Critiche a Monti, c’è chi può e chi non può.
postato il 9 Dicembre 2011
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
La delusione e la rabbia di tante persone di fronte alla manovra economica non mi stupiscono. E’ comprensibile che davanti a sacrifici, anche notevoli, la gente sia arrabbiata e che dunque si sfoghi apertamente in famiglia, sul lavoro, nei luoghi di ritrovo e, oggi soprattutto, nella rete. Blog, forum e social network sono un fiorire di sfoghi, invettive ed anche italianissime ironie. Non bisogna allarmarsi per queste cose, sono normali addirittura necessarie, e chi ha buona memoria ricorderà, al netto di internet, parole e sentimenti molti simili ai tempi delle stangate dei governi Amato e Ciampi. So che Mario Monti, come a suo tempo Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi, non se la prenderà per le ironie ed anche per qualche tono un po’ sopra le righe degli italiani. Indulgenza dunque per il popolo, un po’ meno per autorevoli commentatori e politici di ogni colore che in queste ore si stanno esercitando al tiro al bersaglio contro Monti e i suoi provvedimenti. Ho letto di giornalisti improvvisati grandi economisti che hanno stilato liste di cose da fare, o che hanno fatto le pulci alla manovra, ho letto anche articoli di celebri economisti ed esperti, forse un po’ irritati dal fatto di non essere nel governo, che facevano la lezioncina a Mario Monti. E non parliamo dei giornali che facevano titoli degni di uno stato di Facebook. Ora nessuno pretende da questi signori applausi e lodi per il professor Monti, però sarebbe stato gradita una certa indulgenza, senza abdicare al diritto di critica, per chi si è preso enormi responsabilità e sarebbero stati auspicabili un contributo, un suggerimento od una sensibilizzazione del tessuto sociale piuttosto che un banale ed inutile populismo. Ma ciò che è più insopportabile sono le critiche della politica, quella stessa politica che avrebbe dovuto evitare questa situazione, quella politica che avrebbe dovuto fare le riforme quando era tempo. E il riferimento non è alle posizioni di Lega ed Idv che per esistere hanno bisogno di essere contro qualcosa, ma alle posizioni di chi pur avendo avuto nel passato responsabilità di governo ora sgrana il rosario dei “non mi piace” e dei “non è la nostra manovra”.
La manovra, come già detto da alcuni, è una medicina amare e si sa che le medicine amare non piacciono a nessuno, nemmeno a chi, come Monti, le deve somministrare. Ci sarebbero migliaia di miglioramenti da fare, non è la manovra dei sogni indubbiamente, ma è quella necessaria fatta da un governo che non è presieduto dal genio della lampada ma da un onesto e stimato civil servant. Questo non è un invito all’acriticità ma una esortazione a non sparare sul presidente Monti che si sta facendo generosamente carico di una situazione terribile; dalle forze politiche e sociali in questo momento tutti si attendono responsabilità e serietà, ci sarà tempo per tornare ai bizantinismi e ai riti della politica. Ora è necessario adeguarsi alla sobrietà, al rigore e alla velocità di Mario Monti; lo si faccia per l’Italia o se non se ne è più capaci almeno lo si faccia per cortesia verso una persona che si è fatta carico di immense responsabilità non sue. La classe politica deve tanto a Mario Monti, a partire da quel piccolo dettaglio, che però dice tanto, dell’attenzione che Monti riserva agli interventi di tutti i parlamentari. E tutti noi sappiamo che spesso in Parlamento non parlano statisti.




Facebook
Youtube
Flickr
Blip.tv
Delicious
Twitter
Dopplr