Il processo è breve ma la notte è lunga
postato il 7 Aprile 2011Tanti italiani sono abituati a lavorare fino a tardi o addirittura a svolgere il proprio lavoro in notturna, a volte con turni massacranti ma sempre per racimolare quanto è necessario per arrivare alla fine del mese. In questi giorni i deputati saranno impegnati ad oltranza, sfruttando quindi le ore della notte, per stare in aula a discutere e votare. “Finalmente” dirà qualcuno, sperando di vedere finalmente un Parlamento che lavoro giorno e notte per il Paese, ma purtroppo le sedute in notturna della Camera dei Deputati sono una richiesta della maggioranza per evitare l’ostruzionismo dell’opposizione e approvare nel più breve tempo possibile la legge sul processo breve.
Sembra incredibile: mentre c’è una guerra in fase di stallo, mentre il canale di Sicilia si riempie di cadaveri e l’emergenza immigrazione spacca l’Italia e l’Europa, i deputati sono costretti dagli strateghi del Presidente del Consiglio agli straordinari per varare una legge che ha l’unico obiettivo di salvare il Premier dai suoi guai giudiziari. Come se non bastasse i ministri di questo governo, che dovrebbero in queste gravi situazioni adoperarsi per risolvere problemi ben più grandi, essendo deputati sono costretti a stare incollati al loro scranno parlamentare per evitare al Governo una nuova Caporetto in materia di giustizia. C’è un evidente scollamento tra il Paese reale, che si affanna e soffre, e una classe politica impantanata in un dibattito sterile e peggio ancora nella difesa dei privilegi e delle malefatte di pochi. La seduta notturna della Camera per approvare l’ennesima legge ad personam, non è solo una triste cartolina da Montecitorio ma è una metafora della situazione politica: le tenebre nella letteratura di ogni tempo sono anche il tempo degli operatori di iniquità, il tempo di quanti si nascondo e mettono in atto ogni genere di azione cattiva. Approvare una legge, questo tipo di legge, di notte mentre la gran parte del popolo italiano dorme è una conferma che siamo purtroppo ancora una volta alla “notte della Repubblica”. Se Federico Fellini fosse vivo direbbe nuovamente che “adesso c’è soltanto il sentimento di un buio in cui stiamo sprofondando”. E’ notte, una lunga notte, ma istintivamente tutti noi cerchiamo un po’ di luce.