Tutti i post della categoria: Politica

Sto lavorando a un partito oltre il nostro

postato il 2 Aprile 2012

Mettere insieme italiani più capaci del Paese e per il Paese
Oggi serve al Paese una grande forza nazionale, popolare, che sia in condizione di andare oltre la politica. Vedo nel nostro futuro un partito con tecnici, politici, e mi auguro che tanti esponenti del governo vogliano far politica. Le vecchie alleanze non vanno più.
Io sto lavorando a un partito oltre l’Udc e oltre il Terzo Polo che sia capace di riunificare gli italiani e di parlare il linguaggio della verità e che abbia il coraggio di scelte impopolari. Un partito che rappresenti il mondo dell`associazionismo cattolico, del mondo del sindacato e delle imprese. A questo lavorerò nel prossimo anno. A me interessa mettere insieme gli italiani più capaci del Paese e per il Paese.

Pier Ferdinando

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Oggi c’e’ una coalizione di pacificazione nazionale

postato il 30 Marzo 2012

Il pericolo non è scampato
L’Italia stava andando a fondo, ma ancora il pericolo non e’ scampato e dobbiamo stare attenti perché quella che stiamo attraversando e’ una fase delicata per il nostro Paese. In questi mesi si e’ finalmente costruita una coalizione di pacificazione nazionale in cui non sono annullate le diversita’, ma le energie della politica sono finalizzate ad unificare l’Italia.

Pier Ferdinando

 

 

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La riforma del lavoro non può paralizzare il cambiamento del Paese

postato il 30 Marzo 2012

Il tema della riforma del lavoro non può paralizzare il bisogno di cambiamento che c’e’ nel Paese. Per questo siamo impegnati ad evitare di impantanarci in una discussione in tempi non consoni alla drammaticità della crisi che stiamo vivendo.

Pier Ferdinando

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Un impegno concreto per il nostro avvenire, protagonisti del nostro futuro

postato il 30 Marzo 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Andrea Gallorini

In queste settimane stiamo ascoltando ripetutamente, con l’insistenza di una vecchia canzone, un consumato ritornello che più o meno suona così: “Dopo Monti nulla sarà come prima. La politica italiana, dopo l’esperienza del Governo tecnico, sarà radicalmente trasformata”. Sebbene condivida un simile ragionamento, anzi lo auspico profondamente, mi chiedo sostanzialmente quale siano le azioni e le intenzioni promosse da tutti noi, affinché il tanto desiderato cambio di passo nella politica nostrale diventi realtà e non una mera illusione.
Per quanto sia entusiasmante, non basta chiudere il nostro partito, l’Udc, crearne uno nuovo e magari ornarlo con qualche faccia nuova. Le operazioni di restyling funzionano sempre poco, particolarmente in politica. Quindi chi crede che basti cambiare il nome e magari anche il simbolo, aimè, si sbaglia di grosso.
La cosiddetta seconda repubblica, se è mai esistita in quanto tale, o diversamente è stata solo la propaggine di un lungo periodo di “transizione”, si è consumata come un laboratorio d’indiscriminati esperimenti genetici, che a seconda delle combinazioni hanno prodotto composizioni e scomposizioni di partiti invertebrati.
Se vogliamo davvero chiudere con il passato, se non vogliamo creare l’ennesimo partito di plastica di cui nessuno sente il bisogno, se davvero vogliamo offrire agli Italiani un nuovo strumento per fare politica, non possiamo che rimboccarci le maniche e costruire fisicamente un vero partito.
Per fare ciò bisogna tornare a discutere fra di noi, elaborare progetti, nuove idee in grado di dare una scossa al sistema politico italiano, e allora si, poter ereditare la novità innescata dal Governo Monti.
In vista del Congresso Nazionale dunque, spero vivamente che si intraprendano dibattiti in tutti gli organismi del partito, in modo tale da prepararci a celebrare il Congresso in maniera attiva e partecipata. Approfittiamo di questa occasione per delineare il partito che vogliamo, diamo vita nei fatti, ad una sana costituente programmatica.
Se vogliamo essere protagonisti del nostro futuro bisogna predisporci a lavorare con passione, in particolare noi giovani. La porta del rinnovamento è più che mai prossima e se saremo capaci di aprirla per primi, potremo davvero ricostruire questo Paese. Non c’è più tempo, e soprattutto, non possiamo permetterci il lusso di stare alla finestra a guardare. Siamo i portatori di una cultura politica che ha offerto tanto alla nostra Nazione e che ancora oggi ha molto da dare.
Dunque abbiamo una filosofia da seguire, in parte suggerita da Benigno Zaccagnini, storico e indimenticato leader della Democrazia Cristiana, in uno dei suoi tanti discorsi ai giovani dc, allora impegnati in uno stretto confronto con le forze comuniste: “se essi studiano, – riferendosi ai comunisti – noi dobbiamo studiare di più; se essi lavorano, noi dobbiamo lavorare di più; se essi sono seri, noi dobbiamo essere più seri; se essi hanno fede, noi dobbiamo avere più fede e certezza nelle nostre idee di quanta ne abbiano loro”.
Facciamo nostre queste parole, animiamoci d’impegno, in modo da creare assieme un Grande partito; perché come sappiamo, la storia la scrivono i Grandi e non i grossi partiti.

