da soli non possono esistere, al massimo sono Nordest e Nordovest. Le isole sono Sud, l’Abruzzo è Sud e la Calabria profondo Sud. Ci sono solo Sudnord e Nordsud. Il Centro esiste come punto di collegamento, senza il Nordsud non esisterebbe.
Se l’Italia era un’espressione geografica, ora è diventata un’espressione politica geografica, la politica del Sud e la politica del Nord. La secessione, per poter avvenire, avrebbe bisogno di una Nazione da dividere.Ma l’Italia è già divisa, cosa rimane ancora? La legge è uguale per tutti, ma diversa in ogni Regione. I dialetti che la Lega vuole reintrodurre sono nelle province italiane la lingua di fatto. Le gabbie salariali? Nel Sud c’è più lavoro nero, il costo della vita è più basso, ma non esistono i servizi che al Nord non sono nulla di speciale, ma nel Sud sono assenti. Per qualunque cosa, quando è possibile, si deve pagare. Le gabbie salariali nel Sud esistono già, si chiamano Camorra, Mafia, ‘Ndrangheta. La politica ha bisogno di nuovi miti per perpetuarsi. PDL e PDmenoelle, forse futuri sposi nella Regione Veneto, dopo anni di convivenza, hanno generato dei mostri che li divoreranno e li ingloberanno: la Lega e il Partito del Sud. Per gli italiani non cambierà nulla, ognuno continuerà a farsi i fatti suoi, perché gli italiani, in fondo, sono sempre gli altri.

maria melaforte
maria melaforte
15 anni fa

come italiana e come elettrice prima di tutto mi chiedo ma il nostro governo nn dovrebbe essere laico ? a che titolo la chiesa ogni volta cerca di far pesare le sue opinioni su tutto ? perchè non accoglie i clandestini nei suoi palazzi nelle sue tenute? io sono cattolica ma sono stanca di vedere i miei diritti prevaricati a favore di chi entra nel mio paese che ormai tutela più gli immigrati ,clandestini o no, di noi cittadini. Sia io che mio marito siamo disoccupati andiamo avanti con lavori in nero (perchè o così…..)e con l’aiuto delle nostre famiglie gli immigrati anche irregolari hanno sussidi,aiuti x la spesa e agevolazioni x le case (anche le case popolari) xchè la chiesa che predica tanto nn li aiuta così il governo aiuterebbe noi

Mauro Sorbi
Mauro Sorbi
15 anni fa

La lettera che ha inviato la signora Melaforte è la prova che la Lega e le sue prese di posizione fanno presa su una società che risente fortemente nel periodo che stiamo attraversando, crisi economica che porta a traino una crisi sociale, mettendo a dura prova le nostre scellte,anche religiose.E’ veramente dura oggi,per chi non ha certezza del lavoro,e, non essendo,come i nostri padri, abituati a “fare di necessità virtù”, le reazioni,in tempi di “totale caduta di valori” sono giustamente scomposte, ma comprensibili.

Attilio
Attilio
15 anni fa

La signora Melaforte nel suo intervento tocca alcuni temi che meritano un dialogo in spirito di rispettosa amicizia e considerazione. In primo luogo la laicità dello Stato che non vuol dire indifferenza ai valori o relativismo etico. La Cei, conferenza episcopale italiana e sottolineo italiana, partecipa come ogni altra organizzazione alla definizione del bene comune, di ciò che è utile all’Italia. Non è l’intervento della Chiesa, sempre perfettibile ma mai assente, la causa delle difficoltà che le famiglie italiane hanno in questo momento. Queste difficoltà sono dovute alle idee sbagliate della cultura dominante, al quadro politico condizionato in negativo dagli spot della Lega ed alle politiche fin qui seguite a sostegno del ceto medio di natura popolare. Non è contrapponendo due povertà che si risolvono i problemi della gente ma creando sviluppo e soprattutto la coesione sociale e politica nel Paese capace di rilanciare il sistema Italia su nuove basi. L’ottimismo può far sognare ma non riempie il portafoglio degli italiani, anzi lo svuota. La politica dello struzzo di Bossi che tarocca le tematiche della immigrazione fa di tutta l’erba un fascio, alimenta speranze poco realistiche ed rinvia la soluzione dei problemi aggravandoli.

