postato il 14 Marzo 2017 | in "Politica, Rassegna stampa"

“Delirio Pd, senza di noi regala l’Italia ai populisti”

L’intervista di Gianluca Luzi pubblicata su Repubblica

«Il delirio di autosufficienza della sinistra in Italia ha già prodotto abbastanza danni. Se nei pressi del Pd c’è nostalgia di questi disastri, affari loro». Il giorno dopo il Lingotto, la vocazione maggioritaria dei democratici, la chiusura al centro pretesa da molti, forse anche quel richiamo a Gramsci e il ritorno della parola “compagni” non hanno avuto un bell’effetto su Pier Ferdinando Casini, promotore dei Centristi per l’Europa, che invita a riflettere i suoi alleati di governo.

Senatore Casini vi sentite scaricati?
«Noi non andiamo con il piattino in mano per elemosinare una alleanza. Anche perché è tutto da dimostrare che in questo momento convenga allearsi con la sinistra, in termini di voti. Da soli forse sarebbe più vantaggioso».

Il Lingotto non le è piaciuto per niente, vero ?
«Sono rimasto molto sorpreso perché a parte Franceschini e Renzi, c’è stata una gara a chi diceva: mai con i moderati».

Soprattutto ce l’avevano con Verdini.
«Ma questa è una interpretazione caricaturale. Come se fosse stato solo Verdini a tenere in piedi il governo Renzi. Io non sono stato eletto con la destra, ma riconosco che se non fosse stato anche per Alfano e per Lupi il governo sarebbe caduto e la legislatura si sarebbe chiusa molto tempo fa».

Quindi ci vorrebbe almeno un po’ di gratitudine.
«Non c’entra la gratitudine. Il discorso è più serio e riguarda l’analisi della società italiana».

Significa che la società italiana non è adatta al bipolarismo tra sinistra e destra? Ci vuole sempre un centro?
«Se si vuole evitare che l’Italia finisca in mano ai populisti, la sintesi tra moderati e progressisti è nelle cose. È la strada che in Francia porta a votare Macron per battere Le Pen e che in Germania porterà probabilmente a una nuova Grande coalizione tra democristiani e socialdemocratici, tra Merkel e Schulz».

Ma Renzi cerca di coinvolgere Pisapia e il leader di Campo progressista ha posto un veto ad Alfano.
«Questa pruderie è una sindrome autolesionista. Ma io invito Renzi ad essere coerente con le sue politiche dal jobs act al referendum. Credo che il compito di un leader politico sia quello di costruire sintesi, non di accettare veti. E poi scusi vorrei far notare: come sindaco di Milano, cosa ha cercato di fare Pisapia se non una sintesi coinvolgendo Tabacci?».

Al momento sembra che quasi tutto il Pd renziano abbia voglia di chiudere con le alleanze a destra. Non crede che molto dipenderà dalla legge elettorale?
«Ognuno è artefice del proprio destino, poi se vogliono regalare il Paese a Salvini e a Grillo, si accomodino. Io ho sostenuto Renzi con convinzione e non sono pentito. Ma Renzi deve anche considerare che con una legge proporzionale il Pd rischia di arrivare terzo dopo i 5 Stelle e la destra unita».

Un motivo di riflessione che suona un po’ minaccioso.
«La situazione è paradossale: Renzi è stato sostenuto al governo da coloro che adesso ricevono veti, ed è stato contrastato da chi non vuole le alleanze con noi moderati che lo abbiamo sostenuto. Non lamentiamoci poi se i politici non sono considerati seri».



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