Tutti i post della categoria: Interventi

Il Grande Vuoto

postato il 9 Maggio 2011

La lezione dello statista Dc rispetto alla politica fatua e oligarchica di oggi

di Pier Ferdinando Casini

Il trascorrere del tempo non ha fatto venire meno il senso di vuoto indotto dalla mancanza di Aldo Moro. Al contrario, proprio in questi ultimi anni, la sensazione palpabile che si avverte tra gli italiani quando si ricorda lo statista barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse, è che questo vuoto si sia acuito. Un fenomeno che, forse, può essere spiegato anche con lo smarrimento profondo e generalizzato che si avverte di fronte ad una politica fatua e distante dal Paese, che ha raggiunto ormai livelli di personalizzazione esasperata e senza precedenti nella storia dell’Italia repubblicana, proprio mentre nessuna delle personalità in campo sembra poter reggere il confronto con uomini della statura politica e morale di Moro. [Continua a leggere]

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In ricordo di Giovanni Paolo II

postato il 30 Aprile 2011

In una playlist di tre video la figura del Santo Padre nelle parole di Pier Ferdinando Casini: il ricordo di oggi, alla vigilia della beatificazione, ed il discorso da Presidente della Camera in occasione della storica visita al Parlamento italiano del 14 novembre 2002.

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Giovanni Paolo II: sua visita in Parlamento fu grande atto d’amore verso l’Italia

postato il 29 Aprile 2011

Richiamò politici al dovere dell’esempio e della responsabilità

La visita del Santo padre in Parlamento con quella sua invocazione finale ‘Dio benedica l’Italia’ è stato un grande atto di amore di Giovanni Paolo II verso l’Italia e verso tutti gli italiani. Il suo richiamare i politici al dovere dell’esempio e della responsabilità. Il senso di perdono e di solidarietà che ha indirizzato in quel discorso verso i carcerati, coloro per i quali chiedeva un atto di clemenza, e il richiamo ripetuto all’identità cristiana del’Europa da difendere sempre, soprattutto in un’epoca in cui dobbiamo predisporci all’accoglienza della diversità. Dobbiamo ricordarci sempre chi siamo e da dove veniamo. Questa nostra radice cristiana è un minimo comune denominatore per credenti e non.

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Ospite di Otto e mezzo

postato il 27 Aprile 2011

Allo spazio di approfondimento politico di La7 condotto da Lilli Gruber, con la partecipazione di Marcello Sorgi.


Clicca sull’immagine per visualizzare il video

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I moderati siamo noi, la maggioranza è estremista

postato il 24 Aprile 2011

Pubblichiamo l’intervista a Pier Ferdinando Casini su ‘Il Messaggero’ di Carlo Fusi

«Rivincita? No guardi, il passato è passato e io non ho bisogno di coltivare sentimenti di quel tipo: sarebbe un atteggiamento meschino che non mi appassiona. Certo, che il Pdl sia nel caos è sotto gli occhi di tutti, e che stavolta Buttiglione, Casini o Fini non c’entrano. Da un punto di vista strettamente politico, che Berlusconi navighi nelle difficoltà non mi dispiace così tanto; ma da quello del Paese il fallimento del premier mi preoccupa perché rischia di essere un altro serio colpo alla credibilità delle istituzioni». Insomma Pier Ferdinando Casini non è interessato a vendette: piuttosto intende dimostrare che le scelte fatte sono quelle giuste. A partire dalla nascita del Terzo Polo. «Il malinteso di fondo, nel quale Berlusconi davvero crede mi verrebbe da dire: in buona fede – è che chi vince le elezioni poi può disporre come vuole del Paese. Non è ovviamente così. E’ questo il peccato originale del berlusconismo. Lei prima mi chiedeva di rivincite. Bene, le dico questo: il fallimento del Cavaliere si acuisce perché si è progressivamente contornato di una maggioranza di yes-men che mano a mano gli ha tolto ogni freno inibitorio. Questo a dimostrazione che il nostro ruolo in alleanza con lui è stato storicamente importante perché ha consentito di temperare gli animai spirits più profondi del berlusconismo».

Tra cui c’è il populismo, come avete detto tante volte. E altrettante sostenete che bisognerebbe parlare di cose vere: ce l’ha con la scossa in economia di cui si è persa traccia?
«E’ sparita. Perché non sanno che pesci prendere. Perché quando si vive di demagogia si fanno le pentole ma non i coperchi. Quando il ministro Tremonti, peraltro uno dei migliori della compagine governativa, spiega che i controlli sulle aziende sono asfissianti dopo che lui è stato titolare dell’Economia per sette degli ultimi dieci anni: beh è surreale, sembra che venga dalla Luna. Il problema vero è che si alimentano le paure e i bisogni dei cittadini per bisogno di spot, non per risolvere i problemi. Berlusconi è un grande venditore e continua a vendere, ma dopo vent’anni da vendere non è rimasto più nulla. Neanche i sogni». [Continua a leggere]

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Questa legge ad personam affonda ogni dialogo, il berlusconismo è finito

postato il 15 Aprile 2011

Pubblichiamo l’intervista a Pier Ferdinando Casini su ‘la Repubblica’ di Francesco Bei

Reduce dalla battaglia parlamentare contro la prescrizione breve, Pier Ferdinando Casini è volato subito a Panama per partecipare alla 124esima conferenza dell’Unione interparlamentare. Al telefono commenta la notizia del giorno, il segnale di Napolitano sul processo breve.

