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Rassegna stampa, 31 luglio ’11

postato il 31 Luglio 2011
Che il momento sia estremamente difficile si sa. Noi, da parte nostra, ci sforziamo di ripeterlo e di ricordarlo da molto tempo ormai (e non certo per mero disfattismo) e Pier Ferdinando Casini, intervistato oggi dal Corriere, torna a chiedere a gran voce “un armistizio” tra le forze responsabili che precluda alla nascita di un “governo di unità nazionale”: «il presidente del Consiglio dovrebbe prendere coscienza della caduta verticale di consenso del governo e scegliere una delle due opzioni possibili: andare dritto alle elezioni oppure dare il via libera ad un esecutivo di unità nazionale composto dal centrodestra insieme alle forze responsabili dell’opposizione»; perché, se si continua su questa pericolosa china, «il Paese va a rotoli». Il nostro leader chiede poi a Berlusconi che si convochino al più presto le parti sociali, che nei giorni scorsi avevano chiesto una netta inversione di tendenza: serve una reazione decisa e subito; non possiamo più permetterci di tergiversare, bisogna avere (così come chiede anche Claudio Sardo dalle colonne de L’Unità) “il coraggio di fare le riforme”: riforme che puntino a un riequilibrio della situazione e che permettano la sintesi e l’unità nel nostro Paese, ormai sempre più fratturato tra opposti (leggete, interessantissimo, Bonomi sul Sole). Linea che trova eco anche nelle interviste rilasciate da Fini al Messaggero e D’Alema all’Unità. Spazio poi, ancora, al Tremonti-gate: dopo che il Ministro si è detto preoccupato e “spiato”, la Procura ha deciso di avviare un indagine, ma – anche nel centrodestra, leggete l’articolo del Giornale e Sechi sul Tempo – c’è chi comincia a dubitare della buonafede del titolare del dicastero dell’economia e sospetta che ci sia qualcosa oltre ad errori bonari e stupidaggini commesse: secondo il Fatto, questo scandalo che ha “dimezzato” Tremonti è un ottimo colpo per Berlusconi, che così può riprendere fiato e riannodare i fili con l’aerea anti Tremonti nel Governo: e infatti, così come fa notare Stefano Folli sul Sole, lo stato di isolamento del Ministro all’interno della compagine governativa è evidente: nessuno gli ha espresso solidarietà pubblica e la speranza è la crisi di un uomo non travolga tutti. Infine, da Repubblica, con il ricordo di Colaprico e del direttore Mauro, diciamo addio anche noi al grande Beppe D’Avanzo: che, per chi scrive, è sempre stato un modello di onestà, rettitudine e professionalità. Ciao e grazie.

Casini: “Ci vuole un armistizio. Governo di unità nazionale” (Roberto Zuccolini, Corriere)

Fini: “Tremonti chiarisca è un caso senza precedenti” (Claudio Fusi, Il Messaggero)

D’Alema: “È il fallimento del governo Berlusconi non della politica” (Francesco Cundari, Unità)

Carraro: “Per rilanciare l’Italia serve un governo che ci ridia credibilità” (Roberto Brunelli, Unità)

Nuove sintesi per le mille Italie (Aldo Bonomi, Sole24Ore)

Le parti sociali incalzano: “Serve una reazione subito” (Stefania Tamburello, Corriere)

Il coraggio delle riforme (Claudio Sardo, L’Unità)

Vietti: “Basta con le invasioni di campo”. Politici: più etica. Toghe: equilibrio (Danilo Paolini, Avvenire)

Tremonti spiato e pedinato, summit dei magistrati e la Procura apre un’inchiesta (Maria Elena Vincenzi, La Repubblica)

Tremonti dimezzato il salvavita di B. (Fabrizio d’Esposito, Il Fatto)

Mancano le barbe finte (Mario Sechi, Il Tempo)

La solitudine del ministro (Stefano Folli, Sole24Ore)

La pozzanghera del malaffare (Ernesto Galli della Loggi, Corriere)

Doppio colpo al ministro: Confindustria lo molla e la Finanza lo smentisce (Il Giornale)

De Nicola, Pertini e Ciampi. Vecchie lezioni di austerità che la crisi riporta di moda (Filippo Ceccarelli, La Repubblica)

Ciao Peppe, grande firma di Repubblica (Piero Colaprico, La Repubblica)

La forza e il coraggio (Ezio Mauro, La Repubblica)

I No Tav e la rinuncia alla violenza: la strada obbligata per non isolarsi (Marco Imarisio, Corriere)

Giorgio dà l’esempio e si taglia lo stipendio (Alberto Di Majo, Il Tempo)

Caso Noè: “Una discriminazione gravissima” (Chiara Unguendoli, Avvenire)

Albo inutile, non tutela nessuno (Vittorio Feltri, Il Giornale)

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Rassegna stampa, 30 luglio ’11

postato il 30 Luglio 2011
La bufera scatenatasi sul ministro Tremonti si fa sempre più forte e, anche dopo la lettera “chiarificatoria” inviata al Corriere ieri, non accenna a placarsi: il Giornale di oggi scrive infatti di “doppia versione”, con numerose incongruenze tra quella rilasciata al Corsera e quella a Repubblica e, dopo questa presa in giro, l’Udc torna a chiederne le dimissioni (trovate tutto sul Sole). Sergio Romano, sempre sullo storico quotidiano milanese, torna sulla lettera di Tremonti di ieri e nota ancora troppe zone d’ombra (una su tutte, l’idea che un Ministro delle Finanze paghi in nero l’affitto di casa propria è davvero inaccettabile), mentre Francesco Rutelli, intervistato dal Fatto, e Carlo Galli, con un ottimo commento su Repubblica, fanno qualche domanda ben circostanziata sugli aspetti tecnici dei fatti: per esempio, si chiede il leader dell’Api, perché se Tremonti si sentiva minacciato, non ha mai sporto denuncia al Copasir? Marcello Sorgi e Massimo Franco – su La Stampa e il Corriere – provano invece a fare qualche riflessione sulle ricadute politiche reali di questa vicenda: certamente il Parlamento vorrà avere quelle risposte che finora sono mancate, ma non subito; più plausibile è che si aspetti settembre, quando si avrà un quadro reale delle dimensioni dell’affaire e si capirà se e come potervi fare leva per scalzare il governo. Il problema, però, è molto più vasto di come possa sembrare: una nuova questione morale sembra ormai esplosa (leggete Valentini su Repubblica) e il nodo principale della questione è quel senso di fiducia nelle istituzioni che avevano i cittadini e che è stato demolito da una classe politica sconsiderata (Brambilla su La Stampa, interessantissimo). Spazio poi alle reazioni all’approvazione in Senato del cosiddetto processo lungo: mentre Liana Milella su Repubblica fa un quadro generale dei processi ora a rischio (dal dibattimento sul caso Unipol alla strage di Viareggio), Calvi sul Riformista ci racconta le mosse compiute dal neo ministro Palma in questa occasione: c’era chi sperava che si potesse ricucire e ascoltare il parere dei magistrati? Illusi, il “sigillo di Nitto” non ha avuto gli effetti sperati: tanto che c’è chi, come Davide Giacalone su Libero, scrive di “ennesima occasione sprecata” (imperdibile poi Ferrarella sul Corriere che spiega perché questa legge è, ahinoi, molto peggio che “solo” ad personam). Il tutto, mentre Berlusconi si sente minacciato da Gheddaffi, Alfano boccia il ritorno a Forza Italia e Bossi si prepara allo scontro con Napolitano (dopo aver sospeso, per tre mesi, Borghezio).

Caso Milanese: la doppia versione di Tremonti (Gian Battista Bozzo, Il Giornale)

L’Udc: presa in giro, si dimetta (Sole24Ore)

Le frasi choc finiranno in Parlamento (Marcello Sorgi, La Stampa)

La fiducia smarrita (Michele Brambilla, La Stampa)

Un ministro indebolito ma a tutti conviene rinviare all’autunno (Massimo Franco, Corriere)

Tremonti: “Fare di più, sentiremo anche Fmi e Ocse” (Davide Colombo, Sole24Ore)

Rutelli: “Non ha fatto denuncia? Chiediamoci perché” (Il Fatto)

Quello che il Ministro non ha ancora detto (Sergio Romano, Corriere)

Qualche domanda al Ministro e al Pd (Carlo Galli, La Repubblica)

E ora va in onda la questione morale (Giovanni Valentini, La Repubblica)

Processo lungo. Il sigillo di Nitto (Alessandro Calvi, Il Riformista)

Processo lungo: fiducia con proteste (Dino Martirano, Corriere)

I tre motivi per cui questa legge non è solo ad personam (Luigi Ferrarella, Corriere)

Da Unipol-Bnl alla strage di Viareggio le cause a rischio per i testimoni infiniti (Liana Milella, La Repubblica)

Cosa c’è di giusto (e di sbagliato) nel processo lungo (Davide Giacalone, Libero)

“Perché Papa usava i telefonini di altri?” (Guido Ruotolo, La Stampa)

