Tutti i post della categoria: Spunti di riflessione

Condono Fiscale: un ulteriore sconto agli evasori

postato il 18 Agosto 2010

Il Condono Fiscale del 2002-2004 riserva ulteriori sorprese: stando ai dati raccolti dall’associazione “Legalità ed Equità fiscale” (LEF) chi ha aderito a quel condono fiscale, ottenendo il perdono fiscale e penale, ha versato solo una parte di quanto pattuito con l’agenzia delle Entrate.

Ciò era già stata denunciata dalla Corte dei Conti che nel 2008 aveva valutato in 5,2 miliardi di euro la cifra mancante all’appello. Dal 2008 ad oggi la situazione è cambiata di poco, infatti la LEF ha dichiarato che lo Stato italiano attende ancora 4,6 miliardi di euro (ovvero 1/5 della manovra correttiva di Tremonti) nonostante sia stata semplificata la procedura per la riscossione coattiva da parte del fisco.

In pratica, chi ha aderito al condono fiscale del 2002 doveva versare al fisco una percentuale dei capitali non dichiarati, ottenendo in cambio non solo il “perdono fiscale”, ma anche il “perdono penale”, limitandosi a pagare solo una parte di quanto dovuto, e poi “scordandosi” di pagare il resto.

Ma come si è potuti arrivare a ciò?

Stando all’associazione, la responsabilità è del governo Berlusconi che, avrebbe elaborato un meccanismo con una grossa “dimenticanza”: prevedere l’inefficacia del “perdono” per gli evasori che avessero mancato di pagare interamente l’importo stabilito per l’accesso al condono. Con questo meccanismo, chi già aveva violato la legge evadendo le tasse, ha incassato il condono sul piano tributario e penale, pur senza aver chiuso i conti con il Fisco.

Andando più nello specifico, l’ammanco è reso possibile dalla normativa che aveva stabilito che per gli importi superiori a 3.000 euro per le persone fisiche, e 6.000 per le società, era sufficiente versare la prima rata per rendere valido il condono. Dopo l’analisi della Corte dei conti si era cercato di rimediare facilitando la riscossione delle somme dovute permettendo al concessionario della riscossione di agire direttamente in via di espropriazione immobiliare per i debiti da condono iscritti a ruolo di importo superiore a 5.000 euro, senza dovere prima procedere all’iscrizione di ipoteca ed attendere ulteriori 6 mesi per l’esecuzione ( art. 16 bis della L.189/2002, introdotto dall’art. 32 del Dl. 185/2008). Inoltre, per attingere notizie sulla situazione finanziaria del debitore, è stato consentito all’agente della riscossione, decorso inutilmente il termine di 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale di pagamento, di accedere ai dati relativi ai rapporti bancari del contribuente moroso.

Il provvedimento non ha sortito un effetto di rilievo, infatti risulta che fino a fine gennaio 2010 il recupero delle somme riscosse in via coattiva si è fermato a 786 milioni di euro, portando le somme ancora dovute, e a questo punto di improbabile esazione, a 4,6 mld, pari a circa il 18% del totale delle somme dovute.

Come mai il governo non aveva previsto tutto ciò? Per il semplice motivo che il governo Berlusconi, per rendere più appetibile l’adesione alla sanatoria fiscale e fare cassa, non ha vincolato l’efficacia del condono al versamento dell’intera somma dovuta. Infatti, nel caso di importi superiori a 3.000 euro per le persone fisiche e a 6.000 euro per gli altri soggetti passivi ( società, enti, etc.), il governo ha consentito di godere dei benefici del condono con la presentazione della relativa dichiarazione, se prevista, ed il versamento della sola prima rata.

In pratica, quando la somma da versare eccedeva gli importi sopra menzionati, la parte eccedente poteva essere versata in due rate successive di pari importo, senza però che l’omesso pagamento di esse determinasse l’inefficacia del condono. In caso di mancato o insufficiente versamento delle somme rateizzate si sarebbe proceduto al loro recupero in via di riscossione coattiva, mediante iscrizione a ruolo a titolo definitivo ex art. 14 del dpr. 602/73 assieme agli interessi legali e alla sanzione amministrativa pari al 30 % delle somme non versate, ridotta alla metà in caso di versamento nei 30 giorni dalla scadenza.

Quindi, bastava pagare la prima rata di 3.000 euro per avere i benefici di legge, anche se nelle altre rate si dovevano pagare importi milionari, ottenendo “la definizione dell’accertamento in sede fiscale e l’esclusione della punibilità per i reati tributari e per quelli non tributari connessi, in relazione ai quali non avesse avuto ancora formale conoscenza dell’esercizio dell’azione penale”.

Ma quali sono questi reati penali, per i quali l’evasore che ha aderito, ha ottenuto l’impunibilità?

Si tratta dei reati di: dichiarazione fraudolenta o altri documenti per operazioni inesistenti ( art. 2, dlgs. 74/2000), dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ( art. 3,..), dichiarazione infedele ( art. 4..), omessa dichiarazione ( art. 5..), occultamento o distruzione di documenti contabili ( art. 10..), nonché ai reati di falsità materiale commessa dal privato ( art. 482 c.p.), falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico ( art. 483 c.p.), falsità in registri e notificazioni ( art. 484 c.p.), falsità in scritture private ( art. 485 c.p.), uso di atto falso ( art. 489 c.p.), soppressione, distruzione e occultamento di atti veri (art. 490 c.p.), falsità concernenti documenti informatici ( 490 bis c.p.), falsità concernenti copie autentiche che tengono luogo degli originali mancanti ( art. 492 c.p.), false comunicazioni sociali ( art. 261 c.c.), false comunicazioni sociali in danno dei soci e dei creditori ( art. 2622 c.c.), falso in prospetto ( art. 2623 c.c.).

In pratica con il pagamento di soli 3.000 euro, gli evasori hanno ottenuto un ulteriore sconto rispetto a quanto dovuto e il decadimento di tutti i reati penali.

Direi un ottimo affare per loro, molto meno per i cittadini onesti.

“Riceviamo e pubblichiamo”, di Gaspare Compagno

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Costituzione, dalla politica tante dichiarazioni irresponsabili

postato il 17 Agosto 2010

In questi torridi giorni estivi stiamo ascoltando a numerosissime dichiarazioni da parte di tantissimi esponenti di maggioranza e d’opposizione, che fanno uscire dalla loro bocca parole irresponsabili, senza alcuna giustificazione pratica, né teorica. Il detto ricorrente è: Non esiste nessun governo se non quello voluto dagli elettori, dunque, in caso di crisi, bisogna andare a nuove elezioni.

L’impianto di questa dichiarazione è da ricercare nell’art. 88 della Costituzione del 1948, che conferisce al Presidente della Repubblica (e non ai membri del Parlamento) il potere di sciogliere le Camere e di indire nuove elezioni, dopo aver constatato che il governo in carica non goda più di una maggioranza parlamentare sufficiente a garantire la prosecuzione della normale attività di governo, per via del deterioramento del rapporto fiduciario tra i due organi.

Ma, immediatamente, anche questo appiglio risulta privo di fondamento.

Infatti, il potere di scioglimento spetterebbe al Presidente della Repubblica, non certo a parlamentari, che invocano una Costituzione che non conoscono e spesso non rispettano, in nome del principio maggioritario-plebiscitario, vedasi l’on. Bianconi.

La contrapposizione muro contro muro, che ha caratterizzato il bipolarismo incompiuto e improduttivo di questi quindici anni, ha fatto trionfare questa logica, funzionale all’asse Bossi-Berlusconi-(Di Pietro).

Come giustamente ha evidenziato il Presidente Napolitano, bisogna cercare in tutti i modi di evitare le urne e non arrendersi di fronte al vento ferragostano che spinge irrimediabilmente in quella direzione. Bisogna, dunque, giocare in anticipo per essere in grado di cogliere le nuove sfide (e tra queste le elezioni) che potrebbe porre  l’evoluzione del quadro politico, ma, allo stesso tempo, bisogna cercare in tutti i modi di evitare un esito di questo tipo.

Non si tratta di paura del responso elettorale, che anzi potrebbe sorprendentemente premiare il fantomatico “terzo polo” o area di responsabilità, che dir si voglia.