Nella sua dichiarazione di voto contro la prescrizione breve lei pronosticava che questa ennesima legge ad personam “non reggerà alle successive verifiche istituzionali”. Adesso Napolitano annuncia che valuterà gli effetti della legge.
«Il presidente della Repubblica, applicando la Costituzione, si riserva un esame approfondito del testo. È un suo diritto-dovere. E non dimentichiamoci la seconda verifica, quella della Corte costituzionale. I compiti di queste due istituzioni di garanzia sono diversi, ma è così che funziona un sistema con pesi e contrappesi».

Si aspetta che la nuova legge sul processo breve venga bocciata o dal capo dello Stato o dalla Consulta?
«Non mi permetto di entrare in valutazioni che non mi competono. Faccio soltanto notare al presidente Berlusconi e alla maggioranza che il nostro sistema si basa su un principio molto chiaro: non è vero che chi vince le elezioni diventa il padrone del paese e può fare tutto quello che vuole».

La giornata di mercoledì alla Camera vale anche come lezione per l’opposizione?
«Ormai è chiaro che ci sono diverse linee. Da una parte c’è chi, magari per paura, sulla giustizia vuole lasciare tutto così com’è. Dall’altra chi, come noi, accetterebbe una vera riforma della giustizia e, per certi versi, persino la sollecita». [Continua a leggere]

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Chi guida un Paese deve metterci la faccia

postato il 24 Marzo 2011

No a divisioni, il ruolo dell’Italia ne uscirebbe indebolito

Nella storia dei Paesi chi guida mette la sua faccia nei momenti facili e in quelli difficili. Ieri e oggi questo Paese meritava la presenza del Presidente del Consiglio perché non si può guidare il Paese e far prevalere i tatticismi.

La scelta  della missione in Libia era inevitabile. Stiamo intervenendo in un Paese dove Gheddafi era pronto a epurazioni, stava facendo massacri di civili, di chi si era ribellato. La comunità internazionale si è mossa tardi e male, c’è confusione nella catena di comando, ci sono polemiche che non fanno onore alla coalizione, c’è un protagonismo francese fuori luogo che non è del tutto estraneo ad interessi che nulla hanno a che fare con nobile politica ma andare in ordine sparso oggi significa indebolire il ruolo dell’Italia.

Pier Ferdinando

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“Bersani lasci l’Aventino e giochi la partita”

postato il 13 Marzo 2011

«Sulla giustizia il premier ha l’onere della prova. Allearci col Pd? Il no è programmatico»

Pubblichiamo l’intervista de ‘la Stampa’ a Pier Ferdinando Casini di Carlo Bertini

Capisco che Bersani sospetti che quella di Berlusconi sia tutta una finta, ma sulla giustizia lo invito a lasciare l’Aventino agli sfascisti di professione, per trattare a viso aperto, come è compito di una vera sinistra riformista». Proprio mentre da piazza del Popolo Nichi Vendola sostiene che la prima riforma da fare «è liberarci di Berlusconi», Pierferdinando Casini sfida invece il leader Pd «a giocare insieme questa partita della verità e a riprendere la sfida della Bicamerale per lasciare al Cavaliere l’onere della prova che fa sul serio».

Certo con il no al dialogo e il ricorso alla piazza si allarga il solco tra Pd e Nuovo Polo. Lo farete mai un vero accordo elettorale?
«Come tutti i leader politici, Bersani è sensibile alle esigenze della propaganda e con la reiterazione della Santa Alleanza spera di prendere più voti nell’elettorato moderato. Ma noi sappiamo bene che un Terzo polo che nascesse con un’alleanza col Pd finirebbe per essere immediatamente subalterno. E nella migliore delle ipotesi subiremmo la sorte che toccò alla Margherita negli anni passati». [Continua a leggere]

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Questo federalismo è solo uno spot per la Lega

postato il 2 Marzo 2011


Siamo stati gli unici a votare contro. Ci sono ragioni politiche e di merito che di inducono a dire no ancora una volta. Non possiamo fidarci politicamente della Lega, almeno finché non ci troveremo su alcune nozioni elementari: il Po non e’ un dio ma un fiume, la Padania non e’ uno Stato ma una regione, Roma non e’ ladrona ma la capitale del Paese. Non possiamo fidarci se la Lega rifiuta di festeggiare il 17 marzo, con la scusa della crisi, salvo poi il giorno dopo pretendere un altro giorno di festa per ricordare la battaglia di Legnano.
Se si vuole un federalismo che unisce, perché esaltare gli egoismi?  Il federalismo fiscale in questo provvedimento non esiste, è solo un pasticcio che aumenterà le tasse a tutti i cittadini italiani. Non si vuole fare un vero federalismo ma solo vuole approvare uno spot della Lega.

Pier Ferdinando [Continua a leggere]

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Pier Ferdinando Casini ospite di “28 Minuti”

postato il 24 Febbraio 2011

Ospite del programma di approfondimento “28 Minuti” condotto da Barbara Palombelli su Radio2, Pier Ferdinando Casini affronta i principali temi di attualità politica a cominciare dalla situazione in Libia.

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