postato il 30 Settembre 2013 | in "Politica"

Casini s’appella ai moderati: ma no a governicchi.

casini_300913Intervista di M. Antonietta Calabrò pubblicata sul Corriere della Sera.

«Al Paese serve un governo vero, un governo dei problemi, la stabilità in sé non è un valore: o si mette in moto un’operazione politica vera oppure dico no a un governicchio. Ma nuove elezioni potrebbero essere l’ennesima dimostrazione di impotenza».

Pier Ferdinando Casini ha appena finito di sentire in tv le dichiarazioni di Berlusconi.

Che ne pensa?



«In questa situazione bisogna guardare in faccia alla realtà. Francamente se dobbiamo mentire, almeno mentiamo in modo credibile: Berlusconi non può andare a dire che ha provocato la crisi per protestare contro le tasse. Non può dire questo dopo che il governo Letta, proprio per rispettare gli accordi con il Pdl, ha sospeso l’Imu e stava risolvendo il problema dell’Iva… Questa non è una cosa seria. La realtà è che Letta le tasse le ha tolte nella misura del possibile».

E allora qual è la realtà vera di questa crisi?



«Sono stati gli impegni enormi sottoscritti dal governo Berlusconi con l’Europa, che hanno strangolato l’economia. Non può prendersela adesso con Letta, quando sappiamo tutti che Berlusconi ha rovesciato il tavolo per la questione giustizia. Non lo biasimo ma è così. Io speravo che fosse coerente con l’impegno assunto di voler distinti i due tavoli: quello del governo e quello giudiziario ».

Ecco, parliamo della condanna definitiva di Berlusconi, del giudizio di decadenza che la Giunta e il Senato dovranno dare…

«Guardi che io sono molto rattristato da questa vicenda, non sono tra coloro che si compiacciono di questa situazione. Ma il caso giudiziario è una cosa, un’altra è il governo, altra cosa ancora è la riforma della giustizia, che non è stata mai affrontata in modo organico, perché si è preferito inseguire i singoli processi. Non si possono mischiare le cose. È un atto di autolesionismo enorme, gigantesco, per i moderati. È il secondo tempo della cosiddetta rivoluzione del predellino, questa volta però è il danno è ancora più grande».

Da questa crisi, come se ne esce?



«Letta cercherà la maggioranza in Parlamento. Non credo che sia un problema di numeri, ma di credibilità del Paese: non è solo un problema del Pdl, ma anche della sinistra. Bisogna guardare anche al Pd e ai protagonismi del Pd. Perché, anche nel partito di Epifani, c’è che sotto, sotto…».

Come dovrà essere la nuova maggioranza?



«Solida numericamente e seria politicamente».

Sì, ma parliamo dei parlamentari del Pdl: lei cercherà di portare nella nuova maggioranza i transfughi dal partito di Berlusconi?



«Io penso che chi fa parte del Partito popolare europeo debba comportarsi responsabilmente. Vede, anche in passato, con alcuni esponenti del Pdl, nonostante i dissensi, io ho sempre dialogato. Penso a Quagliariello,a Sacconi, a Lupi, ad Alfano, alla Lorenzin che ora ha fatto un discorso di grandissima dignità. Non penso che un gesto così grave come l’apertura della crisi possa essere accettato da quanti nel Pdl hanno sempre lavorato alla creazione di una vasta area moderata e popolare. Il mio dissenso da loro è che io non ho mai creduto che il Pdl potesse essere la casa dei moderati. Beninteso, Berlusconi fa il suo gioco e questa è la linea della Santanchè che non ha nulla a che fare con i moderati».

Casini allora che farà?

«Io sono al lavoro per creare la sezione italiana del Partito popolare europeo».

Ma Berlusconi la accusa. Ha detto:

«Alle ultime elezioni, Monti, Casini e Giannino hanno diviso i moderati che, altrimenti, avrebbero vinto con grande scarto».

Cosa risponde?

«Non ho niente da rispondere perché i fatti di questi giorni sono purtroppo la risposta più eloquente».

Mario Monti ha fatto un appello ai moderati: si unisce a lui , nonostante le vostre divergenze?

«Io è una vita che faccio il moderato. In ogni caso i problemi tra noi dell’Udc e Monti e Scelta civica adesso non sono all’ordine del giorno. Tra noi c’è rispetto».

A conti fatti, sembra che per la nuova maggioranza bastino una ventina di senatori…



«Il problema non è la contabilità. E non è un problema di far passare nella nuova maggioranza soltanto esponenti del Pdl. Ci sono altri settori, altri gruppi parlamentari, in cui si registra un serio disagio».

Ad esempio?



«Il partito di Grillo».

Nuova maggioranza stabile numericamente e seria politicamente, è più facile a dirsi che a farsi…



«Il punto vero è qual è il disegno politico della nuova maggioranza che si troverà per sostenere non un governo qualsiasi, ma il governo del Paese. Ripeto che il problema non è numerico. Un governicchio autosufficiente numericamente, ma incapace di avere uno spessore politico, non serve all’Italia. Personalmente a questo esito non sono interessato e credo nemmeno i possibili dissidenti del Pdl. La stabilità è utile se c’è un governo dei problemi, perché la stabilità in sé non è un valore».

Si parla di un governo di scopo: che ne dice?  

«Il punto è che lo scopo sia serio. Il mio problema non è evitare il voto adesso, e andarci tra due mesi, questo sia chiaro».

Ecco, il voto. Dia una buona ragione per non andare a votare…

«Il voto, come si è dimostrato l’ultima volta, può essere un’ulteriore dimostrazione di impotenza».



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