postato il 18 Maggio 2019 | in "Elezioni, Politica, Rassegna stampa"

Contro Salvini l’antifascismo non basta

I Dem sono l’unica forza in grado di ridare dignità al paese, ma c’è bisogno anche di noi moderati. I delfini di Merola? Finiranno in acquario.

L’intervista di Andrea Chiarini pubblicata su la Repubblica di Bologna

Pier Ferdinando Casini, un centrista sbilanciato a sinistra. Tanto da organizzare per oggi un’iniziativa targata Pd con i candidati alle Europee Paolo De Castro e Francesca Puglisi (Oratorio dei Fiorentini, alle 10). Forse anche per smentire le voci di un riavvicinamento a Forza Italia.

Casini, finirà che l’esorcista arriverà anche per lei.
«Non lo temo, anzi, considerata la mia ormai lunga carriera politica gli esorcismi potrei farli io…».

Battute a parte, ora promuove eventi Pd: è l’ultima svolta?
«Intanto lo faccio per sdebitarmi con quel popolo che mi ha sostenuto e votato alle politiche, poi De Castro e Puglisi sono due persone che conosco e stimo. Francesca ha solo un difetto: è fortitudina».

Lei in passato ha avuto parole di stima anche per Renzi. Di Zingaretti che dice?
«Parto dal governo. Stiamo assistendo in queste ore a un gioco delle parti tra Salvini e Di Maio. Non credo ai loro dissidi, stanno montando un teatrino per prendere più voti, Di Maio vuol farsi passare per moderato mentre va a braccetto coi sovranisti. È un fake, ma temo che tutto ciò possa danneggiare il tentativo di Zingaretti che invece va sostenuto con convinzione».

Lunedì torna a Bologna il leader neofascista Roberto Fiore, le polemiche su Predappio non si sono ancora sopite. Non teme una nuova avanzata dell’estrema destra?
«In tutta Europa dobbiamo fare i conti con il revisionismo e il negazionismo, fenomeni da contrastare. Ma mi sento di dare un consiglio».

Quale?
«Evitiamo l’errore di pensare che il collante antifascista porti farina al mulino del centrosinistra. Dico di più. Siamo davvero sicuri che il gesto dell’elemosiniere del Papa, che ha riallacciato la corrente a uno stabile occupato, non si trasformi in un vantaggio a Salvini?».

Ma seguendo il suo ragionamento allora il centrosinistra dovrebbe rinunciare ad affermare la sua identità per paura di perdere consensi?
«Non dico questo, segnalo solo come questa battaglia non basti da sola a raccogliere consensi. Questo governo va mandato a casa per i danni che sta facendo all’economia. E il conto lo pagheranno gli italiani. Salvini e Di Maio hanno ormai oltrepassato i limiti della decenza e l’opposizione del PD – e in parlamento c’è – pur con tutti i limiti che conosciamo è l’unica alternativa in grado di restituire dignità al nostro paese. Ma quando sento in giro chi predica l’autosufficienza della sinistra mi metto le mani nei capelli. Perché al centrosinistra serviamo anche noi moderati».

Ma parla delle europee o delle prossime comunali del 2021?
«No, guardi, per le amministrative facciamo un’altra intervista».

Ma un’idea se la sarà fatta. Merola fatica a tenersi a bada i suoi delfini, come nel caso dello scontro tra l’assessore Matteo Lepore e la Fondazione Carisbo sui fondi al comunale.
«La Fondazione ogni volta che viene chiamata a dare un contributo c’è, e bene ha fatto il sindaco a porre fine alla polemica riconoscendo il ruolo di Casa Saraceni. Quando andrò in pensione scriverò un libro di memorie raccontando la mia versione sui delfini: se va bene, il loro destino è finire in un acquario. Piuttosto dopo il 26 maggio si dovrà pensare alle regionali. Stefano Bonaccini ha lavorato bene, merita tutto l’appoggio».

Se si misurasse il consenso con i risultati raggiunti, Bonaccini non avrebbe problemi. Ma se prevale l’idea di “mandarli a casa”, come è successo a Imola (dove peraltro i grillini dopo un anno sono già al capolinea), allora le regionali possono dare esiti imprevedibili. Salvini ha il vento in poppa.
«In politica ho visto tante fiammate spegnersi all’improvviso. Mai dire mai».



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