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La lettera con cui rinuncio ad ogni benefit connesso allo status di ex Presidente della Camera

postato il 30 Marzo 2012

Il testo della lettera che ho inviato al Presidente della Camera Gianfranco Fini:

Roma, 30 marzo 2012

Illustre Presidente,

ho avuto il privilegio di guidare la Camera dei deputati dal 2001 al 2006 e ritengo di averla servita con onestà ed equilibrio, come da più parti mi è stato riconosciuto.

Ho preso atto delle decisioni assunte ieri, a maggioranza, dall’Ufficio di Presidenza in relazione allo status degli ex Presidenti.

Ringrazio Lei ed i colleghi ma Le comunico che non intendo avvalermi della delibera e rinuncio, con effetto immediato, ad ogni attribuzione e benefit connessi a questo status.

Cordiali saluti

Pier Ferdinando Casini

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Serve una riforma del lavoro in tempi rapidi

postato il 29 Marzo 2012

Stop ai veti e alle lentezze del passato

Una politica dei veti è troppo facile da subire e troppo dannosa da accettare. Rimbocchiamoci le maniche tutti quanti per non rimanere bloccati nei veti contrapposti che hanno sempre caratterizzato la politica italiana. E anche sul mercato del lavoro e l’articolo 18 non possiamo pensare di tornare all’eternità dei tempi del passato: gli attriti trasmettono all’estero un’idea di incertezza, per questo destra e sinistra devono arrivare in tempi rapidi a una riforma.

Pier Ferdinando

 

 

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Ci hanno chiesto di battere un colpo, lo abbiamo fatto

postato il 27 Marzo 2012

La coalizione che sostiene il governo Monti e’ strana ed eterogenea: e’ chiaro che sul lavoro ci sono posizioni differenti. Ma si e’ chiesto alla politica di battere un colpo e noi l’abbiamo fatto, l’abbiamo battuto.
Si parla sempre di antipolitica, ma se si riuscira’ a passare dalle parole ai fatti la politica avra’ dato una buona prova di sé.

Pier Ferdinando

 

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Il governo Monti sarà l’ultimo di questa legislatura

postato il 26 Marzo 2012

L’emergenza non è ancora finita

Gran parte del lavoro è stato fatto, ma c’è ancora molto da fare e quello di Monti è l’ultimo governo di questa legislatura. L’emergenza in Europa non è finita, la recessione è fortissima, tante imprese sono in dismissione, tanti giovani non trovano lavoro e il Paese sta facendo sacrifici importanti. Per questo il Governo deve continuare e l’appello che facciamo è sempre lo stesso: senso di responsabilità da parte dei partiti e da parte delle forze sociali e di tutti quelli che vogliono salvare questo Paese.

Pier Ferdinando

 

 

 

 

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L’emergenza non è finita

postato il 25 Marzo 2012

Sarebbe irresponsabile mettere in crisi il governo

Siamo nel mezzo di un’emergenza che non è finita. In qualche mese questo governo è riuscito a fare quello che gli altri governi, quelli del mitico bipolarismo, quelli di Prodi e Berlusconi, per anni non hanno fatto rinviando i problemi.
Noi siamo impegnati dal mattino alla sera a fare gli sminatori per cercare di fare andare avanti tranquillo l’esecutivo, perché c’è chi tira da una parte e chi tira dall’altra. Se si continua così il governo prima o poi entra in crisi sul serio, e sarebbe un atto di irresponsabilità allo stato puro. Oggi è il momento di stare vicini a questo governo, di aiutarlo e di superare anche le difficoltà che ci sono.

Pier Ferdinando

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Da Diliberto a Grillo: non c’è niente da ridere.

postato il 23 Marzo 2012

In questi giorni ho visto una signora che sfoggiava una maglietta con su scritto “Fornero al cimitero” sotto lo sguardo divertito dell’ex ministro Oliviero Diliberto e poi sul blog di Beppe Grillo una vignetta con il premier Mario Monti in una bara a forma di auto.

Li ho guardati ma non ho riso, non sono riusciti a strapparmi una risata. Questi personaggi che si nascondono dietro il diritto di satira non fanno ridere, non sono comici come qualcuno pensa, al contrario sono violenti. Augurare la morte alle persone, fossero anche i peggiori avversari politici, non è satira e nemmeno lotta politica è solo una becera forma di violenza degna dei peggiori squadristi.

Chi scrive si è sempre fatto quattro risate guardano lo Spadolini nudo di Forattini, leggendo i mitici titoli di Cuore o ascoltando le pungenti prese in giro di Crozza, ma davanti a questo tetro linguaggio, a questa satira necrofila, serro la bocca e mi preoccupo. Mi preoccupo perché il messaggio violento lanciato e amplificato dalla rete può essere raccolto dai soliti idioti che vivono di populismo e che aspettano l’occasione propizia per rigurgitare con gesti inconsulti l’odio che con dovizia è stato istillato nei cuori e nelle menti.

In una delicata congiuntura politica, economica e sociale essere indulgenti con chi parla di nemici e invoca su di loro  la falce della morte sghignazzando è un grave errore. A questi violenti che tentano di legittimare la loro deleteria concezione della lotto politica con le mentite spoglie della satira si risponde con un serio, fermo e convinto: “non c’è niente da ridere”.

Adriano Frinchi

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