“Lui me l’ha giurata. Lo so da fonti certe” (Francesco Verderami, Corriere)

Italia, spread ai massimi e nei conti del Tesoro si apre un buco di 4 miliardi (Roberto Petrini, La Repubblica)

Il j’accuse dei Radicali: “Carceri, solo l’1% nei media” (Sole24Ore)

Cappellacci: pronto a restituire la tessera Pdl (Corriere)

Bossi: parlerò io a Napolitano. E caccia Borghezio per tre mesi (Marco Cremonesi, Corriere)

Alfano boccia il ritorno a Forza Italia e pensa di fare il Partito Popolare (Enrico Paolo, Libero)

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Rassegna stampa, 29 luglio ’11

postato il 29 Luglio 2011
È emergenza, sia sul piano economico che su quello politico, ma la maggioranza sembra non rendersene conto: lo spiega Pier Ferdinando Casini, su Liberal, che rilancia l’invito alla responsabilità da parte del governo; servono idee e progetti, bisogna ridare ossigeno all’economia, altro che processi brevi o lunghi. Ma questo il Premier non riesce a capirlo, visto che è così assorbito nelle sue cose ed ecco che la “vacatio governativa” deve essere colmata dal richiamo alto e autorevole del Presidente della Repubblica (una vera e propria “trincea”, sottolinea Bei su Repubblica), Giorgio Napolitano, che ieri è intervenuto su due fronti importanti: sul trasferimento dei ministeri al Nord, definito “incostituzionale” (il nostro segretario Cesa rincara la dose: “buffonata”), e sull’emergenza carceri, che ha raggiunto un livello di inumanità intollerabile. Proprio la questione del sovraffollamento delle carceri è stata definita, dal neoministro alla Giustizia Nitto Palma, la “priorità assoluta del governo”. Peccato, però, che l’approvazione qualche ora fa al Senato del cosiddetto “Processo Lungo”, abbia dimostrato che le priorità del nostro governo restano sempre altre: e così cade nel vuoto l’appello che Luca Palamara, presidente dell’ANM, aveva lanciato stamattina, dalle colonne del Corriere, al nuovo ministro. Si allarga poi, all’interno del governo, la bufera su Tremonti: il ministro dell’Economia oggi ha scritto al quotidiano di Via Solferino per spiegare la propria estraneità ai fatti (“ho commesso qualche stupidaggine, ma nessun illecito” giura) e ieri (scherzando?) ha fatto sapere di essersi “dimesso da inquilino”. Ma intorno a lui cresce il vuoto e un ministro di peso come Frattini, intervistato da Repubblica, lo invita a una maggiore serietà e riflessione e ad aprirsi al contributo delle opposizioni (a proposito, Colimberti su Europa spiega bene il perché del low profile di Pd e opposizioni su questo caso). Siamo un paese in apnea, per dirla con il titolo dell’editoriale di Adriano Prosperi, e serve un agenda di impegni concreti per l’Italia (ottimo Claudio Sardo su l’Unità). Ma, per riuscirci, è bene non perdere di vista la scaletta di obiettivi che Antonio Maccanico fissa sul Sole di oggi: ok al dialogo per superare l’emergenza, ma poi si cambi la legge elettorale. E si torni al voto.

Casini: “Solo Pdl e Lega non vedono l’emergenza” (Gualtiero Lami, Liberal)

“Ministeri al Nord incostituzionali” (Francesco Persili, Messaggero)

Ministeri a Monza, scontro Napolitano-Bossi (Alessandro Trocino, Corriere)

La trincea del Quirinale (Francesco Bei, La Repubblica)

Cesa: “Stop a buffonate dal Carroccio” (Avvenire)

Carceri, l’allarme di Napolitano: “Realtà che ci umilia in Europa” (Carlo Mercuri, Il Messaggero)

Arresto per Milanese, la Camera rinvia la decisione (Lorenzo Fuccaro, Corriere)

Tremonti: “Le dimissioni? Le ho già date da inquilino” (Alberto Gentili, Il Messaggero)

Tremonti: “Ho commesso illeciti? Sicuramente no. Ho fatto errori? Certamente sì” (Giulio Tremonti, Corriere)

Perché il Pd non infierisce su Giulio (Maria Antonietta Colimberti, Europa)

Frattini: “Caro Giulio, basta battute sul Pil, si può fare di più, tavolo con le opposizioni” (Francesco Bei, La Repubblica)

Pisanu: “Bossi sbaglia, sto col Quirinale. E nel Pdl i cattolici devono contare di più” (Beppe Pisanu, Corriere)

