postato il 5 Giugno 2014 | in "Esteri"

Casini prepara la missione Marò: basta errori

Internazionalizzare il caso. Ma anche far ripartire il dialogo fra i due governi

MaròL’intervista di Daniele Passeri a Pier Ferdinando Casini pubblicata su QN
 
«Comprensione totale, per l’esasperazione dei nostri ragazzi che conosco da vicino per averli visitati». Il presidente della commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini racconta così la prima, impulsiva, reazione al grido di soccorso lanciato da Salvatore Girone in videoconferenza dall’India il 2 giugno, con le Commissioni Difesa ed Esteri delle Camere. «Abbiamo ubbidito ad un ordine, abbiamo mantenuto una parola, quella che ci era stata chiesta, e oggi siamo ancora qui», sono state le parole giunte da Nuova Delhi con dignità e durezza, all’orecchio di ministri e deputati.
Il fuciliere di Marina è detenuto ormai da 809 giorni assieme al collega Massimiliano Latorre, vittime di un affare internazionale che non riesce a sbloccarsi. Tre governi dopo in Italia, due in India, e i marò sono sempre lì, rinchiusi in un compound militare a migliaia di chilometri da casa con l’accusa di aver ucciso due pescatori.

Casini, il governo Renzi punta forte sulla internazionalizzazione del caso con un arbitrato. La strada giusta?
«Dobbiamo lavorare su un doppio binario. Da un lato internazionalizzare il caso è opportuno, considerato il tempo intollerabile che è passato con Latorre e Girone ancora lì, e per la profonda sfiducia sul sistema giudiziario indiano. Dall’altro, bisogna ripartire col dialogo politico tra due nuovi esecutivi: speriamo nell’avvento del neo presidente Modi».

Quando andrete in India? Da quelle parti hanno sbattuto in faccia la porta anche agli americani.
«Non faremo i turisti, certamente. Andremo in India quando sarà utile, cioè quando si saranno formate le commissioni parlamentari e quando avremo appuntamenti con il parlamento indiano. L’ultima volta non è andata bene, ci vuole grande tenacia e pazienza».

Presidente, è stato un errore farli ritornare in detenzione dopo averli avuti qui in Italia a Natale del 2012?
«Di errori ne sono stati fatti tanti, il primo fu quello di attraccare in India la nave dei due marò, dalle acque internazionali. Questi ragazzi sono finiti in un ingranaggio più grande di loro e di tutti noi».



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