Casini: «Se ha a cuore l’Italia, Berlusconi dovrebbe lasciare»
Il momento è grave, serve un armistizio tra i partiti e un governo politico ma con tecnki di prestigio, pronto a scelte impopolari
L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su ‘Il Gazzettino’ di Giorgio Gasco
Pier Ferdinando Casini, c’è chi vorrebbe un governo tecnico. Ma il Pdl, con Maurizio Sacconi, ribatte che sarebbe come commissariare l’Italia. E poi sarebbe un esecutivo debole.
«Sono d’accordo» risponde il leader dell’Udc.
Allora meglio un governo di responsabilità nazionale?
«Devono esserci governi politici, non tecnici. È la politica che deve capire che bisogna passare ad una fase nuova; ad un armistizio tra le parti; con una serenità di rapporti tra i partiti; con un impegno comune perché l’Italia ha bisogno di scelte impopolari. Il governo tecnico non è una soluzione…»
Cos’è?
«Rischia di essere un problema. I governi sono sempre politici, e noi ne chiediamo uno di responsabilità nazionale…»
Con l’armistizio tra partiti.
«Non solo, anche con l’utilizzo di tecnici importanti e significativi, un lavoro comune per scelte impopolari che l’Italia deve affrontare nei prossimi anni».
Anche il Pd ora pare essere d’accordo.
«Da tempo, inascoltato, dico che il Paese non può più permettersi litigi permanenti, con la paura di prossime elezioni e conseguente timore di perdere voti. Basta con queste alchimie. Facciamo scelte per superare la crisi».
Coesione. Dopo averla applicata per il varo della manovra, il Capo dello Stato ha profetizzato che sarà necessaria anche a in altre occasioni.
«Noi diamo sempre prove di coesione, è dall’inizio della legislatura che parliamo di opposizione repubblicana. Gli interessi dei partiti sono l’ultima delle priorità: per ora hanno sempre prevalso, e siamo ridotti così. Su questa nostra linea si è fondata l’alleanza con Gianfranco Fini e gli amici del Terzo Polo e sulla quale, oggi ci sono anche Bersani e Di Pietro, che pare abbiano abbandonato l’antiberlusconismo ideologico».
Perché mai Berlusconi dovrebbe dimettersi visto che continua ad avere i numeri in Parlamento?
«Infatti deve decidere lui. Se ritiene che in questo modo il suo governo faccia veramente gli interessi del Paese e che la sua parte politica possa essere in questo momento autosufficiente, senza avere bisogno dei altri, bé allora vada avanti. Io credo però questa scelta dannosissima per l’Italia ma anche per i loro interessi».
Autosufficienza che sarebbe danno anche per la sinistra.
«Di sicuro. Non si risolve il tema della crescita limitandosi ad applicare il “sì” ai referendum. Ripeto, serve uno sforzo collegiale».
Un governo di transizione anche per riformare la legge elettorale. In questo, forse, l’Udc andrebbe più d’accordo con Bossi, pronto a sposare il ritorno al sistema di voto senza vincoli di coalizione, piuttosto che con Angelino Alfano, neo segretario politico del Pdl, autodefinitosi bipolarista convinto.
«Forse sì. Ma a questo punto sarebbe meglio che un governo di responsabilità nazionale debba affrontare subito le emergenze sociali visto che questa manovra porta alla disperazione molti italiani, una fascia di ceto medio sta scivolando verso la povertà, pensionati colpiti, molte famiglie devono supportare con i loro risparmi i mancati trasferimenti agli enti locali. Questa è la prima emergenza, assieme alla crescita, poi penseremo alla riforma elettorale».
Certo, ma il bipolarismo?
«Il sistema proporzionale consente il bipolarismo, come è avvenuto in Germania».
Cosa pensa di Alfano? Per Veltroni può essere l’uomo di una nuova destra.
«Ho già detto che è un ragazzo che stimo. Ma se c’è batta un colpo. Il problema di Alfano è Berlusconi: finché ci sarà un governo di questo tipo sarà sempre bloccato».
Cura dimagrante per i cittadini, non per la politica.
«A partire dalla discussione del prossimo bilancio della Camera, bisogna fare scelte concrete».
Come, visto che la “casta” non molla?
«Fatto cento i fondi che la Camera riceve dallo Stato, dobbiamo decurtare il bilancio della Camera stessa. Il resto è demagogia».
È demagogia chiedere la riduzione del finanziamento ai partiti?
«Ritengo una forma di democrazia questa forma di finanziamento. Basta guardare alla Germania, dove le fondazioni dei partiti ricevono legalmente i fondi».
Il governatore Veneto Luca Zaia ha deciso di non applicare i ticket sanitari.
«Bravo, tanto li applica già: per una piccola ferita al pronto soccorso si sborsano 25 euro. Forse, Zaia non imporrà ai ticket aggiuntivi previsti dalla manovra. Vedremo se manterrà la posizione, oppure cambierà idea anche lui come fa Bossi in modo disinvolto».
Lei l’ha definita «sbagliata» la manovra. Non era più coerente dire “no” su tutto, anche sui tempi?
«Abbiamo detto no alla manovra, votando contro. Abbiamo solamente accelerato i tempi in presenza della speculazione internazionale».
Però vi accusano di aver fatto un favore a Berlusconi.
«Storie. Siamo orgogliosi di aver fatto un favore agli italiani».
L’Udc voterà la sfiducia al ministro Romano?
«Per un fatto di ovvia delicatezza, abbiamo evitato di assumere posizione. Aspettiamo quando la richiesta arriverà in Parlamento; solo allora faremo una valutazione rigorosa e serena».
E sull’arresto di Papa?
«Voteremo per l’arresto. Comunque tutte le scelte vanno rispettate, l’importante che siano chiare e perché siano tali spero che non si ricorra la voto segreto».
E Renato Brunetta ministro della Giustizia?
«E’ stato nominato?».
No.
«Ah. Se va, auguri, non è compito facile per nessuno».
LA DEMOLIZIONE DEL MURO DELLA VECCHIA POLITICA PARTE DA BERGAMO TERRA DELLA LEGA POLTRONAIA:
http://mozzonazione.wordpress.com/2011/07/20/i-giovani-udc-abbattiamo-i-muri-di-questa-politica-bergamo-sera/
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