Grosso che cola (Filippo Facci, Libero)

Palamara: “Palma sia coerente e li fermi” (Giovanni Bianconi, Corriere)

Un paese in apnea (Adriano Prosperi, La Repubblica)

L’impegno per l’Italia (Claudio Sardo, Unità)

Quello che non torna della difesa di Bersani (Antonio Polito, Corriere)

Prima il dialogo poi la nuova legge elettorale (Antonio Maccanico, Sole24Ore)

Al macero la vecchia Casta, è ora di Terza Repubblica (Enrico Cisnetto, Il Mondo)

Tre anni in meno per diventare medici (Corrado Zunino, La Repubblica)

Giallo sull’incarico a Belcastro: Ambiente invece dell’Interno (Corriere)

Fuori dal cerchio magico (Roberto Di Caro, Espresso)

Destra e sinistra, la Babele delle fondazioni: “Tanti finanziatori, ma guai a chi fa i nomi” (PF De Robertis, QN)

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Rassegna stampa, 28 luglio 2011

postato il 28 Luglio 2011
Ieri, dopo tanta attesa e tante prove, il Premier Silvio Berlusconi ha dato finalmente via al rimpasto di governo, che almeno in questa fase, si è “limitato” alla nomina di due nuovi ministri: Francesco Nitto Palma va alla Giustizia, al posto del dimissionario Angelino Alfano, mentre sulla poltrona di Ministro delle Politiche Comunitarie – vacante da più di 6 mesi – arriva l’ex finiana Anna Maria Bernini. I giornali oggi dedicano molto spazio specie alla prima nomina: tra gli articoli da noi selezionati, potete trovare: due ritratti del neoministro – uno dal Giornale e uno dal blog Nonleggerlo, giusto per la par condicio; la reazione dei magistrati e gli auguri del vicepresidente del Csm, Michele Vietti; le mosse (da La Stampa) che hanno portato a questa designazione. Designazione, dietro la quale si cominciano a disvelare le prime mosse della segreteria Alfano: una strategia che Marcello Sorgi, su La Stampa, non esita a definire “in vecchia salsa democristiana”, evidenziandone i numerosi limiti, mentre Errico Novi si concentra sul “padrone del deserto”, riferendosi a un Silvio Berlusconi sempre più attorniato dalle macerie e che ora – leggete Ugo Magri sempre sul quotidiano torinese – pensa, per rilanciare la sua attività di governo, di tornare direttamente a Forza Italia: se questa è la novità… Infine, sempre nella nostra rassegna stampa, troverete: la bufera in cui è finito il Ministro Tremonti (leggete il commento di Romano sul Corriere); una spiegazione di Alessandro Campi, sul Foglio, dell’intervista rilasciata da Fini a Repubblica su un Governo Maroni-Pd-Terzo Polo; un’analisi dei guai del Pd, con due editoriali a firma di Geremicca e Battisti e l’immancabile e preciso retroscena di Labate sul Riformista.

Nitto Palma e Bernini. Nominati i nuovi ministri (Paolo Festuccia, La Stampa)

Un uomo chiamato “cavillo” che cita anche Blade Runner (Paolo Bracalini, Il Giornale)

Immunità, assenze, gatti parlanti e problemi rettali: lo ricordiamo così (Nonleggerlo.blogspot)

Le toghe volevano un politico: “Ma almeno sa di cosa parla” (Giovanni Bianconi, Corriere)

Gli auguri di Vietti: collaboriamo (Avvenire)

Alfano e i rischi di una strategia tutta Dc (Marcello Sorgi, La Stampa)

La costituente dei moderati (secondo i suoi protagonisti) (Annamaria Gravino, Secolo)

“Moderati, uniamoci come in Europa” (Davide Re, Avvenire)

Il padrone del deserto (Errico Novi, Liberal)

Il Cavaliere medita: ora torno a Forza Italia (Ugo Magri, La Stampa)

Affitto in nero, Tremonti nella bufera (Alberto D’Argenio, La Repubblica)

Romano – Quel che Tremonti non ha detto (Sergio Romano, Corriere della Sera)

E’ battaglia al Senato sul «processo lungo» (Gianni Santamaria, Avvenire)

Ecco a cosa pensava Fini quando ha fatto l’endorsement di Maroni (Alessandro Campi, Il Foglio)

Umberto Magno, il papa-re con l’impero in rivolta (Carlo Puca, Panorama)

Romano & C., l’allegro pool degli impresentabili (Chiara Paolin, Il Fatto)

Resta il nodo dei ministeri al Nord (Marzio Breda, Corriere)

