Ecco perché l’Udc in Sicilia vince e convince
C’era chi, nemmeno troppo tempo fa, aveva frettolosamente decretato – dal palco di un teatro palermitano – che l’Udc siciliano, scegliendo di sostenere il governo di Raffaele Lombardo in Sicilia, e non quello di Silvio Berlusconi a Roma, aveva decretato la propria morte. Questi stessi fini e attenti osservatori politici hanno poi passato molto del loro tempo (tante erano le cose cui dovevano badare) a spiegarci che un partito di centro schierato al centro non può avere più successo, che il nostro futuro poteva essere solo nel nostro passato e che per questo dovevamo tornare a fare il centro del centrodestra: né più né meno un’appendice del Pdl; e così, mentre noi – ingenui testardi – siamo rimasti lì dove eravamo sempre stati, i nostri amici si sono accasati responsabilmente, sono entrati a far parte a pieno titolo del Governo nazionale e vagheggiano ora la costruzione del Partito Popolare italiano, sul modello di quello europeo, da costruire con Formigoni e Alfano e la partecipazione dei popolarissimi La Russa, Gasparri e Santanchè.
Come si suol dire, però, non si può pensare di poter vendere la pelle dell’orso senza averlo prima ammazzato. E infatti, dopo mesi di annunciata morte, l’esito della tornata elettorale che ha interessato la Sicilia il 29 e 30 maggio e il 12 e 13 giugno, ha raccontato un film diverso da quello che in tanti avrebbero voluto vedere. Eh sì, perché – stranamente, chissà come mai! – questo Udc siciliano non è affatto morto e – sempre stranamente, sempre chissà come mai! – ha ottenuto percentuali in linea con il passato e con i propri compagni di coalizione ha vinto in 7 comuni su 11 chiamati al voto e conquistato i comuni di Porto Empedocle, Sortino e Bagheria con il proprio candidato. Proprio la vittoria nel comune di Bagheria, poi, assume il valore e significato più importante, per vari motivi: primo, perché qui si sfidavano direttamente Terzo Polo e Pd contro Pdl e PiD; secondo, perché i due candidati alla carica di sindaco erano uno Udc e l’altro PiD; terzo, perché il nostro candidato vincente, Vincenzo Lo Meo, ha aderito all’Udc solo dopo il 14 dicembre ed è rappresentante, quindi, della “rinascita” del nostro partito; quarto, perché Bagheria è sempre stata feudo elettorale proprio del Ministro Romano. La sfida bagherese era diventata un vero e proprio derby: dopo mesi e mesi di discussione, era arrivato finalmente il momento di misurarsi realmente, sulla base dei numeri e non delle chiacchiere. E il risultato è stato palese, innegabile. La Repubblica di Palermo di oggi, con un articolo a firma di Emanuele Lauria, mostra come l’Udc e tutto il Terzo Polo siano riusciti a superare le varie difficoltà e a vincere, proprio perché in Sicilia, più che nel resto d’Italia, sono stati in grado di intercettare il voto moderato in uscita dal Pdl e dal centrodestra, principalmente grazie a un impegno costante sul territorio.
E fa sorridere, certo, sentire ora parlare di “una vittoria dovuta solo a grandi ammucchiate” gli stessi che solo qualche mese fa ci davano per sicuramente morti: perché è solo un vano tentativo di coprire il nostro successo, costruito sui programmi, sulle proposte e su una coalizione sempre più forte. Sarà difficile per il centrodestra isolano far finta di niente: quello che si siamo riusciti a costruire in Sicilia, che è sempre stata il granaio del Pdl, è la prova più tangibile del tracollo della “maggioranza” berlusconian-leghista-responsabile. Ha ragione il coordinatore regionale Udc D’Alia, quando parla di terza sberla al Cav, dopo le cocenti sconfitte a Milano, Torino, Bologna e Napoli e il 96% di sì ai referendum. Una prospettiva che, proiettata sul piano nazionale, rappresenta il nucleo fondamentale della discussione sulla strategie politiche del Terzo polo che stiamo costruendo e al centro del quale si è posto di certo l’Udc. Non a caso Pier Ferdinando Casini ha subito sottolineato il fatto che “il Terzo polo è decollato” e che ora “si possono prospettare nuove forme di collaborazione anche con il Pd”. Se il “laboratorio Sicilia” darà i suoi frutti a livelli nazionale si vedrà. L’importante, per ora, è godersi la meritata vittoria. Specie dedicandola ai vecchi amici che ora tanto si lamentano: perché, come si dice dalle nostre parti, “l’aceddu nda gaggia canta o p’immidia o pi raggia”.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera
Nella foto, Pier Ferdinando Casini con Vincenzo Lo Meo, nuovo Sindaco di Bagheria, dietro, fra gli altri, il Coordinatore Regionale UDC Sicilia Gianpiero D’Alia.