postato il 15 Settembre 2011 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Scuola e università"

I disabili e la scuola: persone doppiamente svantaggiate

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati.

In questi giorni, riaprono le scuole e si fa i conti con i numerosi tagli operati al settore, tagli che vanno ad incidere moltissimo anche su chi è già svantaggiato: i portatori di disabilità.
Anche la scuola fa loro ora pesare questa propria condizione, non agevolandoli per niente e, di fatto, acuendo il loro senso di solitudine e la distanza che li separa dagli altri, dai cosiddetti normali.
Giustamente, l’on.le Compagnon, durante un incontro con una delegazione dell’associazione “Tutti a scuola”, ha affermato che “la macelleria sociale contenuta nella Manovra bis si ripercuoterà sulle fasce più deboli del Paese. Tra le vittime dei tagli per 31 miliardi apportati per i prossimi tre anni con la riforma assistenziale e fiscale ci sono anche i disabili, in particolare i minori, e le loro famiglie già in gravi difficoltà. Occorre rivedere subito queste misure. Ci sono bambini portatori di handicap che rischiano di essere esclusi dalla scuola e ciò significa essere esclusi anche dalla società”.
Magari qualcuno leggendo sbufferà, e dirà che con questa crisi da qualche parte si deve tagliare. Giustissimo, ma prima di sbuffare, ponetevi un quesito: e se io fossi quel bambino svantaggiato? O se quel bambino svantaggiato fosse mio figlio?
Potrei inondarvi di statistiche e di dati economici e di fonti per parlarvi dei tagli alla scuola e del prezzo che pagano gli studenti disabili, ma forse vi annoierei. I dati sono freddi, asettici, e qui parliamo di bambini, che non sono freddi e asettici, ma pieni di vita e di speranza. Ma che speranza possono avere i bambini, se non vengono aiutati?
Eppure i tagli agli insegnanti di sostegno sono un provvedimento quanto meno dubbio visto che una sentenza della Corte Costituzionale del 20 Febbraio 2010 dichiara incostituzionale sia fissare un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno, sia il divieto di assumere insegnanti di sostegno in deroga. L’argomentazione della Corte Costituzionale è stata che l’art. 2, comma 413, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2008) e l’art. 2, comma 414, della legge n. 244 del 2007, violano gli artt. 2, 3, 38, terzo e quarto comma, della Costituzione, in quanto, in contrasto con i valori di solidarietà collettiva nei confronti dei disabili gravi, ne impedirebbero «il pieno sviluppo, la loro effettiva partecipazione alla vita politica, economica e sociale del Paese» ed introdurrebbero «un regime discriminatorio illogico e irrazionale» che non terrebbe conto del diverso grado di disabilità di tali persone, incidendo così sul nucleo minimo dei loro diritti.
E se tutto questo non basta, allora preferisco fare parlare una mia amica, madre di un adorabilissimo bambino disabile, che vive in provincia di Pavia.
“La prima settimana, ovviamente, il sostegno convocato non si è presentato sino al giovedì. Ed Alexander, senza un punto fisso, con gente nuova, insegnanti nuovi in un posto mai visto, ne ha patito non poco”.
Alla fine della settimana, vengo convocata in direzione.
Tavolata, stile esame di laurea, io, quattro insegnanti, i due sostegni, direttrice (incommentabile) e vicario.
“Signora, suo figlio va rieducato… e a questo proposito, da lunedì lui avrà un’aula solo per lui, così non infastidirà i compagni se vuole uscire. Tenga conto che questa è una grande fortuna, noi qui abbiamo molto spazio e possiamo dedicargliene uno”.
Quale fortuna? L’integrazione? L’inserimento nella società?
“Direttrice, mi perdoni, ma se quello spazio lo destinaste ai momenti in cui non ce la fa a stare in classe, quando magari c’è molto rumore, quando la sua soglia di attenzione cala e…”
“No, è escluso che resti nella sua classe sinchè venga rieducato in un apposito Istituto”, mi rispondono.

E poi ancora:

“Signora, non abbiamo tutte le ore coperte, purtroppo. Deve venire a prendere suo figlio a mezzogiorno, non può frequentare la mensa, nè i pomeriggi obbligatori”
Ebbravi, complimenti. Viva la scuola dell’obbligo, dove son tanto fortunata che si trovi in un edificio grande.
“Direttrice, mi perdoni. Io sono separata, non sto lavorando per curare mio figlio e farlo migliorare per fargli avere una vita, quando pensa che potrò avere 4 ore per poter avere un lavoro almeno part time al mattino, visto che fa solo 3 pomeriggi su cinque in questa scuola?”. Ed ancora: “Signora, domani Alexander ha solo un’ora coperta. Può entrare tranquillamente alle 9.30 e uscire alle 10.30″

“Ma il famoso sostegno totale che era stato stanziato?” dico io? “Il Comune non lo ha concesso, ci ha risposto “arrangiatevi. Alexander ha 11 ore scoperte su 27 e noi non possiamo tenerlo senza sostegno. Vada lei e veda se può fare qualcosa”.

2 Commenti
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citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buongiorno

Il problema esiste, è grave e solo gli insegnanti, anche per meri motivi di sopravvivenza, hanno protestato. Da vecchia insegnante a riposo, appena ho visto l’aria che tirava con questo pseudo ministro della scuola (badi bene non scuola pubblica, ma solo “scuola”), ho invitato in tutti i modi i genitori ad appoggiare gli scioperi, le proteste dei docenti, ecc. Solo negli ultimi tempi i genitori hanno finalmente capito con qualle governo e con quale ministro avevano a che fare. Ora l’unica è continuare con le contestazioni, con le proteste, ecc. urlandole, perchè questo governo è sordo ad ogni appello, se ne frega di tutti gli studenti, se ne strafrega degli studenti diversamente abili, se ne sbatte dei genitori con problemi di lavoro. E dire che questi tagli potevano essere evitati se solo si fosse recuperata la multa di 98 milioni di euro ai gestori (io preferisco chiamarli tenutari) di slot machines e se avessero messo all’asta le frequenze televisive. Ma gli amici e gli amici degli amici non si toccano, meglio far pagare ai poveri cristi il prezzo della loro corruzione.
una citoyenne

mario pezzati
mario pezzati
13 anni fa

non per essere mignolo, ma la multa cui lei si riferisce era di circa 98 miliardi, e anche considerando i patteggiamenti del caso, si sarebbe trattato di circa almeno 10 milairdi di introiti…



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