Paolo Caorsi un Garibaldino
Paolo Caorsi un Garibaldino
15 anni fa

Sondaggio choc/ E’ Casini l’uomo più pericoloso per Berlusconi
Lunedí 24.08.2009 13:15

Più di 24mila voti in tre giorni. Il sondaggio tra i lettori di http://www.Affaritaliani.it – “Chi è l’uomo più pericoloso per Silvio Berlusconi?” – ha ottenuto un successo clamoroso. E clamorosi sono anche i risultati. Con il 50,50% è Pierferdinando Casini, leader dell’Udc, il più pericoloso per il presidente del Consiglio. Segue a lunghissima distanza (20,72%) il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. In terza posizione il segretario del Partito Democratico Dario Franceschini con il 15,70%. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha il 4,87%, appena davanti al leader della Lega Nord Umberto Bossi (4,64%). Pierluigi Bersani si è fermato al 2%. Gianfranco Micciché, ispiratore del ‘Partito del Sud’, ha ottenuto l’1,23%. Ultimo il terzo candidato alla guida del Pd, Ignazio Marino con lo 0,34%.

Addo Giuseppe
Addo Giuseppe
15 anni fa

Il problema dell’immigrazione è molto vasto ,e non si può liguidare aprendo le porte del vaticano ole tenute come fa osservare la signora Melaforte.anche perchè non sarebbe la soluzione.Il governo con i suoi alleati non da nessuna dirittura di come può arginare questo fenomeno,apparte qualche bella trovata della lega,che riempie le pagine dei giornali con le polemiche che ne seguono.Credo che nemmeno il pattugliamento congiunto abbia dato risultati sodisfacenti,anche perchè non penso che la Libia abbia interesse a fermare questi flussi che partono dalle loro coste.Per quanto riquarda il PD non mi sembra che abbiano argomenti validi,allora cosa fare? penso che ci voglia una legge Europea in grado di tutelare gli interessi di queste persone che si affidano a dei criminali per scappare dai loro paesi,e nello stesso tempo questa legge dovrebbe garantire i paesi ospitanti di poter agire nel migliore dei modi senza razzismo contro chi viene x delinquere.

giampaolo cerri
giampaolo cerri
15 anni fa

Mi permetto di allegare un articolo di 2 anni fa del card. Carlo Maria Martini per sottolineare il TEMPO CHE ABBIAMO E STIAMO PERDENDO per “assecondare” la Lega e le sue strampalate boutade estive.!!!!

