postato il 17 Dicembre 2009 | in "Politica"

Contro i falchi del Pdl fronte della legalità Udc-Pd

Pier Ferdinando Casini agli Stati Generali del CentroServe un percorso comune per le riforme

Pubblichiamo da ‘la Repubblica’ di Goffredo De Marchis

Si fida ma continua a mettere le mani avanti: «Se Berlusconi coltivasse, o avesse coltivato vista la smentita, l’insano proposito del voto anticipato avrebbe una risposta repubblicana».
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini pensa che questo sia il momento di un percorso costituente, non delle urne. Ma a Bondi che lo accusa di mirare alla guida del centrosinistra risponde: «In condizioni normali non mi preparo a niente. Se il Pdl invece punta a travolgere i poteri costituzionali, allora mi preparo a tutto». La speranza resta un’altra, «che Berlusconi prenda spunto da quello che gli è capitato per cambiare passo e toni, quando tornerà sulla scena».

Cambiare toni rispetto a Cicchitto, presidente Casini?
«Quello è il minimo. Sono amico di Cicchitto e gli dico chiaro e tondo che ha sbagliato.  Si lamenta degli insulti alla maggioranza e poi usa lo stesso linguaggio. Mi auguro che le sue parole siano il frutto di un surriscaldamento temporaneo».

E se rispondessero a un percorso logico che arriva fino alle elezioni anticipate?
«Questo disegno francamente non lo vedo. Sono contento che Berlusconi, prima dell’incidente, l’abbia smentito. Ma in questi mesi abbiamo visto due Berlusconi. Il primo è quello del discorso di insediamento alla Camera, dell’emergenza Abruzzo, dell’intervento sul 25 aprile. Un Berlu­sconi pallido, purtroppo, perché è sparito subito. Sostituito dalla seconda versione: un premier arrembante, che attacca ferocemente gli organi dello Stato al quale non si può che rispondere con il linguaggio della fermezza».

O proponendo un fronte tra Pd, Udc e Idv, come ha fatto lei. I giornali di destra, per questo, l’hanno inserita tra i mandanti morali di Tartaglia.
«Se abbiamo voglia di ridere ridiamo pure. Se invece facciamo le persone serie, allora queste accuse rientrano nella categoria della miseria umana. Solo chi è in malafede fa finta di non capire la differenza tra la politica e l’odio. La politica contempla la presenza di valori diversi, l’odio prevede solo un mondo di nemici».

Ma il Cln contro Berlusconi implica la lotta contro un dittatore, no?
«Rispondo solo di quello che ho detto io. E che confermo. Se Berlusconi coltivasse, o avesse coltivato vista la smentita, l’insano proposito del voto anticipato avrebbe una risposta, come dire, repubblicana e nazionale».

Con voi ci sarebbe anche Fini?
«Questa risposta secondo me troverebbe dalla stessa parte anche molti esponenti del Pdl, non solo Fini».

Cosa significa cambiare passo?
«Non fare cadere l’appello del capo dello Stato al quale un po’ tutti abbiamo risposto con un eccesso di strumentalità. Invece dobbiamo ripartire dal voto del Senato sulle riforme. L’ho detto l’altra sera, incontrandoli di persona, a Bersani e D’Alema. L’ho ripetuto al telefono a Berlu­sconi e a Gianni Letta. Questo è il momento di chiudere i falchi in gabbia e far volare le colombe. Di solito un partito intermedio co­me il mio si mette sulla riva del fiu­me e aspetta che implodano i grandi partiti per trarne un van­taggio elettorale. Noi al contrario vogliamo sederci al tavolo con Pd e Pdl per trovare una via d’uscita all’eterna transizione italiana».

Come?
«Con la riforma dello Stato a partire dal superamento del bicameralismo perfetto, dalla precisazione dei poteri del capo del governo, dalla rivisitazione critica del federalismo voluto dalla Lega che e affidato pita ai decre­ti attuativi che alla legge».

Per arrivare a questo risultato, però, bisogna passare dal pro­cesso breve.
«Beh, se il Pdl vuole strumenta­lizzare l’aggressione a Berlusconi per far ingoiare il processo breve al Parlamento, si sbaglia di gros­so. Troverà un fronte legalista nell’Udc e nel Pd. Ma sbagliereb­be anche il Pd a confinare i pro­blemi giudiziari nel recinto priva­to del Cavaliere. Quei problemi riguardano tutti, anche noi. La strada, l’Udc l’ha indicata. Si è astenuta sul lodo Alfano ed è pronta a discutere del legittimo impedimento. A patto che sia soltanto una misura per il premier, come l’ha scritta Vietti».

Deve cambiare passo solo Berlusconi?
«No, tutti dobbiamo farlo. Ma ognuno rimane con le proprie convinzioni. A me non piace trasformismo o l’arlecchinismo nazionale per cui adesso, dopo Milano, dovremmo abolire le critiche. Così come non mi piace l’i­dea di mettere a tacere le voci di Internet o della piazza con leggi speciali. Esistono già delle norme precise, basta applicarle».