Si tratta, appunto, di una questione di Responsabilità nazionale. Non si può, infatti, nel bel mezzo di una crisi economica senza precedenti, far sprofondare il Paese in una crisi politica figlia di un capriccio collettivo, crisi, è bene specificarlo, non creata dal Presidente Napolitano ma da una maggioranza litigiosa che sta perdendo, giorno dopo giorno, tutti i suoi 100 deputati di vantaggio.

Bisogna mobilitarsi, prima ancora che in vista di elezioni, per una ricomposizione paziente di un ampio arco costituzionale, che dia luogo, in caso di crisi, all’unico governo che possa affrontare i veri problemi del Paese un governo di unità nazionale, che comprenda chiunque voglia contribuire al bene del Paese e che possa durare il tempo necessario per fare delle riforme, ormai improrogabili.

Non ha senso tirare Napolitano per la giacca invocando a sproposito nuove elezioni, senza peraltro che vi sia un’evidente crisi di governo (mancanza rapporto fiduciario). Bisogna, invece, lavorare a un larghissimo  fronte di Unità nazionale, che raccolga non forze politiche, ma singoli deputati e senatori di qualunque appartenenza politica, purché abbiano a cuore l’interesse supremo del Paese all’unità e alla stabilità. Ottime sponde potrebbero arrivare oltre che dai finiani di Fli e dai rutelliani di Api anche da buona parte del Pd e da un pezzo non trascurabile di Pdl, che al di là delle apparenze non si riconosce più nelle posizioni populiste, demagogiche e oltranziste del suo leader. Questo è un lavoro che le forze più responsabili devono operare in Parlamento e attraverso i media, come da sempre fatto da Casini e dai membri del nascituro Partito della Nazione, ma è altresì un’ardua opera di convincimento e di buonsenso,che va fatta da ciascuno di noi sul territorio e in ogni momento, anche quando in spiaggia sente amici dibattere sull’opportunità di eventuali elezioni anticipate.

“Riceviamo e pubblichiamo”, di Livio Napoleone.

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Basta fango, serve responsabilità nazionale per ricucire il Paese

postato il 14 Agosto 2010


Il presidente della Repubblica, giustamente, ha richiamato alle procedure di carattere costituzionale, che vanno sempre rispettate. Io ho parlato di responsabilità nazionale perché penso che quello che serve non è schierare una parte contro l’altra, è riconciliare l’Italia, gli Italiani, è uscire da questa melma insieme, cercando di ricucire un paese che è terribilmente diviso.
Tutto quello che è avvenuto in questa estate contribuisce in modo straordinario a portare discredito nei confronti del nostro Paese e della politica, per cui io non ho nessuna intenzione di alimentare oltre questa melma di fango che sta inondando tutto e tutti e che a mio parere contribuisce a delegittimare nel mondo l’immagine dell’Italia.

Pier Ferdinando

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Se i modelli sono questi…

postato il 12 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo” di Chiara Cudini.

Di fronte al crescente numero di scandali che coinvolgono la politica nasce spontanea una riflessione. Se si guarda l’intero sistema in cui la politica si inserisce, la società, si nota che la questione moralità colpisce molto altro, allo sport, al mondo dello spettacolo… praticamente tutte le organizzazioni sociali e le istituzioni in vista ad un certo punto danno motivo di parlare di sé.

Prendiamo quindi il recente “caso Belen”, coinvolta nell’inchiesta che ha fatto chiudere due famose discoteche di Milano, l’Hollywood e The Club, per spaccio di droga. La testimonianza di Belen Rodriguez (“Ho fatto uso di cocaina insieme a Francesca Lodo, a casa sua, solo due volte nei primi giorni di gennaio 2007”), insieme a quella di altre due donne, era stata raccolta nell’ambito dell’inchiesta “Vallettopoli” del 2007 e ha suscitato ora lo scandalo. A febbraio un parlamentare è risultato positivo al test antidroga a cui si sono sottoposti volontariamente 232 parlamentari. Nello stesso mese il famoso personaggio dello spettacolo Morgan dichiara: “Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. Lo uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi perché non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura”.