Ma siamo diventati un popolo di razzisti? (di Carlo Maria Martini)
5 Dicembre 2007
Ho sempre pensato come italiano di appartenere a uno dei popoli meno razzisti della terra e questo per motivi storici, culturali, religiosi, eccetera.
Questo non vuol dire che quando accade un episodio gravissimo di violenza, soprattutto da parte di immigrati irregolari, non si alzi un coro di voci per deprecare quanto è avvenuto e per invocare più rigorose misure di sicurezza.
Come dice il Salmo, siamo ben convinti che nei momenti di transizione, quando non sono tenuti saldamente in mano, «emergono i peggiori tra gli uomini» (Sal 12,9). Ma nell’insieme abbiamo una visione degli altri popoli che non avrei esitato a qualificare come non razzista.
Ora tuttavia la mia sicurezza si è incrinata leggendo le interessanti interviste di Rula Jebreal pubblicate sotto il titolo significativo «Divieto di soggiorno». Ecco quanto afferma per esempio un immigrato che pure si può considerare un «caso riuscito» di integrazione, essendo oggi impegnato in politica e con un insegnamento universitario: «Gli italiani provano indifferenza verso tutto ciò che è diverso, hanno una sorta di pigrizia mentale, una mancanza di volontà di comprendere l’immaginario altrui».
Come può questo giudizio andare d’accordo con la scontata affermazione di un altro immigrato riuscito: «Gli italiani sono brava gente. I media, la televisione, continuano a parlare di conflitto tra stranieri e italiani, ma la realtà di tutti i giorni è diversa. Quando hanno a che fare con te direttamente, nel rapporto faccia a faccia, gli italiani si comportano bene, come con un loro pari»?
Probabilmente c’è un po’ di verità in entrambi i giudizi. Ma tutto ciò mette in luce la gravità e l’urgenza del problema affrontato nel libro di Rula Jebreal, cioè quello dell’integrazione ben regolata di milioni di immigrati, oggi e tanto più nel futuro.
Possiamo infatti parlare di un problema minaccioso che si sta affacciando ai confini dell’Europa e rischia di causare una forte divisione, una spaccatura di animi e di intenti. Non v’è luogo, per quanto piccolo e nascosto, che potrà venir risparmiato da questa prova.
Essa consisterà nella nostra capacità di vivere insieme come diversi, non solo di lingua, di cultura, di abitudini, di religione, ma anche differenti nelle sensibilità inconsce, nelle simpatie o antipatie, nel modo di concepire la giornata e la vita…
Qualcosa di simile si è sempre avuto nella storia dell’umanità, ma lo stare gomito a gomito con un numero crescente di “diversi” sta diventando un fatto che sempre più condizionerà la nostra vita quotidiana e il nostro lavoro.
Ad esso si può reagire in vari modi: o deprecando il fatto che non sia ormai possibile fare a meno di chi viene a turbare la nostra quiete e preoccupandosi di stabilirgli delle zone in cui egli ci è utile o addirittura necessario e altre in cui vogliamo essere lasciati in pace; o demonizzando la sua cultura e le sue tradizioni, curando di lasciar entrare tra noi il meno possibile della identità di queste persone.
In ogni caso anche un atteggiamento che possa essere definito “buonista”, ma nasca da uno spirito seccato e un po’ malmostoso, tende a chiudere queste persone in ghetti che a lungo andare diventano pericolosi focolai di malumore e di ribellione. Si prospetta così il fantasma di un “clash of civilations” (scontro di civiltà) che alcuni ritengono far parte di un inevitabile futuro del mondo europeo.
Eppure sono convinto che non solo è possibile e doveroso fare di tutto per evitare questo “scontro di civiltà”, ma che occorre dimostrare che noi cresciamo e maturiamo proprio nel “confronto col diverso”.
Ciò avviene quando esso è visto non soltanto come accettazione necessaria di un fatto inevitabile e neppure come semplice tolleranza e rispetto per le abitudini altrui, purché non siano offensive del bene comune, e neppure come volontà di assimilazione o di conversione.
C’è al di sotto di tutto un dovere reciproco di vivificarci e stimolarci a vicenda vivendo quegli atteggiamenti di rispetto, di gratuità, di non preoccupazione del proprio tornaconto o della propria fama, di accoglienza e perdono, che caratterizzano ad esempio il discorso della montagna di Gesù (Matteo capitoli 5-7) e che sono capiti da tutti e utili a tutti.
C’è poi un discorso ancora preliminare a questo, e il libro di Rula Jebreal ci aiuta a entrare nella dimensione giusta: quella di non giudicare e di non condannare subito, ma anzitutto di ascoltare con simpatia e cercare di comprendere con oggettività l’esperienza e la storia dell’altro.
Questo libro presenta una dozzina di interviste a persone straniere venute in Italia per i più diversi motivi. Alcune sono riuscite a inserirsi con soddisfazione nel nostro tessuto sociale, altre invece hanno fallito.
Particolarmente commovente è la storia della piccola prostituta Olga, che non vede l’ora di ritornare a casa dopo aver sfruttato la situazione e essersi lasciata sfruttare fino alla perdita di ogni senso della dignità umana.
Rula Jebreal scrive come una vera giornalista, che sa raccontare e coinvolgere ma senza inserire le proprie emozioni o forzando il discorso. Ci insegna che occorre soprattutto cercare di capire, ascoltare, comprendere le motivazioni e le situazioni: solo dopo è possibile vedere il da farsi.
Ci auguriamo di essere in molti a capire questa lezione di giornalismo e di vita, così che il peso di questa inevitabile transizione verso una nuova società, quasi un nuovo “meticciato”, diventi non solo più sopportabile per tutti, ma sia fonte di nuove scoperte sulla ricchezza della nostra umanità.

Paolo Caorsi un garibaldino
15 anni fa

Già che l’autunno sta per cominciare quand’è che facciamo una bella manifestazione pacifica a Pontida? Ormai sappiamo tutti che il goeverno non è più a Roma.

anna
15 anni fa

E’ quello che temo ach’io…la Lega sta rappresentando un pò il malcontento generale, soprattutto di quelli stufi dell’immigrazione. E in effetti devo dire che i comuni di Bergamo e Brescia funzionano bene. A Roma non c’è questa fermezza.
Ma quando si va a scapito dell’identità di nazione…non va più bene.



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram