postato il 9 Luglio 2012 | in "In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

Chi ha paura delle preferenze?

di Adriano Frinchi

Sul Corriere della Sera di oggi Pino Pisicchio confessa amaramente: “io penso che nessuno le voglia più le preferenze”. E forse il deputato ex dc non ha tutti i torti, le preferenze non le vuole più nessuno perché fanno paura. Le preferenze sono lo spauracchio di una classe politica di nominati, di garantiti dal potente di turno.

In quest’ottica sono comprensibili le reticenze e le  alchimie dei partiti sulla legge elettorale: si prende tempo, si discute, si formulano le ipotesi più disparate. Si fa di tutto per non parlare di preferenze. Ma da un’assemblea di nominati è possibile aspettarsi altro? Evidentemente non si può chiedere a qualcuno di firmare la propria condanna a morte (politica).

E’ comprensibile allora che la presa di posizione di Casini sul tema delle preferenze abbia arroventato il clima politico. E’ un’affermazione netta che chiede un’altrettanto netta e chiara risposta. Non si capiscono perciò alcune posizioni come quelle del Pd, ed in particolare della senatrice Finocchiaro, che si dichiarano contemporaneamete contrari al ripristino delle preferenze ma anche per ridare il potere di scelta agli elettori.

Come si intende ridare il potere di scelta agli elettori senza le preferenze? Secondo i democratici la soluzione starebbe nei collegi uninominali, magari con delle primarie propedeutiche.

E’ evidente anche al meno avvezzo alla materia elettorale che nel sistema uninominale l’elettore è costretto a scegliere tra candidati che sovente sono imposti dalle segreterie di partito e nel peggiore dei casi sono anche totalmente estranei al collegio elettorale. E questa non è una congettura ma l’esperienza italiana di pochi anni fa quando votavamo con il Mattarellum, una legge elettorale che come ha scritto tempo fa Giovanni Sartori si è rivelata ampiamente fallimentare.

I detrattori delle preferenze, quando non sono mossi esclusivamente dal garantire la loro sopravvivenza politica,  dicono che le preferenze sono un meccanismo poco trasparente che favorisce il clientelismo. Indubbiamente nella Prima Repubblica il sistema delle multipreferenze ha visto  una degenerazione notevole, ma non pare che con il cambio di sistema elettorale la situazione sia migliorata. Il grado di corruzione nel nostro Paese è sempre notevole.

Corruzione, clientelismo, nepotismo non sono frutto di un sistema elettorale ma sono un problema culturale. In una battuta, se uno è disonesto lo è sia se è eletto in un collegio uninominale, sia se eletto con le preferenze o in una lista bloccata.

La vera questione in tema di riforma elettorale è: cosa vogliono le forze politiche? Se si vuole discutere seriamente di legge elettorale i partiti si devono chiedere solamente se vogliono realmente restituire ai cittadini il potere di scegliere, se vogliono ricostruire un rapporto serio tra eletti ed elettori. Se invece i partiti vogliono solamente studiare una legge elettorale per vincere le prossime elezioni o garantire amici e parenti allora lo dicano prima. In questo caso un sistema elettorale vale l’altro.

4 Commenti
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Gattestro
11 anni fa

Parole sante, che personalmente sottoscrivo al 100% e alle quali voglio solo aggiungere l’invito all’onorevole Casini e agli esponenti parlamentari dell’UDC a non mollare.

Continuate a dare voce a tutti quegli italiani (anch’io tra questi) che vogliono le preferenze e non sanno a che santo votarsi…

Grazie.

raffaele reina
raffaele reina
11 anni fa

Le dichiarazioni di Pierferdinando Casini a proposito della legge elettorale esprimono con nettezza la volontà dell’UDC di introdurre il sistema delle preferenze nella riforma in discussione. Chi è contro le preferenze non può avanzare alcuna scusa plausibile. Clientelismo,voto di scambio,corruzione, ecc. sono frutto della disonestà di esponenti poilitici spregiudicati, che possono verificarsi con qualsiasi tipo di legge elettorale.Nei ricordi storici vi è il pensiero di Sturzo(PPI) che volle la proporzionale con preferenze nelle elezioni del 1919, perchè il sistema uninominale dei collegi era diventato fonte di corruttele e di demoralizzazione della vita pubblica,conniventi i governi giolittiani.Lo storico esponente politico lottò per l’introduzione della proporzionale anche perchè, dopo il primo conflitto mondiale,bisognava fronteggiare l’avanzare dei movimenti nazionalistici e allargare la base democratica del Paese, favorendo la partecipazione dei cittadini alla vita politica.Questa fu la grande intuizione di don Luigi Sturzo che ebbe anche l’intelligenza e la capacità di introdurre ufficialmente i cattolici italiani,dopo il non expedit, nella vita pubblica.Sistema elettorale proporzionale con preferenze, partecipazione politica,autonomie locali rappresentavano un unicum per rafforzare la democrazia come sistema della libertà. Una intuizione quella sturziana ancora valida oggi? Per molti aspetti ritengo di sì.

mario pezzati
mario pezzati
11 anni fa

sig. reina, oggi chi rifiuta le preferenze è più sottile…dice infatti di essere d’accordo, MA…. c’è sempre un MA di ostacolo… adesso l’ultimo ostacolo si chiama “primarie”. Sento gente ceh vuole anche le primarie per scegliere il candidato da mettere in lista alle elezioni.
Si immagina che confusione ne verrebbe fuori?

salvatore
salvatore
11 anni fa

… a chi volete che interessi la legge elettorale …? … alla media borghesia tartassata da tasse locali_regionali_statali al punto da dover decidere se ritirare i figli dall’università …? … ai poveri cristi con mille euro al mese con a carico il mutuo della casa …? … ai disoccupati cronici laureati, sposati con figli, che non possono andare avanti senza l’appoggio dei genitori pensionati …? … ai risparmiatori alitalia espropriati della buonuscita …? … non interessa né entusiasma nessuno … sarà la prossima legislatura a guida pdl-pd-terzo_polo quella destinata alla riforma costituzionale globale per aggiornare l’efficienza della macchina statale … è chiaro che al momento sarebbe molto più urgente approvare la 4478 compagnon + 12 come volano per la ripresa economica …



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