postato il 24 Luglio 2009 | in "Interventi"

Dichiarazione di voto finale di Pier Ferdinando Casini sul dl anticrisi


Signor Presidente, il metodo è sostanza, perché qui siamo nel Parlamento della Repubblica ed assistiamo a una procedura parlamentare che non solo non piace a noi, forza di opposizione, ma credo che evidenzi una realtà semplice e chiara: siamo in presenza di un esproprio del Parlamento. La decretazione d’urgenza, unita all’apposizione di fiducia e alla presentazione sistematica di maxiemendamenti, come giustamente è stato rilevato in altissima sede istituzionale, altera la corretta produzione legislativa. Il problema del rapporto tra la produzione legislativa, il Governo, i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, e la Presidenza della Camera, è diventato ormai un tema di carattere patologico.
Vorrei dirle, signor Presidente, con sincerità, che non la invidio perché conosco le difficoltà che si hanno a presiedere la Camera in situazioni di questo tipo. Noi sappiamo però che c’era una procedura chiara e limpida, delineata in accordo tra i gruppi parlamentari e la Presidenza. Questo accordo poteva essere rispettato e il Senato poteva eventualmente cambiare, perché i tempi ci sarebbero stati, il testo uscito dalle Commissioni. Non è vero che il Parlamento si deve porre il problema di lavorare con più efficacia, quando purtroppo, nonostante i buoni propositi di inizio legislatura, questo Parlamento, altro che cinque giorni, rischia di lavorare un giorno e mezzo, e il più delle volte è impegnato ad esaminare mozioni che scarso impatto hanno sul processo legislativo. Dunque, onorevole Presidente, siamo molto rammaricati non solo per il rapporto tra opposizione e Governo, ma anche per il rapporto tra i gruppi parlamentari e la Presidenza della Camera che si era fatta carico in termini politici, sia ben chiaro, non regolamentari, di un impegno sostanziale che è stato disatteso. Vorrei dirle scherzosamente, ma se mi consente anche con amicizia, che lei è molto impegnato a «fare futuro», ma noi auspichiamo che, nei prossimi mesi, si impegni anche a fare presente, perché qui il Parlamento lavora tutti i giorni e non può essere espropriato, come è stato espropriato a causa delle scelte del Governo.
Eppure, in questo provvedimento vi erano questioni che pensavamo di poter affrontare costruttivamente. Il Governo ci pone, in questa sorta di delirio di autosufficienza che ha, nell’obbligo di esprimere un voto negativo. Pur tuttavia, con responsabilità nazionale, vorremo elencare i punti su cui potevamo esprimere una convergenza. Il primo punto riguarda la riforma delle pensioni. Certo, avremmo preferito un trattamento differenziato, ad esempio per le donne che hanno la maternità. Chi ha un figlio poteva e potrebbe secondo noi andare in pensione un anno prima, ma è giusto che il nodo della riforma delle pensioni sia stato affrontato. Per quanto riguarda il tema delle badanti ci date ragione in ritardo, e pur tuttavia constatiamo che sono ignorati altri lavoratori, manodopera indispensabile per le nostre aziende; li condanniamo al nero e in questo modo privilegiamo anche chi ricorre al nero. Sono segnali molto negativi per un tema fondamentale che riguarda la legalità e il rapporto con i cittadini. E ci sono sulle badanti incongruenze che ledono e penalizzano la solidarietà familiare. Penso al tetto di 20 mila euro che impedisce ad esempio ad un figlio che paga la badante per una anziana mamma o per un padre anziano. In questo modo la disciplina lo esclude e viene meno un principio fondamentale di solidarietà familiare. Andiamo avanti: la detassazione degli investimenti. È una cosa utile, finalmente ci avete ascoltato. Peccato che sia troppo limitata negli interventi agevolabili e nel tempo e, pertanto, che l’impatto di questa misura rischi di essere un impatto limitato. Lo scudo fiscale: siamo consapevoli delle necessità che porta il Ministro a proporre lo scudo fiscale, e abbiamo espresso altre volte la nostra comprensione. Pensavamo che l’aliquota più alta e i capitali rimpatriati finalizzati a scopi sociali e a sostegno della famiglia potessero completare in modo più chiaro un tema che riguarda l’impatto di legalità e il rapporto di correttezza tra i cittadini, il fisco e la Repubblica. Infine, il Patto di stabilità. Positivo che siano stati sbloccati due miliardi di euro, ma vi ricordo solo che ne avete bloccati ancora nelle casse dei comuni circa 33 miliardi. E non solo questi 33 miliardi potrebbero essere un grande volano per l’economia, in quanto potrebbero essere un aiuto concreto per tanti cittadini.
