postato il 7 Agosto 2011 | in "Rassegna stampa"

Rassegna stampa, 7 agosto 2011

Berlusconi, dopo la mezza apertura di ieri, torna decisamente sui suoi passi e nega ogni possibilità di voto nel 2012: Carlo Bertini, su La Stampa, ci racconta infatti dell’inquietudine dell’inquilino di Palazzo Chigi, preoccupato sempre più che le manovre di parti sociali e diversi pezzi della politica possano essere indirizzate a un cambio di passo e di guardia, ovviamente a suo scapito (per chiarirvi il concetto, date un’occhiata all’intervista a Luisa Todini); come nota infatti Alberto Gentili sul Messaggero, tanti esponenti di primo piano del Pdl stanno sostenendo con forza l’apertura alle proposte lanciate da Casini alla Camera, a partire proprio dalla Commissione per la Crescita, che è il provvedimento che più impensierisce il Cavaliere (perfino il Giornale, con la sua solita rimodulazione dei fatti, prospetta il rafforzamento di un asse tra Pdl e Udc). Massimiliano Amato, su l’Unità però, scava più a fondo e scrive di “tentazioni centriste”: ok al dialogo e al salvataggio della “baracca”, ma poi “Silvio deve andare a casa” (e in questo si trova la quadra con diversi esponenti del Pd, come Letta e Follini e forse – leggete Guerzoni sul Corriere – anche Bersani). Del resto, ha ragione Giampaolo Pansa: come ci si può fidare più di Berlusconi, del “parolaio blu”? – e va bene che la legittimazione popolare è dalla sua, ma saremo pure legittimate noi a dubitarne, no? Claudio Sardo, poi, denuncia il rischio che a pagare il costo delle “goffe” manovre governative siano i soliti noti, ceto medio e famiglie in primis (perfettamente d’accordo, la nostra posizione la trovate su Avvenire), mentre Francesco Cramer sul Giornale ritiene che questa sia una buona manovra, capace anche di convincere la Bce: solo che, per condurla in porto, serve un governo “forte” e con larga maggioranza (le nostre idee hanno fatto breccia anche da quelle parti, eh!). Spazio poi alla tempesta finanziaria vista dall’America: Giuliano Ferrara è convinto che Obama sia incapace di affrontarla e che, a confronto dei radical chic, il “cowboy Bush” fosse molto meglio; Timothy Garton Ash, su Repubblica, analizza il quadro e scommette su un altro default, quello dello storico bipartitismo americano (pare stia nascendo una nuova, importante forza centrista); Eugenio Scalfari, infine, mette a confronto la situazione d’oltreoceano con la nostra.

Berlusconi: nessuna ipotesi di voto nel 2012 (Carlo Bertini, La Stampa)

Il Pdl studia il dopo Cavaliere, e in tanti corteggiano i centristi (Alberto Gentili, Il Messaggero)

Casini-Pdl, prove tecniche di riavvicinamento (Fabrizio De Feo, Il Giornale)

Tentazioni centriste: «Salviamo la baracca ma poi Silvio a casa» (Massimiliano Amato, L’Unità)

“Dare una mano”. Così Bersani riavvicina il Pd al terzo polo (Monica Guerzoni, Corriere)

L’Udc: non spremete le famiglie (Avvenire)

Todini: “Palazzo Chigi si è mosso in ritardo, è il momento di passare ai fatti” (Umberto Mancini, Il Messaggero)

I timori per quelle misure forzate (Roberto Zuccolini, Corriere)

Il podestà forestiero (Mario Monti, Corriere)

Del parolaio blu non mi fido più. Basta con Silvio (Giampaolo Pansa, Libero)

Unità nazionale. Con chi? (Emanuele Macaluso, Il Riformista)

Una crisi da 5 minuti (Chiara Paolin, Il Fatto)

Strada senza uscita (Claudio Sardo, l’Unità)

Manovra imponente e difficile. Ora ci vuole un governo forte (Francesco Forte, Il Giornale)

La polmonite americana e gli zombie italiani (Eugenio Scalfari, La Repubblica)

Il cowboy Bush meglio dei radical chic (Giuliano Ferrara, Il Giornale)

Ma gli Stati Uniti possono cambiare (Timothy Garton Ash, La Repubblica)

Le Borse crollano, la Rai va in vacanza (Ernesto Galli della Loggia, Corriere)

Bufera sull’addio di Ruffini, “Rai più debole” (Silvia Fumarola, La Repubblica)



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram