postato il 18 Settembre 2012
Pubblichiamo la lettera al Corriere della sera
di Pier Ferdinando Casini
Caro direttore,
confesso che sono stato molto esitante a decidere a scriverle in risposta al fondo «Il partito galleggiante» di Galli della Loggia. In realtà esso mi pareva intriso più di pregiudizi che di critiche, con corredo finale di una sbrigativa liquidazione per quelle personalità che sono venute a Chianciano ad esprimere le loro opinioni senza furberie o tatticismi. Ma alla fine scelgo di rispondere, in primo luogo per la stima che ho nei confronti di una personalità come l’autore dell’articolo e in secondo luogo perché sono consapevole che il ruolo dell’intellettuale è principalmente quello di incalzare la politica e di non fare sconti a nessuno. Veniamo al merito. La festa di Chianciano è stata un’occasione molto significativa per fare alcuni rilevanti passi in avanti: aver tolto dal simbolo il mio nome ed aver spalancato le porte ad esponenti della società civile e a persone che non provengono dalla storia dell’Udc, è indicazione precisa per il futuro che ha destato interesse e curiosità. «Dopo Monti, Monti» è uno slogan, questo è evidente. Ma è un esercizio troppo superficiale ridurre un intervento politico al solo titolo che i giornalisti hanno scelto per sintetizzarlo. I contenuti, le proposte, il programma del nostro partito sono state il 95% del mio intervento e i lettori del «Corriere della Sera» possono consultarlo sul sito del partito.
Per stare agli esempi citati dal prof. Galli della Loggia, mi sono soffermato a lungo sul nostro rapporto con l’Europa, sui doveri che ne conseguono, e sulla necessità di procedere verso la federazione degli Stati uniti d’Europa. Abbiamo criticato la revisione del Titolo V della Costituzione e i provvedimenti sul federalismo adottati dal governo Berlusconi che hanno prodotto solo appesantimento burocratico e confusione istituzionale. Ricordo che in Parlamento, mentre tanti osservatori applaudivano il federalismo per come si stava concretizzando, fummo gli unici a spiegare i rischi che puntualmente si sono verificati. E potrei citare tante altre battaglie di contenuto su cui siamo stati isolati e inascoltati: abbiamo contestato l’abolizione dell’Ici per non finire sul baratro, ed ora c’è l’Imu, un’Ici raddoppiata; ci siamo battuti per il quoziente familiare, proponendo una attenuazione graduale dell’Irpef a partire dalle famiglie numerose; abbiamo sostenuto che era giunto il momento di rivedere il sistema delle pensioni quando tutti dicevano che non ve n’era bisogno; abbiamo chiesto inascoltati l’immediata abolizione delle Province e potrei continuare su tanti altri ambiti. Le proposte dunque ci sono sempre state, come documentano gli interventi del nostro Gruppo parlamentare. [Continua a leggere]
postato il 31 Agosto 2012
Oggi l’Italia ed il mondo cattolico sono più poveri. Il cardinal Martini merita grande rispetto e tutto il mio cordoglio perche’ e’ stato un grande interprete del cattolicesimo italiano, forse con il Cardinal Ruini, una delle personalita’ piu’ grandi di questo Paese. Uno straordinario uomo di fede al di là delle scelte di tipo ideologico.
Pier Ferdinando
postato il 29 Agosto 2012
L’intervista pubblicata su “Il Messaggero” di Stefano Cappellini
Presidente Casini, deluso che Bersani abbia detto di preferire Vendola a lei?
«Intendiamoci una volta per tutte, noi e il Pd facciamo una gara diversa. Alle prossime elezioni si confronteranno tre aree: la sinistra, la destra e l’area moderata che noi siamo impegnati a organizzare. Molti si sono meravigliati che Bersani abbia detto di preferirmi Vendola. Ma è naturale sia così. Se la sinistra andasse al governo nella versione di Vasto, o anche solo con una formula Bersani-Vendola, noi saremmo all’opposizione. Per noi ha fallito la sinistra e ha fallito la destra. Ha fallito Prodi e ha fallito Berlusconi. Abbiamo detto alt a un bipolarismo primitivo che ha prodotto solo delusioni. E ribadisco che non ci arruoleremo mai in eserciti già sconfitti. Noi seguiamo un altro disegno: il prossimo dovrà essere un governo sì politico, ma capace di recuperare l’ispirazione dell’attuale. Il governo Monti ha evitato che l’Italia precipitasse verso un baratro greco ed è espressione di un armistizio che deve avere continuità sia sul piano dei contenuti che su quello del clima politico. In questa chiave, un patto tra progressisti e moderati è inevitabile, e anche paesi come la Germania si avviano di nuovo su questo sentiero».
Lo scontro sulla giustizia sta ridisegnando i confini dell’ex centrosinistra: da una parte Bersani e Vendola dall’altra quello che Luciano Violante ha definito il fronte del populismo giuridico.
«La sinistra in questi anni ha compiuto una evoluzione indiscutibile, testimoniata al massimo livello dalla decisione di appoggiare l’esperienza del governo Monti. Ma è chiaro anche che ha rinviato per anni lo scioglimento di alcuni nodi ancora intricati, in cima ai quali c’è il rapporto con la propria componente giustizialista. Le contraddizioni su questo terreno stanno esplodendo e non è un caso che la resa dei conti avvenga oggi. La caduta del berlusconismo come grande nemico comune contro cui fare fronte a ogni costo ha tolto a tutti un grande alibi. Un garantismo di sinistra, che è stato a lungo represso, non ce la fa più a subire un giustizialismo istituzionale e politico che non esita a mettere in discussione, in forma del tutto strumentale, persino il capo dello Stato. Chi come me ha seguito da vicino le vicende politiche, e sa quello che Napolitano ha fatto per difendere l’autonomia della magistratura anche da attacchi sconclusionati, non può che restare sconcertato dalle critiche che ha ricevuto. Chi le conduce in nome dell’autonomia del mondo giudiziario parla a sproposito». [Continua a leggere]
postato il 13 Agosto 2012
«Chiunque vinca, si impegni prima di tutto sul risanamento»
L’intervista di Carlo Bertini a Pier Ferdinando Casini su ‘la Stampa’
L’emergenza non può considerarsi conclusa e quindi auspico che i partiti firmino prima del voto un memorandum d’intesa, con precisi impegni da attuare per il risanamento del paese, siglando un patto che andrà rispettato da chiunque vinca le elezioni». Pier Ferdinando Casini lancia questo assist a Monti per aiutarlo a convincere i mercati che il 2013 non rappresenterà una totale incognita; e chiarisce che la «Cosa bianca» vedrà la luce, ma senza fretta, al momento della convocazione delle urne, quindi non a settembre o ottobre. Anche questo un chiaro segnale di prudenza per mettere il governo al riparo da attacchi strumentali per il possibile coinvolgimento nel progetto di alcuni ministri in carica.
Ma il cantiere della «Cosa bianca» è in piena attività: quando verrà battezzata?
«Noi riteniamo sia giusto presentare un’offerta politica composta da persone perbene, che credono importante continuare lo spirito del governo Monti, e da tante personalità oggi esterne alla politica. Non ci sono uomini della provvidenza, né predestinati. Alle politiche bisognerà presentare una lista in grado di rappresentare queste esigenze. Non serve avere fretta: non credo che le elezioni ci saranno a settembre-ottobre. L’importante è ciò che gli italiani troveranno sulla scheda elettorale. E nessuno si deve sciogliere dentro qualcosa, neanche l’Udc…» [Continua a leggere]
postato il 8 Agosto 2012
Nello spazio di approfondimento mattutino del Tg1
Leggi l’intervista integrale [Continua a leggere]
postato il 4 Agosto 2012
Pubblichiamo dal “Corriere della Sera” l’intervista a Pier Ferdinando Casini
Di Andrea Garibaldi
Nichi Vendola ha chiamato Polo della Speranza l’accordo politico fra lui e Bersani, fra Sinistra e libertà e Partito democratico. Le piace questo nome, onorevole Casini?
«Dico la verità: mi è indifferente. Non mi riguarda. Bersani sta organizzando il campo progressista e io non mi impantano nelle eterne questioni della sinistra italiana. Gioco un’altra partita».
Organizza l’area moderata: cattolici di Todi, Cisl, Confindustria, ministri del governo Monti…
«Sono convinto che la politica abbia bisogno di un’apertura alla società civile e l’Udc è disponibile ad ogni passo indietro, fieri del ruolo che avremo in questa nuova costruzione. Ci va dato atto di aver rinunciato alle seduzioni del potere negli ultimi dieci anni».
Progressisti e moderati potrebbero governare assieme.
«Da tempo in Europa sostengo la collaborazione delle grandi famiglie socialista riformista e popolare europeista. Che sono diversi e tali rimarranno».
Se la futura (ipotetica) legge elettorale prevedesse un premio alla coalizione potreste anche fare un patto pre-elettorale?
«Una convergenza per il bene del Paese, sull’onda dell’emergenza, è possibile, come lo è stato in questa legislatura. Ma dopo che ognuno alle elezioni si sarà presentato con i propri programmi e le proprie liste. Non ho avuto paura di scomparire nell’epoca di Berlusconi, figurarsi se ho paura di presentarmi da solo adesso».
Faccia un pronostico: si farà una nuova legge elettorale prima delle prossime elezioni?
«Alla fine sì, perché i grandi partiti percepiscono che se non fanno neanche questo, sarà il de profundis per la politica».
Progressisti e moderati potrebbero fare un programma comune? [Continua a leggere]
postato il 28 Luglio 2012

Noi vogliamo la nuova legge elettorale e la vogliamo subito senza furberie o rinvii. Auspichiamo che sia largamente condivisa tra i partiti che sostengono il governo.
La data delle elezioni, che comunque potrà variare solo di qualche mese nel calendario temporale, non è di nostra competenza prevederla. Capisco che ci sia chi cerca di inquinare i pozzi, ma non mi sembra il momento giusto per fare giochini.
Pier Ferdinando
postato il 28 Luglio 2012
Bisogna avere più rispetto per i servitori dello Stato e per chi ha combattuto una vita contro la mafia e la criminalità.
La faziosità non può prevalere sulla verità.
Pier Ferdinando
postato il 16 Luglio 2012
L’intervista pubblicata su ‘QN’
di P.F. De Robertis
ROMA – Casini è il convitato di pietra in qualsiasi discorso che si imbastisce in Transatlantico. Parli con uno del Pd e il discorso finisce sempre lì: «Sì, va bene, ma Casini?». Con quelli del Pdl idem. Il tempo stringe e alla fine una decisione andrà presa. Ma la ri-ri-discesa in campo del Cavaliere e le risse nel Pd confondono di continuo le acque.
Presidente Casini, un’assemblea Pd molto agitata. Influirà sulle vostre scelte?
«Non mi pare una grande novità. Nel Pd sono presenti due anime. Lo si vede sul tema delle coppie omosessuali ma anche quando si parla del sostegno al governo Monti le voci sono diverse».
Inutile chiederle per chi tifa…
«Se prevarrà un Pd riformista ed europeo la sinistra potrà essere utile all’Italia. Se rimarranno aggrappati al radicalismo e al neo populismo di sinistra, perderanno un’occasione storica. Bersani si sta sforzando di tenere insieme il partito. Ma molto resta ancora da fare».
Matrimoni gay e sostegno all’agenda Monti. Su quali di questi due argomenti l’intesa con il Pd è più difficile?
«E’ giusto riconoscere diritti alle coppie conviventi ma per noi è impossibile parlare di matrimoni gay. Su questo non sono previsti cambi di rotta né oggi né domani. Comunque sui temi eticamente sensibili non si creeranno alleanze politiche: i parlamentari devono essere liberi di esprimersi secondo coscienza». [Continua a leggere]
postato il 14 Luglio 2012
L’intervista pubblicata su ‘Il Messaggero’ di Carlo Fusi
Pier Ferdinando Casini non si tira indietro: «E’ chiaro che la ridiscesa in campo di Berlusconi non farà certo bene all’Italia. Ma ora nessuno ha più alibi». Per i moderati c’è una responsabilità in più: «Il giorno dopo le elezioni politiche l’Italia non è governabile senza una convergenza tra le grandi correnti politiche». E Monti? «Non credo che dopo il 2013 allungherà l’esercito dei senza lavoro».
Presidente, partiamo proprio da qui, dall’azione del governo Monti. Nonostante tutti gli sforzi, lo spread resta altissimo e le agenzie di rating declassano l’Italia. Cos’è che non sta funzionando?
«In mezzo alla tempesta è difficile pensare di navigare in acque placide. C’è una dinamica pesantemente inquinata dalla prevalenza di una finanziarizzazione disinvolta e spregiudicata rispetto a quello che è la produzione di beni e servizi, cioè la funzione nobile dell’imprenditoria. Dinanzi a mutamenti così forti, l’Europa si è fatta trovare impreparata. Questo perché è a metà del guado, è un continente che ha una moneta unica ma non ha condiviso le politiche economiche e fiscali. Continuare così è impossibile, siamo davanti ad un bivio storico».
Questo lo dicono tutti. Ma la soluzione qual è?
«A mio avviso la soluzione è l’Europa federale. Che significa perdere ancora parti della nostra sovranità per definire un comune destino. Devono nascere gli Stati Uniti d’Europa, e devono farlo sui principi della responsabilità e della sussidiarietà. Responsabilità vuol dire che ciascuno deve spendere meglio e meno; solidarietà significa che non si possono abbandonare i Paesi, come il nostro e la Spagna, che si trovano a pagare tassi di interesse insopportabili. Fermo restando che non ci può essere richiesta di solidarietà senza che ci sia un adeguato livello di responsabilità».
Bisogna convincere i mercati. Lo spread…
«È vero che non migliora. Ma è vero anche che non abbiamo la controprova di dove sarebbe oggi se fosse andato avanti Berlusconi con un governo screditato e che per lungo tempo ha negato la crisi. Io sono convinto che saremmo stati travolti né più né meno della Grecia. La cura che è stata intrapresa ha evitato all’Italia di entrare nel girone infernale dei Paesi a sovranità limitata».
Veramente Moody’s in quel girone ci ha già messo, declassandoci.
«Voglio dire una cosa sola: se le agenzie di rating continuano così, tra poco non le prenderà sul serio più nessuno, neanche il mercato. Sono le stesse agenzie che hanno preso topiche micidiali nella valutazione di aziende e realtà che hanno prodotto buchi stratosferici e che oggi declassano l’Italia nel momento in cui tutti gli osservatori internazionali a partire dalla Commissione europea, ci lodano per lo straordinario lavoro di risanamento che stiamo facendo. Tempo fa dissi che le agenzie di rating svolgevano un’azione criminale: non ho cambiato idea».
Dunque ancora con Monti senza se e senza ma. E’ così? [Continua a leggere]