Nel lessico indignato del leader la scarsa diversità del Pd (Pierluigi Battista, Corriere)

La sfida finale di Pier Luigi (Tommaso Labate, Il Riformista)

La riflessione che il Pd deve fare (Federico Geremicca, La Stampa)

Fotovoltaico, la scommessa persa (Antonio Fraschilla e Dario Prestigiacomo, La Repubblica Palermo)

Dura lex sed unisex (Rocco Buttiglione, Liberal)

Mercati e risparmio. Le banche pagano i timori sul debito (Fabio Pavesi, Sole24Ore)

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Rassegna stampa, 27 luglio ’11

postato il 27 Luglio 2011
Continuano i problemi in casa della maggioranza: ieri, infatti, la voce del Quirinale si è levata alta e chiara contro lo spostamento di alcuni uffici ministeriali al Nord, atto ritenuto “fuori dalle regole e dalle procedure costituzionali”; in favore del richiamo presidenziale, si è subito schierato Casini – che ha ringraziato Napolitano per aver interpretato “un’esigenza di serietà avvertita in tutta la nazione” – insieme alla capogruppo del Pd in Senato, Anna Finocchiaro, e ai pidiellini Alemanno e Polverini, che hanno chiesto alla Lega di prendere atto dell’assurdità di una simile mossa. E ora, ci spiega Fuccaro sul Corriere, Berlusconi teme ripercussioni nel rapporto con la Lega: il Premier ha paura, in sostanza, che Napolitano voglia costringerlo ad allinearsi alla sua linea e che lo spinga a sconfessare pubblicamente la messinscena di Monza. Crainz, su Repubblica, scrive di “farsa del centrodestra”, che si è consumata anche con il debutto di Angelino Alfano quale nuovo segretario del Pdl (anzi, di un partito chiamato Cav., leggete Merlo sul Foglio) e con il grande rientro di Urso e Ronchi nella “famiglia del centrodestra”. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anche il Pd, infatti, ha le sue grandi magagne: oggi il segretario democratico, Bersani, scrive al Fatto assicurando di essere alla guida di un partito “perbene”, ma – come evidenziano, sia pure con toni diversi, Polito sul Corsera e Belpietro su Libero – ci sono troppi punti oscuri su cui è necessario far luce. Il tutto, mentre ieri la Camera ha affossato nuovamente la legge sull’omofobia: l’Udc ha votato a favore delle pregiudiziali di incostituzionalità e Buttiglione e Binetti spiegano, rispettivamente sul Messaggero e La Stampa, il perché di una simile scelta.

Berlusconi teme per la tregua con la Lega (Lorenzo Fuccaro, Corriere)

Da dieci giorni il Quirinale chiedeva spiegazioni al Cavaliere (Ugo Magri, La Stampa)

La farsa del centrodestra (Guido Crainz, Repubblica)

Il Quirinale certifica l’isolamento lumbard nella maggioranza (Massimo Franco, Corriere)

Alfano riaccoglie gli ex Urso e Ronchi con due incarichi (Repubblica)

Il primo giorno di Alfano, segretario di un partito chiamato Cav. (Salvatore Merlo, Il Foglio)

Il Pdl con Alfano apre a Fli e Udc (Fabrizio de Feo, Il Giornale)

Siamo gente perbene. Ci metto la faccia (Pier Luigi Bersani, Il Fatto)

Dietro le quinte del caso Tedesco (Tommaso Labate, Il Riformista)

Se Bersani finge di non avere il braccio destro (Maurizio Belpietro, Libero)

Quel che Bersani non ha scritto (Antonio Polito, Corriere)

Omofobia, la legge viene affossata. Carfagna si astiene (Corriere)

Buttiglione: “Rispettati i principi di uguaglianza” (Il Messaggero)

Binetti: “No a ogni violenza ma anche a creare categorie di parte” (La Stampa)

Scajola: “Per noi il rischio è di apparire conservatori” (Il Messaggero)

Maggioranza omofoba. Per la seconda volta (Europa)

Pari opportunità. Non per i cattolici (Nadia Pietrafitta, Il Tempo)

Tg1 o TgSport (Paolo Ojetti, Il Fatto)

Prestati alla politica (Filippo Facci, Libero)

Si dice fare il tifo, si legge clientelismo (Gian Antonio Stella, Corriere)