Infine, signor Presidente, ci sono tre questioni, su cui noi vorremmo che l’attenzione di un Parlamento disattento si concentrasse. Il primo: è stata cassata la norma che limita per le banche la possibilità di aumentare costi e tassi per i clienti risparmiatori. La Lega su questo ha fatto una grande battaglia. Proprio l’altra mattina una trasmissione televisiva ha visto un parlamentare della Lega spiegare che questa norma è importantissima e noi condividiamo l’idea che questa norma fosse importantissima. Era stata inserita per iniziativa della Lega. Dico ai colleghi della Lega: dov’è finita questa norma? La constatazione finale è molto chiara e i cittadini italiani debbono saperlo: hanno vinto i banchieri che evidentemente contano più del Parlamento anche in quest’Aula.
La penultima questione riguarda l’ambiente. Questa mattina un Ministro della Repubblica autorevole, il Ministro Prestigiacomo, ha parlato di norma inaccettabile, ha parlato di prepotenza, ha parlato di arroganza. Prima sono stati levati i soldi al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, poi si è deciso di levare competenze fondamentali ad un Ministero che deve conciliare due esigenze: procedure snelle ma garanzie per tutti, in un comparto che riguarda anche interessi molto concreti che io non credo siano estranei ad avere riverberi anche in questa Aula. Penso agli impianti di creazione di energia e di impianti eolici.
Ebbene, vorrei capire se questo giudizio, che non formula l’onorevole Casini, che non formula un esponente del PD (inaccettabile, prepotente, arrogante, sono questi gli aggettivi che ha usato il Ministro Prestigiacomo, che sono aggettivi pesanti da parte di un Ministro della Repubblica) avrà una risposta nel Senato.
Da ultimo, vi è il tema dell’Abruzzo su cui l’onorevole Mantini si è soffermato molto efficacemente in discussione generale. Ebbene, sono ripristinate dal 1ogennaio del 2010 le tasse senza riduzione per i terremotati. Perché questa doppia misura, questo doppio peso rispetto alle Marche, rispetto all’Umbria? È una questione molto seria su cui il sindaco ha elevato un suo monito che noi non vogliamo che cada in questa Aula.
I terremotati dell’Abruzzo non hanno bisogno di talk-show o di effetti speciali ma hanno bisogno di uno Stato amico e comprensivo.
Infine, signor Presidente, terminando l’intervento vorrei ricordare due soggetti che sono del tutto esclusi da questo provvedimento. Il primo soggetto è la famiglia. Durante tutta l’estate sosterremo una forte campagna a favore del quoziente familiare che riprende una delle grandi questioni che il Popolo della Libertà ha promesso in campagna elettorale. Non vediamo ancora gli effetti del quoziente familiare ma vogliamo continuare a richiamarvi all’impegno di un quoziente familiare che consenta alle famiglie, che oggi sono in grandissima difficoltà (soprattutto una certa fascia di famiglie di ceto medio che sta scivolando nell’area di povertà), di poter avere risposte da uno Stato che da lunghi anni non porta avanti una politica per la famiglia.
Infine, il Sud. Vorrei dire agli amici del Movimento per le Autonomie che hanno dichiarato prima che non parteciperanno alla votazione: cari colleghi dell’MpA, altro che non partecipare al voto. Bisogna partecipare al voto e bocciare una politica che trasferisce risorse dal sud al nord e che dimentica e che rischia di far nascere accanto alla questione settentrionale una gigantesca questione del Mezzogiorno d’Italia.

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Ahmed Aly
14 anni fa

Il confilitto d’interessi:A volte mi chiedo che serve andare in Europa, demandare le decisaioni a quel parlamento sovrano senza che le direttive emanate vengano ascoltate. Tempo fa era stato messo in evidenza come il conflitto d’interessi si dovesse superare arginando il potere di Berlusconi che non poteva essere proprietario di reti televisive e ricoprire un’alta carica dello stato. Premesso che Berlusconi lo hanno eletto la maggior parte dei cittadini, come mai non sono state promulgate leggi per impedire allo stesso soggetto di avere in mano un impero sul quale non tramonta mai il sole? Le anomalie italiane stanno tutte qua, ecco perchè a predominare è il partito degli affari. Se così non fosse attualmente non assisteremmo a una potenza mediatica messa in campo tra mediaset e la rai da tempo sotto l’egida culturale del capo.E’ un Italia senza regole e quel che è peggio senza un minimo di dignità. Davanti a un uomo delle istituzioni che afferma di non essere un santo e che in giro ci sono belle ragazze.



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