Difficile che il Pdl si fidi di voi. Secondo Bondi, lei si prepara a fare il leader e candidato pre­mier del nuovo centrosinistra.
«Non mi preparo a niente. In condizioni di normalità. In casi eccezionali mi preparo a tutto. Sono colomba ma fino a un certo punto. Se il Popolo della libertà pensa di travolgere i poteri costituzionali, allora anche il mio ordine del giorno cambia».

Per le regionali le sue trattati­ve sembrano più avviate con il Pd che con il Pdl. Sta per fare una scelta di campo?
«Non faremo un’alleanza na­zionale né con il Pd né con il Pdl. Il turno di marzo per noi non sarà uno spartiacque perche conti­nuiamo a voler cancellare questo bipolarismo. Io li capisco, però. La destra vorrebbe trascinarci in quella che Berlusconi pensa di trasformare in una sua campa­gna di santificazione. Il Pd in un centrosinistra non ci appartiene. E che non ci spaccino per buon­governo alcune amministrazioni di sinistra dove il buongoverno nessuno l’ha visto. Andremo con i candidati e i programmi più compatibili con noi».

Come digeriranno l’alleanza con Di Pietro i suoi elettori?
«Diciamo così: in condizioni di normalità io e Di Pietro siamo su due pianeti diversi. E io lavoro per una politica normale».

4 Commenti
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Salvatore Audia
Salvatore Audia
14 anni fa

Apprezzo in Casini il senso delle istituzioni. Comprendo meno i due forni per le regionali. Ritengo che marzo possa diventare, per dirla con le sue parole, la desantificazione di Berlusconi. A condizione che vi sia un’alleanza di strategia col centrosinistra, o almeno una solitaria condotta elettorale in quelle regioni dove non è politicamente opportuno allearsi col PD. Per battere il berlusconismo è necessario evitare alleanze con l’attuale PDL.
PS: in Calabria IDV ha rotto col centrosinistra. Potrebbe essere terreno fertile per tentare una nuova, lungimirante, esperienza, un centro-sinistra dove la sinistra è un po’ più grande del centro.. ma solo un po’.

pasquale
pasquale
14 anni fa

Dalla lettura dell’intervista all’0n.Casini mi sembra di capire che lui ritenga che l’attuale, sia una situazione politica eccezionale. Per questa ragione quindi, sarebbe pronto ad una alleanza con Di Pietro. Molti tra i suoi elettori, però, sembrano preoccupati di una tale eventualità. Infatti, nonostante il dato di fatto incontestabile che, dalle stesse righe dell’intervista, pare appalesarsi una totale incompatibilità tra i due politici, questo matrimonio d’interesse pare destinato a compiersi.
Io, per la verità, mi sarei aspettato una scelta più audace e cristallina da tutti i protagonisti della politica nazionale. Una proposta che ho sentito pronunciare(ed accantonare!!!) in tempi non molto lontani. Una riforma Costituzionale operata da una nuova Assemblea Costituente. Con essa, infatti si potrebbe forse sgombrare il campo da ipocrisie e pregiudizi e, finalmente, dopo tanto fiato sprecato, avremmo risutati tangibili.

pasquale
pasquale
14 anni fa

Caro on.le Casini, mi ha fatto molto piacere sentire il suo ultimo discorso. Lei, saggiamente, ha sottolineato il dato di fatto che, come l’intero PDL fa, non bisogna predicare bene e razzolare male (gridare contro l’odio altrui mentre si dimostra odio ed insofferenza contro regole ed opposizione).
Inoltre, mi piace l’accenno ad una riforma costituzionale attraverso una nuova Assemblea Costituente. Avrà letto, forse il mio intervento di ieri?
Se così fosse, avrebbe dimostrato, ancora una volta, la sua propensione all’ascolto e la sua vicinanza alla gente comune.
E’ importante tentare una riforma servendosi delle regole che la nostra stessa Costituzione ci offre.
Sono passati troppi lustri da quando, i padri costituenti l’hanno scritta. Alcune regole potrebbero essere rimodernate ed aggiornate ai nostri tempi ma i principii fondamentali si consoliderebbero.
Vorrei dunque che, una volta tanto, i nostri politici avessero lo sguardo rivolto alle future generazioni e non ai loro interessi più spiccioli. Se lo avessero, potrebbe iniziare per il nostro Paese una nuova Era. Il Futuro, come qualcuno ha già detto, é già oggi.

Attilio
14 anni fa

Potrà o vorrà il Presidente del Consiglio, che vuole politicizzare e trasformare le elezioni regionali in un referendum sulla sua persona, creare le condizioni politiche per un clima istituzionale favorevole? Potrà l’opposizione del Pd dare e riconoscere la patente di statista all’on. Berlusconi mentre lo combatte duramente per le sue oggettive contraddizioni personali e politiche? Potrà la Lega che oggi ha un potere eccezionale di veto e di contrattazione favorire un dialogo tra le forze politiche maggiori che la potrebbe ridimensionare? Potrà l’on Di Pietro che punta le sue fortune politiche sul giustizialismo rinunciare ad una intransigente ma comoda opposizione? La regola dei democratici cristiani italiani ed europei era ed è semplice: se si fanno le riforme insieme si governa insieme. Per questo ha pagato con la sua vita l’on. Aldo Moro. Ma erano altri tempi e quelle persone avevano la cultura del “creare e fare” politica per superare le emergenze e per indirizzare il popolo verso il bene comune!!.



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