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Rassegna stampa, 25 luglio ’11

postato il 25 Luglio 2011
La nostra rassegna stampa di oggi si muove su due piani, uno di politica interna e uno di politica estera. Sul primo piano, troviamo le difficoltà interne alla maggioranza, con le frizioni tra Pdl e Lega: Alemanno, su Repubblica, chiede infatti che gli alleati nordisti vengano fortemente ridimensionati, mentre sia Maroni che il Pd hanno bocciato l’idea esposta ieri dal Presidente Fini di un nuovo governo guidato dal Ministro dell’Interno e sostenuto da Terzo Polo e Pd. Ma, come fa notare anche Claudio Cerasa sul Foglio, dentro la Lega Nord le cose cambiano rapidamente e la situazione assomiglia tanto al Pd dell’epoca Prodi: al comando formale c’è Bossi, ma de facto avanza Maroni. Sul piano, invece, di politica estera, ovviamente ci si concentra sulla tragedia in Norvegia: il terrorista ha confessato (leggete da Corriere e Repubblica) e, tra le sue carte, si è scoperto anche di progetti d’assalto anche all’Italia; Introvigne sul Giornale spiega il perché di questi attacchi, che – come racconta La Sicilia – avevano nel proprio mirino anche delle raffinerie siciliane, mentre Vietti sul Foglio sottolinea alcuni particolari interessanti sul “fondamentalista cristiano”. Infine, sempre sul Giornale, trovate un editoriale di Vittorio Feltri, sui giovani rimasti uccisi, che oggi ha fatto discutere molto – e non pacificamente – tutta la rete italiana.

“No a Maroni premier”: il Pd boccia l’idea di Fini (Repubblica)

Calderoli: “Il nuovo Guardasigilli? Uno che non parli non i legali del premier” (Ugo Magri, La Stampa)

Bindi: “Disposti a sostenere un nuovo esecutivo ma gli attuali componenti stiano fuori” (Goffredo De Marchis, Repubblica)

Che cosa hanno in comune Maroni e Veltroni (Claudio Cerasa, Il Foglio.it)

Alemanno: “La Lega va ridimensionata” (Silvio Buzzanca, Repubblica)

Cosa si giocano Destri e Sinistri (Mario Sechi, Il Tempo)

Il Pd giustizialista stavolta non si salva (Fabrizio Rondolino, Il Giornale)

Giustizia, si riparte dal processo lungo (Dino Martirano, Corriere)

La confessione del killer (Serena Natale e Luigi Offeddu, Corriere)

“Ho fatto tutto questo da solo. Mi chiameranno il Mostro più grande” (Repubblica)

Sul “fondamentalista cristiano” (Piero Vietti, Il Foglio.it)

Perché voleva colpire l’Italia e Ratzinger (Massimo Introvigne, Il Giornale)

Anche le raffinerie siciliani di Augusta, Gela e Milazzo nel mirino del killer: “Traditori, gli italiani devono pagare” (Salvatore Lussu e Fausto Gasparroni, La Sicilia)

Quei giovani incapaci di reagire (Vittorio Feltri, Il Giornale)

Vizzini: “È vero, c’è una cappa dei potentati io sono pronto a lasciare il partito” (Emanuele Lauria, Repubblica)

Sinistra e gay contro la cognata di Casini (Leonardo Berberi, Corriere)

L’inquietudine dei cattolici (Ernesto Galli Della Loggia, Corriere)

Largo ai giovani (56enni) (Gian Antonio Stella, Corriere)

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Rassegna stampa, 24 luglio ’11

postato il 24 Luglio 2011
E alla fine pagliacciata fu: la Lega, con una “piccola sagra”, ieri ha aperto a Monza sedi distaccate di alcuni ministeri (ovviamente “padanizzati”, per l’occasione, leggete Del Frate sul Corriere) ed è divampato lo scontro, sia fuori che dentro la maggioranza: come ci raccontano Libero e Il Tempo, ora tutti vogliono un ministero e c’è chi – tra Pdl e sudisti di maggioranza – paventano una crisi di governo qualora non dovessero essere accontentati. Il governatore della Campania, Stefano Caldoro, lo dice chiaramenti: ora anche il Sud vuole “uffici”, proprio come il Nord. Ma la vera partita è quella che si gioca tra Bossi e Berlusconi, da una parte, e Maroni dall’altra (che stia anche lui per compiere scelte simili a quelle di Fini e Casini?): Bei su Repubblica ci racconta del nuovo asse B-B che si fonda su una necessità, “emarginare Maroni” – come riuscirci, però, appare difficile, visto che si tratta del Ministro dell’Interno. Imperdibili, poi, da La Stampa: Michele Brambilla con la cronaca della giornata di ieri, e Jacopo Iacoboni, che analizza la trasformazione del Cav. in fustigatore di promesse mancate, proprio lui che dal 94 non fa che riciclare sempre i soliti slogan. Tutto questo, mentre Gianfranco Fini, intervistato da Claudio Tito su Repubblica, apre a un governo guidato da Maroni con Terzo Polo e Pd. Mentre, da lontano, s’avanza una nuova possibile investitura per il dopo Silvio: quella di Mario Monti.