Questi sono esempi recenti del comportamento di alcune persone in vista, alle quali si richiede una certa attenzione nel condurre la loro vita, visto che vengono facilmente prese come esempi e modelli di riferimento specie dalle generazioni più giovani. Ma la lista di questi fatti potrebbe andare ben oltre.

Ora, bisogna riconoscere che l’“alta società” è fatta di uomini comuni, che non sono estranei a dubbi, a errori, a indecisioni, e che se agiscono in modo sbagliato spesso è perché loro ritenevano fosse quello giusto o più appropriato. Mi spiego. Ognuno nella vita di tutti i giorni ha davanti delle scelte, che vengono prese in base a ciò che uno ritiene il “bene” per se stesso e che alle volte può non essere il bene comune (es: per poter godere di una vita serena e senza problemi finanziari, scelgo di arricchirmi in tutti i modi, anche illegali). Altre volte capita che una persona agisca in un determinato modo pensando di fare del bene per una certa persona, in realtà finisce però per danneggiarla (es: la madre, iperprotettiva verso il figlio, non gli lascia i suoi spazi, le sue responsabilità e le sue libertà). Detto con le parole di Hegel, noto filosofo tedesco (1770-1831): “La coscienza che propone la legge del suo cuore avverte dunque la resistenza da parte di altri, perché essa contraddice alle leggi altrettanto singole del cuore loro” (Fenomenologia, vol.1).

Ammesso quindi che persone comuni, come noi, possono sbagliare, non si può comunque non stupirsi di fronte agli scandali che di giorno in giorno vengono sollevati: corruzione, droga, pedofilia, risse in parlamento e via dicendo. Infatti, resta il fatto che certi errori non danneggiano solo la reputazione di una persona, ma sono sbagli che si riflettono sulla massa. Come possiamo infatti noi “spettatori” reagire di fronte a tutto ciò? Molti saranno portati a pensare “se possono farlo loro, lo posso fare anche io”, prendendo a modello queste persone; altri perderanno ogni fiducia; altri ancora impareranno l’indifferenza per non procurarsi più tanti dispiaceri e delusioni, rifiutandosi quindi di andare a votare, di accendere la tv, di andare in Chiesa… di credere in qualcosa. Personalmente, penso che ogni mestiere, ogni ruolo abbia una sua importanza e comporti le sue responsabilità. Ad un medico viene richiesta la cura fisica, ma dovrebbe impegnarsi nel curare anche l’anima delle persone sofferenti.

Ad una maestra viene richiesta una buona preparazione, ma sarebbe bene che sapesse rapportarsi in modo costruttivo con i bambini. Ad un politico vengono richieste delle capacità nel gestire lo Stato, ma si sa che prima di tutto dovrebbe occuparsi delle persone. Ad una showgirl e alle persone molto seguite in tv viene richiesto un buon spettacolo, ma dovrebbero stare attente anche al messaggio che trasmettono. In generale, ognuno, indipendentemente dal ruolo che riveste all’interno della società, nella sua vita dovrebbe mantenere una visione generale, tenendo presente di non essere solo ma di vivere circondato da persone con le quali deve convivere, crescere, rapportarsi. Dalle quali riceve qualcosa e alle quali magari offre qualcosa (non mi riferisco all’aspetto materiale).

Ritornando ad Hegel, la soluzione all’antitesi che nasce dalla contrapposizione fra i vari progetti di ogni individuo di realizzare il proprio ideale di vero e di bene, sembra essere proprio quella di uscire dalla propria individualità, giungendo alla consapevolezza di far parte di un’universalità e conferendo quindi alla legge il compito di indicare il vero e il bene universali, riconoscendo a ciascuno tanta libertà quanta questi è disposto a riconoscerne agli altri. Egli era quindi convinto che per una rigenerazione politica, fosse necessaria prima una rigenerazione morale dell’uomo. Ecco allora, che ognuno ridimensionerebbe alcune delle proprie convinzioni, prestando attenzione agli altri e scegliendo che tipo di persona essere. Quest’ultima, a questo punto, può anche diventare modello per qualcun altro.

