postato il 16 Giugno 2011 | in "Giovani, In evidenza, Lavoro e imprese"

I giovani, il precariato e ‘l’Italia migliore’

L’Italia peggiore… I precari ‘svogliati’, che non hanno voglia “di andare al mercato a scaricare cassette di frutta e verdura”, che passano il tempo sulla Rete usandola “come un manganello per agguati squadristici”. Hanno suscitato indignazione e polemiche le dichiarazioni del ministro Brunetta a margine del convegno “Giornata dell’innovazione”. Tutto ha avuto inizio quando un gruppo di precari ha chiesto la parola per porre delle domande al ministro che, dopo aver ‘inquadrato’ gli interlocutori, ha abbandonato la sala apostrofandoli come ‘l’Italia peggiore’ e scatenando un coro di ‘buffone’ e ‘vai a lavorare’.

La vicenda ha chiaramente avuto enorme risalto mediatico, e dopo la valanga di insulti ricevuti sulla sua pagina di facebook il ministro ha deciso di rispondere con un videomessaggio, non per scusarsi ma per chiarire cosa intendeva quando ha parlato di Italia peggiore: “coloro che irrompono sistematicamente in convegni e dibattiti per interromperne i lavori, insultare i presenti e riprendere la loro bravata con una tele camerina portatile per poi passare subito il video ai giornali amici (che notoriamente pullulano di precari)”.

Ma a chi ha giovato l’accaduto? Al ministro non di certo. Si sa, quando si parla di precari si tocca un tasto dolente: milioni di giovani e non più giovani che vivono la precarietà quale normale status quo della propria condizione lavorativa, ma che sono anche pronti a ‘sbottare’ davanti a un atteggiamento di leggerezza o ad una presa di posizione arrogante.

Gioverà allora ai precari? Quel che è successo servirà davvero a spostare l’attenzione della politica su un tema drammatico come è la situazione dell’occupazione in Italia? Servirà forse a far prendere sul serio l’allarme lanciato da Bankitalia: 20% degli Under 30 disoccupato, e il 55% che si vedrà offrire un contratto da precario al primo impiego? O quanto accaduto purtroppo contribuirà solo ad alimentare le polemiche del giorno dopo, sul Brunetta in grado o meno di presiedere un ministero, per poi far cadere nuovamente tutto nel dimenticatoio?
E, qual è lo sforzo che l’Italia migliore deve fare per farsi sentire?
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4 Commenti
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John Rawls' Fan
13 anni fa

Ma non ha insegnato niente la lezione del (poco) compianto Ministro Padoa Schioppa, che aveva accusato i giovani di essere “bamboccioni” causando improvvisamente il crollo di consensi al suo partito (il PD) che ne ha poi causato la sconfitta?
Brunetta ha dal suo che da giovane ha davvero scaricato delle casse al mercato: perché non aggiungere “come ho fatto io quando ero senza lavoro”? Ammesso che gli intervenuti fossero dei provocatori, perché andarsene via prima che aprissero bocca? Il commento più benevolo è che Brunetta è stato un disastro nella comunicazione.

Nicolò
Nicolò
13 anni fa

Per il mio modesto parere il ministro Brunetta non si rende dell’estrema situazione di disagio che vivono i giovani e i meno giovani per la mancanza di posti di lavoro. Sicuramente c’è chi coglie l’occasione per attaccare l’esecutivo ma questo governo deve rilanciare il mercato del lavoro. Se non ci fossero le famiglie che aiutano i giovani sarebbe ancora più grande il problema. E’ arrivato il momento di dare risposte per permettere di costruire un futuro ai ragazzi.

Christian Condemi
Christian Condemi
13 anni fa

Credo che il fenomeno degli Indignados si estenderà a macchia di leopardo,una sorta di shenghen del disagio.
Assurdo pensare che nessun esponente dell’attuale esecutivo,sia stato presente all’evento di ieri “In piedi entra il Lavoro”. Riprova di un paese che non ascolta,e di un opposizione tutta ancora senza un linea semi seria,su quest’argomento. Oggi Cisl e Uil in piazza,ma sicuramente sentirò piu parlare del nuovo show dei tamarri su italia 1.

Leonardo Bolognone
13 anni fa

La cosa che odio di più sono le generalizzazioni e soprattutto quelle sui giovani!!E’ vero c’è una parte di essi che non è il massimo della coerenza, della correttezza, del rispetto delle regole, ma di che sono figli? Chi ha educato questa generazione di ragazzi? Che volori gli abbiamo inculcato? Quali regole, quale rispetto, quali sacrifici? Ricordiamoci che sono il frutto delle nostre scelte, della nostra educazione. Serve un “ritorno” al rispetto, all’onestà, al bene comune, è inutile inveire contro non serve, anzi, allontana ancora di più il nostro mondo dal loro, molto diverso ma non irrangiungibile. Bisogna trovare punti d’incontro e non di perenne scontro!!!Il Ministro Brunetta ha lanciato una provocazione forte, sul quale non sono d’accordo, ma deve farci riflettere con attenzione sul mondo giovanile.



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