Il Carroccio apre i ministeri a Monza: è scontro (Rodolfo Sala, Repubblica)

E Silvio ricuce con il Senatur: “Ma bisogna emarginare Maroni” (Francesco Bei, Repubblica)

E Alberto da Giussano entrò nei ministeri monzesi (Claudio del Frate, Corriere)

Ora tutti vogliono un ministero (Il Tempo)

Caldoro: “Ora vogliamo uffici anche al Sud” (Massimiliano Amato, Unità)

Il Pdl si spacca, Noi Sud minaccia la crisi (Libero)

Il Cavaliere delle promesse si scopre fustigatore degli impegni traditi (Jacopo Iacoboni, La Stampa)

Fini: “Sì al governo Maroni anche il Pd lo sosterebbe” (Claudio Tito, Repubblica)

Utoya, l’isola che non c’è per i giovani italiani (Cinzia Romano, Il Riformista)

Penati&Bersani, l’ipocrita tangentopoli dei Democratici (Giuliano Ferrara, Il Giornale)

Macelleria sociale (Stefano Rodotà, Repubblica)

L’investitura di Monti per il dopo Berlusconi (Fabio Martini, La Stampa)

La piccola sagra delle sedi decentrate (Michele Brambilla, La Stampa)

Io, presidente delle Provincie dico: è giusto ridurle (Giuseppe Castiglione, Il Giornale)

Il vento forte dell’antipolitica (Angelo Panebianco, Corriere)

Forse la Grecia si salverà. Ma l’Italia non cambierà (Eugenio Scalfari, Repubblica)

Formigoni: “Sei regioni e zero provincie. Ecco la vera rivoluzione” (Maria Sorbi, Il Giornale)

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Rassegna stampa, 23 luglio ’11

postato il 23 Luglio 2011
The day after: i giornali ci raccontano la convention di ieri all’Auditorium della Conciliazione, dedicando molto spazio ai retroscena e ai progetti futuri del Terzo Polo (che per noi è sempre Nuovo, sia chiaro); Alberto Gentili su Messaggero da risalto all’ampio discorso che Casini ha tenuto: il nostro leader si è concentrato sul momento difficile che stiamo attraversando (è una nuova crisi, sul modello di quelladegli anni 20 e degli anni 90) e sulla necessità di aprire una nuova fase – così come titola La Discussione, un Terzo Polo per una Terza Repubblica. Liberal dedica diverse pagine all’incontro all’Auditorium, con un discorso complessivo e articolato sulla “sfida a quattro” di Casini, Fini, Rutelli e Lombardo: quattro partiti, un solo futuro. Il nostro compito deve essere quello di dare una scossa fin dalle basi a un Paese con un deficit altissimo di legalità e moralità – da non perdere la Urbinati su Repubblica. Buona lettura.

Casini: ora la Terza Repubblica (Alberto Gentili, Messaggero)

Terzo Polo per l’unità nazionale (Gianni Santamaria, Avvenire)

La sfida dei quattro (Riccardo Paradisi, Liberal)

“La maggioranza cambi cavallo e noi ci staremo” (Fabio Martini, La Stampa)

Fini: “Un nuovo governo di centrodestra, ma senza Berlusconi” (Fatto Quotidiano)

Fini: la maggioranza cacci Silvio e il Terzo polo non si tirerà indietro (La Repubblica)

Il Terzo Polo: “Subito un governo di unità”. Casini tratta con Scajola (Susanna Turco, Unità)

Il Terzo Polo vuole la terza Repubblica (Giampaolo Tarantino, La Discussione)

Il terzo polo tifa Padania pur di uscire dal letargo (Gianluca Roselli, Libero)

Il Terzo Polo punta al governissimo (Ettore Colombo, Riformista)

Prove tecniche di governo politico (Andrea Tognotti, Europa)

Quattro partiti, un solo futuro (Gualtiero Lami, Liberal)

Un Paese impoverito e l’erosione della legalità (Nadia Urbinati, Repubblica)

Quei para-ministeri a Monza adesso irritano i Brianzoli (Daniele Dallera, Corriere)

Il giorno dei ministeri alla Villa Reale. Ma nessuno lo sa (Michele Brambilla, La Stampa)