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Dal 10 al 12 Settembre a Chianciano: per tornare a sperare in un’Italia migliore

postato il 11 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo”, di Giuseppe Portonera

Quando qualcuno mi chiede perché ho scelto di impegnarmi in Politica, rispondo sempre che l’ho fatto pensando che oggi più che mai c’è bisogno di novità, di energie nuove e giovani, in grado di cambiare una situazione sempre più marcia e malmessa. Quando poi mi si chiede perché ho scelto proprio l’Udc, allora chiudo gli occhi per un momento e penso. Di motivi ce ne sarebbero tanti e molti di loro sono classici: la provenienza da una famiglia di tradizione democristiana; l’ispirazione cristiana e moderata della politica di questo partito; il fatto di riconoscermi pienamente negli insegnamenti e nell’eredità di Don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi. Ce n’è però uno, che li supera tutti e che amo riassumere in un solo sostantivo: “coraggio”. È stato proprio il “coraggio” dimostrato dall’Udc che mi ha spinto ad abbracciarlo e a sostenerlo giorno per giorno, fin dal 2008, da quando Pier Ferdinando Casini ebbe il coraggio e la forza di dire no a una confluenza di comodo nel PDL (come fece allora qualcuno che ora ne piange le conseguenze) e di affrontare una campagna elettorale tutta in salita. Che ci avrebbe potuto benissimo far sparire dal Parlamento, come se niente fosse. E invece, per fortuna, quella scelta di coerenza e di coraggio convinse tanti come me, che non se la sentivano di dover scegliere ancora una volta tra Berlusconi e la Sinistra. Allora io, che avevo quattordici anni e nessuna esperienza concreta all’attivo, mi chiesi: “Perché una terza scelta non è possibile? Perché, fin da quando ne ho memoria, l’elettorato è sempre stato costretto a scegliere tra due radicali possibilità?”. E mi risposi dopo aver letto il programma elettorale dell’Udc (divenuto nel frattempo Unione di Centro): “Sì. Un’altra scelta è possibile”.

Da allora non ho mai smesso di sognare, non ho mai smesso di aspettare la nascita dell’alternativa concreta ai due blocchi dai piedi di argilla. Dopo il risultato delle elezioni, erano in molti quelli che mi dicevano che “sprecavo il mio tempo”, che “nell’Udc non c’è futuro”, che “prima o poi sarete fagocitati”. “Figurarsi”, rispondevo io. E infatti, dopo due anni, l’Udc è ancora qui e insieme a tanti altri adesso sta finalmente realizzando quel sogno per cui mi sono sempre battuto. Ed ecco che sempre quelli che prima mi invitavano a cambiare partito, adesso mi dicono che “siete degli opportunisti”, che “il Centro non esiste” e che “il vostro unico scopo è contrattare posti di governo”. “Figurarsi”, continuo a rispondere: questa è l’Estate dei Moderati, di un vasto e composito quadro di uomini “liberi e forti” (per usare un termine a me molto caro) che si sono stancati di rimanere ingabbiati in un “bipolarismo forzato” e che vogliono costruire sul serio la nuova “Alternativa”. Costruita sui temi concreti e, purtroppo, dimenticati: la difesa delle istituzioni democratiche fino in fondo, contro ogni cesarismo; un lavoro di ricucitura del Paese, anziché di divisione; riforme in grado di riattivare il nostro circuito sociale ed economico; la volontà di ridare ai cittadini il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti (con il ritorno al proporzionale e al voto di preferenza); la concretizzazione di una vera “rivoluzione liberale”, con l’eliminazione degli sprechi eccessivi, degli enti inutili e delle burocrazie superflue; una convivenza armonica e rispettosa tra laici e cattolici; il ripudio di ogni fanatismo ed estremismo. Ci siamo sempre confrontati su questi temi, e proprio su queste fondamentali tematiche abbiamo costruito il nostro futuro: ci siamo battuti con forza, consci di essere minoranza, ma convinti di poter costruire la maggioranza. Altro che Terzo Polo. Qui si lavora per costruire il Primo, sia chiaro. Il Polo della ragionevolezza, della responsabilità, del futuro.

