La manovra economica è inevitabile, ma servono interventi strutturali, misure di sostegno ai giovani e garanzie per le famiglie. Il tasso di disoccupazione giovanile è allarmante: al di sotto dei 30 anni il 30% di loro non ha un lavoro. Per questo chiediamo al governo di introdurre subito un credito di imposta per le aziende che assumono giovani sotto i 30 anni.
L’altro impegno è quello di garantire le famiglie, che rischiano di pagare i minori trasferimenti di risorse alle regioni con una riduzione dei servizi essenziali come asili nido e assistenza agli anziani.
Che Berlusconi sia un genio della comunicazione, è cosa nota a tutti.
Che ci sia una crisi finanziaria mondiale, era noto a tutti tranne che a Berlusconi che fino a ieri negava l’esistenza della crisi o al limite diceva che comunque l’Italia ne usciva alla grande.
Il popolo italiano, sentiva le sue dichiarazioni e si divideva tra chi vedeva la crisi, e chi, convinto dal Presidente del Consiglio, per due secondi la negava, salvo poi vedere che il portafoglio era tristemente vuoto. Questo fino a ieri. Poi anche Berlusconi ha dovuto ammettere la necessità di una manovra correttiva. Chi volesse vedere una brevissima cronistoria delle dichiarazioni di Tremonti e Berlusconi sulla crisi, può vederla qui.
Ed eccoci qui.
Con una manovra che è figlia completamente di Tremonti, e non del governo che è stato tenuto all’oscuro, se è vero quel che afferma Bondi sul fatto che sia stato esautorato e non sapesse nulla dei numerosi tagli ad enti di ricerca e cultura. E Bondi, per chi non lo sapesse, è un ministro del governo Berlusconi, anzi è un fedelissimo di Berlusconi. [Continua a leggere]
Il governatore Draghi oggi ha detto tre cose per noi essenziali: che la manovra economica del governo era inevitabile; che la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale devono essere prioritarie; che è necessario varare delle riforme strutturali perché senza interventi profondi il nostro Paese non ha futuro. Siamo in totale sintonia con le sue parole.
Se la manovra non contiene elementi innovativi non possiamo avallarla in Parlamento. Ci chiedono senso di responsabilità e noi diciamo “va bene”, ma lo stesso ci vuole da parte del governo. È una settimana che tutti i giorni cambiano i contenuti della manovra: avevamo visto con favore l’abolizione almeno iniziale delle province e invece ora è saltata. Aspettiamo di vedere finalmente il governo scoprire le carte.
Dopo mesi di incauto ottimismo appaiono chiari ed evidenti i limiti della manovra che il governo è stato costretto a predisporre per evitare all’Italia derive pericolose. L’Udc sta valutando con serietà e attenzione i provvedimenti adottati dal governo. La prossima settima incontreremo le parti sociali per confrontarci sul suo contenuto. [Continua a leggere]
“Riceviamo e pubblichiamo”, di Gaspare Compagno
Circa un mese fa si erano diffuse le voci di una manovra correttive, che erano state smentite dal ministro Tremonti, che aveva dichiarato il 7 Aprile che la manovra ci sarebbe stata solo nel 2011 e dal premier Silvio Berlusconi, che ribadì il concetto il 9 Aprile.
Nonostante queste smentite, il 13 Aprile la ipotizzata manovra correttiva prendeva contorni più delineati e le linee direttrici sarebbero state tre: allungare le scadenze del debito pubblico italiano (già ora intorno ai 7 anni), tassazione degli immobili sfitti e di proprietà delle banche (ma senza reintrodurre, almeno ufficialmente, l’ICI), aumento del prelievo fiscale sulle rendite finanziarie, doppia tassazione per le banche.
Anche in questo caso vi furono le prevedibili smentite.
In questi giorni il ministro Tremonti ha, invece, affermato che effettivamente ci sarà una manovra aggiuntiva, rassicurando però sulla tenuta dei conti pubblici e sostenendo che tale manovra sarà di circa 25 miliardi di euro in due anni. [Continua a leggere]
Caso Grecia dietro l’angolo. Ora maggioranza e opposizione lavorino insieme
Il caso Grecia è dietro l’angolo e mentre la speculazione finanziaria e internazionale prende di mira l’Europa è necessario che la politica italiana risponda con un supplemento di responsabilità nazionale.
Maggioranza e opposizione, pur nei propri differenti ruoli, devono dare prova di lavorare insieme per superare le difficoltà. [Continua a leggere]
Primo maggio, festa dei lavoratori. Una data in cui ricordare le storiche battaglie degli operai per la conquista di condizioni lavorative dignitose, ma anche un momento per fare il punto sulla situazione attuale nel nostro Paese. I dati diffusi dall’Istat non sono confortanti: secondo l’istituto di statistica, infatti, la disoccupazione è salita all’8,8% e in un anno sono stati persi in Italia 367mila posti di lavoro. Il dato di marzo è il peggiore dal 2002, in un mese ci sono stati 58 mila disoccupati in più e ad essere penalizzati sono soprattutto i giovani e le donne. La percentuale di donne in cerca di occupazione a marzo è infatti aumentata del 4,8% su base mensile, contro un incremento dello 0,9% per quella maschile. [Continua a leggere]
In questi giorni abbiamo visto il dipanarsi di una polemica tra le categorie che difendono i consumatori, in particolare l’Adiconsum, e l’Unione Petrolifera (UP) in merito all’aumento dei prezzi della benzina.
Subito dopo Pasqua, i consumatori hanno trovato una nuova sorpresa, l’ennesimo aumento, complice anche il recente aumento dei prezzi del petrolio.
Però, obbiettano i consumatori, come mai il prezzo del petrolio è a 86 dollari il barile, mentre il prezzo della benzina è allo stesso livello raggiunto quando il prezzo del petrolio era sopra i 100 dollari?
La risposta viene dal dott. De Vita, presidente della UP che dichiara “la doppia velocità dei prezzi del greggio di cui spesso parlano è una favola inventata da loro per far presa sul pubblico”. [Continua a leggere]
Il Governo la smetta con i fuochi d’artificio, gli spot e la propaganda. In un momento di crisi economica non bisogna tirare a campare e aspettare che passi la buriana. E’ invece proprio questo il momento che impone e offre l’opportunità di fare quelle riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno.
Mi auguro che si torni a parlare di quoziente familiare, di sospensione del patto di stabilità per i Comuni, di sospensione almeno per un anno degli studi di settore, della cedolare secca sugli affitti, della riforma della Pubblica amministrazione, della liberalizzazione dei servizi pubblici.
Il Presidente del Consiglio prima che ai magistrati di Trani deve rispondere a tutti gli italiani delle promesse mancate e della totale mancanza di coraggio nel cammino delle riforme.
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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