Tutti i post della categoria: Politica

Solo un armistizio tra i partiti può salvare l’Italia

postato il 3 Agosto 2011

Da tempo dico che solo una fase di armistizio tra i principali partiti può salvare l’Italia. Non improbabili governi tecnici, ma governi che nascano dalla volontà del Parlamento, dei partiti. Perché abbiamo da fare scelte impopolari e dolorose che nessun governo che abbia la paura di perdere le elezioni è in grado di assumere.
Il problema oggi non è la liquidazione politica di Berlusconi. O ci assumiamo la responsabilità di una fase nuova, o se pensiamo che la fine politica di qualcuno significhi il successo per altri sottovalutiamo le difficoltà che abbiamo davanti e il momento che stiamo vivendo.

Pier Ferdinando

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Serve dl che anticipi manovra 2013-2014

postato il 3 Agosto 2011

Varare una commissione per la crescita che illustri le sue conclusioni entro 60 giorni

Se per otto giorni consecutivi la Borsa americana perde non è per colpa del presidente del Consiglio, almeno in questo caso. Ma il governo dovrebbe chiedersi perché lo spread tra titoli italiani e tedeschi ha sfiorato i 400 punti. Se sui mercati siamo sorvegliati speciali, forse ci sarà pure un problema di credibilità.
Noi chiediamo di anticipare con un decreto parti significative della manovra 2013-2014, riunendo il Parlamento per discuterlo anche in agosto. Il governo istituisca una commissione per la crescita, formata da rappresentanti di maggioranza e opposizione, con 60 giorni di tempo per elaborare proposte per la crescita del Paese.

Pier Ferdinando

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Berlusconi passi dalla politica delle cicale alla politica delle formiche.

postato il 3 Agosto 2011

Oggi il Presidente del Consiglio interverrà alla Camera e al Senato in merito alla crisi economica. Probabilmente questo sarà uno dei discorsi più impegnativi della carriera politica di Silvio Berlusconi e c’è da augurarsi, per il bene del Paese, che Berlusconi sia all’altezza delle aspettative dei cittadini e dei mercati internazionali. Purtroppo gli ultimi interventi del Premier alle Camere sono stati poco edificanti e si sono spesso ridotti a ridicole passerelle dove, tra una battuta e un sorriso, venivano sbandierati i presunti meriti di questo governo e si riproponevano promesse non mantenute.

Non è più tempo delle parole in libertà, come ha ben sottolineato il deputato dell’Udc Gian Luca Galletti, ma occorre dire parole rassicuranti e soprattutto presentare strategie concrete. Le idee non mancano, ma è necessario stabilire delle priorità concrete, tra le quali, come suggerisce Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera, l’anticipo del pareggio di bilancio. I mercati oggi si attendono una iniezione di fiducia, una manifestazione di concretezza e di volontà di crescere, per fa ciò è necessario che Silvio Berlusconi e il suo governo abbandonino le vacuità del processo lungo o delle targhe ministeriali a Monza e si concentrino sull’economia assumendo impegni precisi e ascoltando le parti sociali. E’ necessario che il governo comprenda che è ora di  passare dalla politica delle cicale alla politica delle formiche, perché l’estate sta finendo e l’inverno è terribilmente vicino.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Crisi: basta spot, servono iniziative concrete

postato il 2 Agosto 2011

Mi auguro che domani, in Parlamento, il presidente del Consiglio ci porti un elenco di iniziative serie. I dati e gli spot ormai li conosciamo tutti e non sono serviti. Abbiamo invece bisogno di idee concrete e, se necessario, anche di ricorrere alla decretazione d’urgenza.
Le opposizioni, dal canto loro, devono convergere per aiutare a fronteggiare questa crisi dei mercati, perché continuare con la litania della richiesta di dimissioni non ha senso.

Pier Ferdinando

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«Ci vuole un armistizio, governo di unità nazionale»

postato il 31 Luglio 2011

Pubblichiamo da ‘Il Corriere della Sera’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Roberto Zuccolini
ROMA — «Se c’è bisogno non andiamo in vacanza. E comunque siamo pronti: una chiamata e torniamo a Roma. Ma si faccia qualcosa subito, prima che sia troppo tardi».
Non urla Pier Ferdinando Casini. Anzi, rimprovera l’ldv che chiede di votare l’ennesima sfiducia a Silvio Berlusconi: «È infantile». Ma il suo è comunque un grido di allarme di fronte a quello che chiama l’«immobilismo» del governo di fronte alla crisi, la sua «inerzia» di fronte all’appello delle forze sociali: «Le convochi nelle prossime ore: che aspetta?». Ci vuole, per il leader dell’udc, «un armistizio» fra tutte le forze politiche, che porti ad un «governo di unità nazionale» che non sia guidato da Silvio Berlusconi, ma «senza penalizzarlo».

Qual è la cosa più importante da fare dì fronte alla crisi che sta attaccando l’Italia?
«Prenderne coscienza sul seno il più presto possibile: stiamo vivendo un momento drammatico per il Paese. Lo dico alla maggioranza, ma anche all’opposizione».

L’Udc, insieme a tutta l’opposizione, ha favorito l’approvazione della manovra economica in tempi record.
«Sì, ma non è bastato a risollevare l’Italia, anche perché il provvedimento è stato spalmato soprattutto sul 2013 e il 2014. E non mi dicano che siamo sotto l’attacco della speculazione internazionale che colpisce l’Europa. La verità è che purtroppo c’è sfiducia nei confronti del nostro Paese per l’assenza di misure serie e di segnali politici adeguati». [Continua a leggere]

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È tempo di numeri. E di prime soddisfazioni.

postato il 30 Luglio 2011

È tempo di numeri e sondaggi. L’ultima volta che su questo sito ci siamo occupati di stime elettorali riguardanti il nostro partito, avevamo riscontrato di essere sulla strada giusta e che l’elettorato – dopo qualche tempo di disattenzione – era tornato a ritrovarsi in sintonia con noi in ottima misura: il bacino potenziale dell’Udc superava infatti il 14% e appariva numericamente chiaro la nostra posizione centrale e primaria all’interno del Terzo Polo: la riprova che quanto avevamo fatto era giusto e che proprio seguendo questo indirizzo dovevamo continuare ad operare. Oggi, ci occuperemo invece di sondaggi che riguardano la nostra coalizione nel complesso: abbiamo tenuto la nostra convention unitaria giorno 22 scorso e vale la pena dare un’occhiata a qualche interessante analisi pubblicata proprio in quel periodo (da qualche giorno prima a qualche giorno dopo).

Il primo sondaggio utile è quello pubblicato sul Corriere della Sera proprio il giorno della convention e a cura di Renato Mannheimer, secondo cui ben il 12% degli italiani ad oggi direbbe “sì” – in modo certo – al Terzo Polo, mentre il bacino potenziale si spinge al 25% e un altro 27% si dichiara “indeciso” ma “interessato”; altro interessantissimo dato, poi, sono le risposte riguardo alla forma che questa alleanza dovrebbe assumere in vista del voto: ben il 44% dell’elettorato “certo”, infatti, ritiene che i partiti dovrebbero procedere a una propria unificazione in una nuova cosa, mentre il 40% ritiene sia meglio restare separati. Ancora un dato interessante: il 61% degli elettori certi risponde che sì, il Terzo Polo si presenterà compatto alle prossime elezioni, mentre per tutti gli altri la percentuale scende al 46%. Tanto basta, però, per capire che agli occhi dell’elettorato l’incontro fra questi partiti è già stato largamente digerito e anche l’idea di una loro fusione completa non viene vista male, anzi (prova ne è il fatto che il bacino potenziale della coalizione supera sempre la somma di quelli dei partiti singoli).

Il secondo sondaggio, altrettanto interessante, è quello curato da Fabrizio Masia, di EMG, per il Tg di La 7. Dai numeri forniti si evince il tracollo dei grandi partiti con Pdl e Pd in caduta libera: il primo avrebbe perso 1,2 punti percentuali rispetto alla precedente simulazione (da 28,1% a 26,9%), mentre il secondo ha registrato una flessione dell’0,8% (da 28,4% a 27,6%). Oltre al Pdl, però, è tutto il centrodestra ad andare giù, roso da scandali e liti intestine: il principale alleato di questa maggioranza, la Lega, scende infatti al 9,9% (meno 0,4% rispetto a una settimana fa, ma addirittura meno 1% rispetto a 15 giorni fa). Mentre nel centrosinistra, oltre al Pd, perde qualcosa anche l’Italia dei Valori (dal 6,3% al 6,1%) e guadagnano invece Sinistra Ecologia e Libertà (da 7,2% a 7,5%) e partiti minori. E veniamo ai numeri che ci interessano di più, quelli del Terzo Polo, dato in forte risalita, trainato proprio dall’Udc: il nostro partito balza infatti dal 6,6% al 7,6%. Flette lievemente Futuro e Libertà (da 3,3% a 3,2%), mentre l’Api sale da 0,9% a 1,1% e l’Mpa di Lombardo va dallo 0,6% allo 0,7%. Anche se, ahinoi, il dato più importante complessivamente resta la continua ascesa degli astenuti, che passano dal 25,3% al 26,2%, e soprattutto degli indecisi (dal 16,6% al 20,7%).

Il terzo e ultimo sondaggio, infine, viene dall’istituto sondaggistico Crespi. Anche secondo queste stime, il Pdl scende notevolmente, assestandosi intorno a quota 26 %, e insieme al 9% della Lega Nord e agli altri partiti che compongono l’attuale area di Governo, il centro-destra toccherebbe oggi quota 39,4%, perdendo quasi l’1%. Stessa storia anche per il centrosinistra, con un lieve aumento di consensi dovuto agli incrementi di Sel e Idv che bilanciano il calo del Pd: il maggior partito d’opposizione, infatti, comincia ad accusare le conseguenze delle vicende giudiziarie che hanno riguardato alcuni suoi uomini di spicco. Anche qui, ottima performance per il Terzo Polo, galvanizzato dalla convention del 22 luglio, che conquista una fetta di elettorato certa stabile intorno al 13%: nel dettaglio, ancora avanti c’è l’Udc al 7,1 – seguito da Fli al 3,7 e Api e Mpa intorno all’1% a testa.

Sono, come ripetiamo ogni volta, solo stime. Però, lasciatecelo dire: sono anche soddisfazioni.

Giuseppe Portonera

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Distanza surreale tra governo e Paese

postato il 29 Luglio 2011

Mentre la questione sociale esplode, si parla di processo lungo o breve, oppure di ministeri a Monza. E’ surreale la distanza fra governo e Paese.
Noi siamo pronti a lavorare anche nel mese di agosto su provvedimenti seri, nuove misure che allontanino le spettro di una crisi drammatica alla quale va data assolutamente risposta. Come opposizione responsabile l’Udc è d’accordo con il monito del presidente della Repubblica alla politica, perché contro la crisi serve coesione nazionale.
La convinzione di assumere rapide iniziative oggi è rafforzata da due notizie. La prima, i mercati che danno un segnale di sfiducia alla politica italiana. La seconda, il rapporto Svimez, che rende noto che al Sud 3 giovani laureati su 4 sono disoccupati.
Davanti a una crisi così drammatica, oggi è necessario dare una risposta.

Pier Ferdinando

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Crisi, pronti a lavorare ad agosto su proposte serie

postato il 28 Luglio 2011

Serve subito una risposta alla parte produttiva del Paese

Basta con le perdite di tempo. Come opposizione diciamo al governo che siamo pronti a lavorare anche ad agosto se verranno presentati dei provvedimenti concreti. Al presidente del Consiglio chiediamo di aprire orecchie e occhi per dare delle risposte alla parte produttiva del Paese, che dice che il governo non sta facendo nulla.
Noi dell’opposizione vogliamo dare il nostro contributo per rispondere all’appello delle parti sociali. Ecco perché non faremo le barricate, non ce le possiamo permettere in un Paese che affonda, e sarebbe gravissimo se il loro monito cadesse nell’indifferenza.

Pier Ferdinando

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Io cambio l’Italia con il Terzo Polo. Anche controvento.

postato il 24 Luglio 2011

“Cambierà, schiena dritta contro il vento”. Mentre aspetto di prendere l’aereo che mi riporterà a casa, dopo la conclusione della convention terzo/nuovopolista a Roma, nelle cuffie nel mp3 passa il ritornello di “Controvento”, canzone di Malika Ayane. E sarà che nella nostra vita non tutto succede mai per caso, ma questa bellissima canzone sembra essere l’inno perfetto per quello che noi del Terzo/Nuovo Polo ci siamo ripromessi di fare: il titolo dell’incontro all’Auditorium della Conciliazione era, infatti, “Io Cambio l’Italia” e come hanno ripetuto ampiamente sia Casini che Fini (e come io avevo già sostenuto qualche giorno fa) questo non è uno slogan come tutti gli altri, ma è una vera e propria ragion d’essere, è il motore della nostra missione, dei nostri progetti e dei nostri programmi.

Quell’IO che campeggiava a caratteri cubitali sui fondali della scenografia sul palco e in tutto l’auditorium non è la semplice prima persona singolare dei pronomi personali, ma – non prendetemi per pazzo – il più collettivo e ampio dei nomi: dentro quell’IO ci stanno i leader del Nuovo Polo che ci guidano, ci stanno i militanti e gli elettori che sono l’anima e la forza del progetto, ci sto io che scrivo e voi che mi leggete; ma allora andava meglio un grande NOI, vi direte: sì, forse. Ma ragionateci un attimo: se leggete NOI al contrario, cos’è che trovate? Un IO alla N, elevato all’ennesima potenza. Uno per tutti, tutti per uno: nel miglior stile del formica-pensiero che abbiamo elogiato più e più volte.

E quell’IO – che siamo tutti noi – ha l’insolubile e irrinunciabile dovere di cambiare le cose. Di dare una scossa, uno super-shock a uno Stato che invecchia ogni giorno sempre più e che avendo un terrore congenito del cambiamento, finisce per atrofizzarsi e spegnersi: lasciar tutto com’è, aspettare tranquilli presidiando le proprie sicure (sic) posizioni è molto, molto più semplice. Ma io non posso permettere che tutto questo succeda, non posso stare con le mani in mano mentre tutto va allo sfascio: ma siccome non posso nemmeno permettermi di cedere al richiamo (anch’esso assai attraente) dell’antipolitica, per cui tutto è brutto e schifoso e tutto è da buttare, che posso fare? Altro che impegnarmi, seriamente e onestamente, non posso fare. Ed è per questo che lo faccio. È per questo che sono convinto che, sì, Io cambio l’Italia con il Terzo Polo – e come canta Malika Ayane – lo faccio con la schiena dritta, anche e soprattutto controvento. Lo faccio con il nostro Polo. Lo faccio con voi.

Ps: nella foto non si vede bene, ma in basso, tra parentesi, io ho aggiunto una scritta fondamentale. Letto tutto, infatti, il cartello viene: Io Cambio l’Italia con il Terzo Polo (ma tanto siamo i primi!). Perché noi saremo il Primo Polo, non il Terzo. Statene certi.

Giuseppe Portonera

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Terzo Polo, ora servono i fatti

postato il 23 Luglio 2011

Finalmente dopo la nascita, prima, di Futuro e Libertà, e poi della coalizione denominata fin da subito “Terzo polo”, ieri, 22 luglio 2010, c’è stata la prima Assemblea Nazionale del polo centrista formato da UDC, FLI, API, MPA.

Inizio subito dicendo che il nome “Terzo Polo” sinceramente non mi piace, come non mi piace Polo della Nazione, in quanto non trasmettono niente di politico (e dopo PD, PDL, sarebbe infelice avere il PDN..). Personalmente punterei su un qualcosa che dia immediatamente l’idea che in Italia c’è una terza possibilità di voto, e che questa possibilità non è né di estrema destra né di estrema sinistra.

Infatti secondo il sottoscritto in Italia ormai abbiamo a che fare con l’estremismo politico, sia di destra che di sinistra. Se con le elezioni del 2008 si era riusciti nell’intendo di eliminare i mini-partiti, e soprattutto la parte più estrema di una politica vecchia ed antiquata, dopo nemmeno 5 anni ci ritroviamo da una parte la Lega Nord di estrema destra e dall’altra l’Italia Dei Valori e il Sinistra Ecologia e Libertà, di estrema sinistra.

In questo contesto strano e non concepibile tre anni fa, finalmente si è creata una forza che dovrebbe essere di Centro ma soprattutto che si è dichiarata fin da subito moderata. Casini, nel corso degli anni, ha dimostrato di essere forse uno dei pochi politici italiani coerenti con le proprie scelte. Tre anni fa, infatti,  rinunciò a fondersi in quel pericoloso calderone chiamato PDL per continuare nella sua strada. E’ stato aggredito verbalmente dalla parte più dura del popolo berlusconiano, è stato dato più volte per spacciato ma nonostante tutto è riuscito a mantenere una buona percentuale di preferenze. Accanto a lui, da qualche mese ormai ma da oggi ufficialmente, ritroviamo Fini, che nonostante le numerose uscite, molte delle quali “sospette”, dal neonato partito di Futuro e libertà, è riuscito a reggere il colpo e a rimanere in corsa per dire ancora la sua. Infine completano il quadro Rutelli, che dopo l’esperienza di sinistra è tornato alla “casa madre” e Lombardo per il movimento del sud.

Il manifesto che è stato stilato contiene molti buoni concetti, molte belle parole e tanta voglia di fare, ma a questo punto, in cui la crisi è pronta a colpire pesantemente in italia, in cui il nostro paese è preso in giro in ogni luogo a causa della nostra politica e del nostro premier, SERVONO I FATTI.

Se faranno realmente ciò che hanno scritto allora la percentuale di partenza, data al 12%, salirà, in caso contrario il tanto voluto bipolarismo prenderà il sopravvento su questo povero paese lasciato, da troppi anni, allo sbando.

dal blog di Lorenzo Mazzei

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