La festa annuale dell’Unione di Centro a Chianciano Terme, è sempre stato un appuntamento chiave in questi anni. Proprio l’anno scorso, con la partecipazione di Francesco Rutelli e di Gianfranco Fini, i giornali si lanciarono nella descrizione di retroscena ed alchimie varie. Mere manovre di palazzo. Il Centro che vogliamo costruire è ben altro. È la convinzione che un’Italia diversa e migliore sia possibile. Ecco perché l’evento di Chianciano di quest’anno (dal 10 al 12 settembre) è l’ultimo tassello sulla nostra strada: è il momento che aspettavamo da tanto e che non possiamo permetterci di perdere. Per raccogliere i frutti della lunga “traversata nel deserto” compiuta dall’Udc, per non gettare alle ortiche tutto il lavoro di questi anni. A Chianciano lanceremo l’Alleanza del Futuro, per far si che l’Alternativa diventi reale!

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Rimborsi ai viaggiatori: un provvedimento che tutela i consumatori

postato il 4 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo”
Come tutti sappiamo, in base alla Carta dei diritti del passeggero è previsto il caso di cancellazioni dovute a «eventi eccezionali».
In questi casi il viaggiatore ha il diritto di scegliere tra il rimborso del biglietto oppure l’imbarco, il prima possibile o in data più conveniente, su un altro volo.
La compagnia aerea ha, ovviamente, l’obbligo di un’adeguata assistenza a terra comprensiva di: somministrazione di pasti e bevande, organizzazione di eventuali pernottamenti, trasferimenti da e per l’aeroporto, due chiamate telefoniche e, nell’era del tecnologico, fax e email a disposizione. [Continua a leggere]

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In politica servono idee (e persone) nuove

postato il 3 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo”
di Giuseppe Barocchieri

La prima sensazione che si ha, guardando un qualunque telegiornale al giorno d’oggi, è che non esistono più uomini politici con idee e proposte utili a far progredire il nostro Paese. Per tutta la sua durata, durante un Tg, non si parla d’altro che di beghe interne ai partiti, accuse più o meno fondate, alleanze, scissioni, litigi, aggressioni verbali e… talvolta anche fisiche (abbiamo purtroppo assistito anche a queste deprecabili scene svoltesi all’interno del Parlamento). Nelle rare volte in cui si sente parlare di “idee propositive” queste sono quasi sempre oltremodo criticabili. [Continua a leggere]

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Cedolare secca al 25% e imposte comunali, batosta per i cittadini

postato il 3 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo”

di Gaspare Compagno

Domani si avrà l’ufficialità definitiva, ma pare che il Consiglio dei ministri darà vita alla cedolare secca e a una variante della Imu (Imposta Municipale Unica).

Contrariamente a quanto auspicato, questi provvedimenti minacciano di agevolare i redditi alti ed essere un salasso per i redditi bassi, come si può vedere da un rapido calcolo e vedendo le cifre in ballo.

Si parlava di una cedolare secca al 20%,  che sarebbe stata, quanto meno, equa per i redditi bassi (se non una agevolazione per chi è in affitto, vista la deducibilità), ma adesso si parla apertamente di una cedolare secca al 25%, introdotta a partire da Gennaio 2011, che significa un salasso per i redditi bassi, perché, come dice Confedilizia, per i piccoli proprietari di casa, la rendita da affitto è quasi nulla, considerando tasse e balzelli vari. [Continua a leggere]

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Strage di Bologna, cosa è rimasto nella memoria del Paese?

postato il 2 Agosto 2010

Sono passati 30 anni dal tragico 2 agosto 1980 quando, alle 10.25, una bomba squarciò la stazione di Bologna uccidendo 85 persone e ferendone duecento.
Oggi il capoluogo emiliano commemora le vittime di quella strage: un corteo aperto da uno striscione per gridare a tutti, istituzioni comprese, che “Bologna non dimentica”, non può dimenticare. [Continua a leggere]

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Fiat, Omsa, petrolio. E la politica economica?

postato il 29 Luglio 2010

“Riceviamo e pubblichiamo”
di Gaspare Compagno
Ieri c’è stato l’incontro tra Fiat, Sindacati e Governo, in seguito alla decisione di Fiat di produrre una monovolume nel suo stabilimento in Serbia.
Su questa decisione è stato detto molto, ma la maggior parte dei commenti che ho letto, mi sembrano mossi più da questioni ideologiche vecchie, che non da uno sguardo alla realtà attuale e futura. [Continua a leggere]

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