postato il 26 Gennaio 2012 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Spunti di riflessione"

Cari candidati sindaco che promettete di rinunciare all’indennità

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giovanni Villino

Sono un cittadino palermitano che ama Palermo e che riconosce il ruolo insostituibile della politica nell’amministrazione della Cosa pubblica. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un teatrino per nulla edificante. Inutile negarlo: pochi gli uomini di valore seduti tra gli scranni, molti i mediocri a urlare.

Una reazione fisiologica, in un sistema malato, è il risveglio delle coscienze. Un risveglio etichettato, a mio parere in modo errato, come antipolitica.

Ho letto su diversi siti l’annuncio fatto da alcuni candidati di rinunciare, nel caso di avvenuta elezione a primo cittadino, alla propria indennità. Queste affermazioni non risuonano per nulla nuove alle mie orecchie.

Negli ultimi anni si è fatta confusione tra gli sprechi della politica e i costi della democrazia. Il pagamento di una persona chiamata ad amministrare è quanto di più giusto possa avvenire. Questo consente, anche a chi non dispone di patrimoni o grossi redditi, di candidarsi per amministrare la cosa pubblica senza dover preoccuparsi di non potere sostenere gli oneri di un simile incarico.

Posso intuire il nobile intento che ha guidato questi candidati nell’affermare simili promesse: una scelta simbolica di rigore e solidarietà. Ma occorre, a mio modesto parere, guardarsi dai rischi che si corrono percorrendo una sottile corda: da una parte c’è il populismo, dall’altro la demagogia. E non tutti possono vantarsi di essere abili acrobati.



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