Perché il Paese non può aspettare (Piero Alberto Capotosti, Messaggero)

Napolitano: “Da me nessuna invasione di campo” (Giuliano Capecelatro, Riformista)

Milanese, spuntano nuove accuse (Guido Ruotolo, La Stampa)

La vendetta della Casta (Franco Bechis, Libero)

Il giustizialismo di Bobo fa rima con ribaltone (Gerardo Antelmo, Libero)

Una Costituente in carica un anno per ridarsi regole condivise (Davide Giacalone, Libero)

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Rassegna stampa, 22 luglio ’11

postato il 22 Luglio 2011
Succulente rassegna stampa terzopolista live dalla convention “Io Cambio l’Italia”, a Roma. Oggi i giornali dedicano molta attenzione a questo incontro, che si inscrive in un momento molto, molto particolare: “storico”, arriva a definirlo Enrico Cisnetto su Liberal, secondo il quale questi sono i giorni in cui sta per chiudersi la tormentata agonia della Seconda Repubblica. E allora, serve una nuova Costituente, proprio come dopo la guerra, perché o si svolta o si muore, come rilancia Gualtiero Lami sempre su Liberal. Interessante, sul Corriere, il sondaggio di oggi di Renato Mannheimer, proprio sul bacino elettorale a cui può ambire il Nuovo Polo: dalla nostra c’è già un sostanziale 12%, ma ci guarda con attenzione ben il 25% dell’elettorato, in gran parte proprio delusi del Pdl e del Pd. Cesa lo dice in modo esplicito sul Messaggero: la maggioranza è finita e il voto su Alfonso Papa lo ha certificato; se Berlusconi avrà il coraggio di lasciare il fortino (ma noi, capirete, ne dubitiamo fortemente) si potrà avviare una fase nuova di lavoro comune. Spazio poi proprio ai contraccolpi della vicenda Papa: il voto (già annunciato, largamente spiegato, palesissimo) dell’Udc sembra aver scosso parte del centrodestra, che dava per scontato un voto ribelle dal parte dei nostri parlamentari. Così, delusi e scottati, i giornali vicini agli umori berlusconiani si scagliano oggi contro di noi, accusandoci di incoerenza e “trasformismo garantista” (pensa te!): ma l’analisi migliore la fa Guelfo Fiore, su Europa, che parla di “voto rivoluzionario” , che segna una nostra netta distinzione tra “una destra che parla di garanzia e pensa all’impunità ed una sinistra sovente offuscata da un pregiudizio giustizialista”. Infine, imperdibile De Rita e Battisti sul Corriere e Geremicca su La Stampa.

Sì al terzo polo dal 12% degli italiani (Renato Mannheimer, Corriere)

O si svolta o si muore (Gualtiero Lami, Liberal)

Nuova Costituente, come dopo la guerra (Enrico Cisnetto, Liberal)

Il Terzo Polo unito lancia la costituente (Il Tempo)

Fioroni: “Convinciamo il Pdl” (Errico Novi, Liberal)

Confalonieri vede Casini alla Camera (Il Messaggero)

Cesa: “La Maggioranza è finita” (Claudia Terracina, Il Messagero)

Carra: “Votazione valida ma in futuro serve una maggior tutela della segretezza” (Avvenire)

Udc, un voto rivoluzionario (Guelfo Fiore, Europa)

Il Cavaliere deciso a non mollare (Marcello Sorgi, La Stampa)

I giorni caldi della Lega Nord (Unità)

Gli azzurri avvisano i “manettari” Udc: “Prima o poi si voterà per Cesa” (Enrico Paoli, Libero)

Follini: “Il vento dell’anti-casta non basta. Il Pd deve vincere sul campo” (Andrea Cangini, QN)

Papa in galera come i poveri Cristi (in carceri che sono incivili per tutti) (Pierluigi Battisti, Corriere)

No ai deputati pagati a cottimo: Fini boccia la riforma di Calderoli (Carmelo Lopapa, Repubblica)

L’impegno e la politica alta, unico rimedio per fermare l’agonia (Giuseppe De Rita, Corriere)

Le due debolezze (Federico Geremicca, La Stampa)

Le cataratte del Pdl (Alessandro Braga, Il Manifesto)

La ministra inadegueta innamorata di De Magistris (Giancarlo Perna, Il Giornale)

Il piano Maroni: sì al Pdl no a Berlusconi (Giuliano Zulin, Libero)

Il Pdl era per il mercato. Non lo è più. Ma per cos’è? (Diego Gabutti, ItaliaOggi)

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